Ridurre le perdite economiche indotte da eventi sismici rappresenta una delle più importanti sfide del nostro tempo. Tale obiettivo richiede una conoscenza approfondita dei vari elementi che concorrono alla definizione del rischio sismico di un territorio, partendo dal livello della sismicità, valutando la suscettibilità al danneggiamento dell’edificato, e stimando l’impatto economico che il danneggiamento sismico genera. Il problema è particolarmente sentito in Italia, vista la frequenza e la violenza con cui i terremoti causano rilevanti perdite. Il Parlamento italiano ha pertanto deciso di intraprendere una politica d’incentivazione degli interventi di adeguamento/miglioramento sismico delle costruzioni esistenti, con i provvedimenti previsti dalla Legge 11 dicembre 2016 n. 232, cui ha fatto seguito il recente Decreto Ministeriale 7 marzo 2017 n. 65, che definisce una metodologia di stima del rischio sismico basata sulla definizione di una coppia d’indicatori tecnico-economici, che vogliono rappresentare il livello di sicurezza strutturale (IS-V) e il valore di perdita media annua (PAM) di una costruzione esistente. Un edificio esistente oggetto di riqualificazione antisismica vede quindi migliorare il rating di tali indicatori, e l’entità di tale miglioramento permette di usufruire delle agevolazioni fiscali definite dalla succitata legge. Tuttavia, sebbene il rischio sismico possa considerarsi non trascurabile sull’intero territorio italiano, esistono aree maggiormente esposte: si pone pertanto il problema di individuare un criterio scientifico per la classificazione del rischio sismico a livello territoriale. Nel presente contributo viene quindi definita la perdita annua media comunale (PAMC) come indicatore economico del rischio sismico a livello territoriale, e successivamente calcolata la mappa del rischio sismico in Italia.
La Perdita Annua Media Comunale (PAMC): un indicatore economico per la definizione della mappa del rischio sismico in Italia
Mariano Angelo Zanini
;Lorenzo Hofer;Flora Faleschini;Carlo Pellegrino
2017
Abstract
Ridurre le perdite economiche indotte da eventi sismici rappresenta una delle più importanti sfide del nostro tempo. Tale obiettivo richiede una conoscenza approfondita dei vari elementi che concorrono alla definizione del rischio sismico di un territorio, partendo dal livello della sismicità, valutando la suscettibilità al danneggiamento dell’edificato, e stimando l’impatto economico che il danneggiamento sismico genera. Il problema è particolarmente sentito in Italia, vista la frequenza e la violenza con cui i terremoti causano rilevanti perdite. Il Parlamento italiano ha pertanto deciso di intraprendere una politica d’incentivazione degli interventi di adeguamento/miglioramento sismico delle costruzioni esistenti, con i provvedimenti previsti dalla Legge 11 dicembre 2016 n. 232, cui ha fatto seguito il recente Decreto Ministeriale 7 marzo 2017 n. 65, che definisce una metodologia di stima del rischio sismico basata sulla definizione di una coppia d’indicatori tecnico-economici, che vogliono rappresentare il livello di sicurezza strutturale (IS-V) e il valore di perdita media annua (PAM) di una costruzione esistente. Un edificio esistente oggetto di riqualificazione antisismica vede quindi migliorare il rating di tali indicatori, e l’entità di tale miglioramento permette di usufruire delle agevolazioni fiscali definite dalla succitata legge. Tuttavia, sebbene il rischio sismico possa considerarsi non trascurabile sull’intero territorio italiano, esistono aree maggiormente esposte: si pone pertanto il problema di individuare un criterio scientifico per la classificazione del rischio sismico a livello territoriale. Nel presente contributo viene quindi definita la perdita annua media comunale (PAMC) come indicatore economico del rischio sismico a livello territoriale, e successivamente calcolata la mappa del rischio sismico in Italia.Pubblicazioni consigliate
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