Suino pesante, poche proteine non compromettono la performance

La ricerca ha l'obiettivo di studiare l’effetto di diete caratterizzate da differenti apporti di proteina ed aminoacidi essenziali (AA) sulle prestazioni di allevamento, al macello e sulla qualità tecnologica delle cosce di suini pesanti in finissaggio. Lo studio ha interessato complessivamente 240 suini equamente ripartiti in 4 tesi alimentari isoenergetiche (12,8 MJ/kg): una dieta convenzionale, che apportava 146 e 133 g/kg di proteina grezza (PG) e 7,6 e 5,9 g/kg di lisina rispettivamente nella fase iniziale (da 90 a 130 kg) e nella fase finale di allevamento (da 130 a 165 kg); e tre diete ipoproteiche formulate attraverso una progressiva sostituzione della farina di estrazione di soia con farina di frumento, in modo da ridurre il tenore in PG delle razioni rispettivamente dell’8, 14 e 19% e il tenore in lisina del 9, 16 e 22% rispetto alla dieta convenzionale. I risultati confermano la concreta fattibilità di una riduzione consistente del contenuto in proteina grezza e aminoacidi essenziali delle razioni destinate alla fase di finissaggio dei suini pesanti. La somministrazione della dieta a più bassi apporti in PG e AA non ha penalizzato le prestazioni di allevamento e di macellazione dei suini rispetto all'impiego di programmi alimentari convenzionali, ha leggermente migliorato alcune caratteristiche tecnologiche delle cosce legate all'entità e alla composizione del grasso di copertura delle stesse ed ha consentito un abbattimento del 25% dell'escrezione di azoto con le deiezioni. La sostituzione quasi integrale della farina di estrazione di soia con farine di cereali, abbinata ad una solo modesta integrazione delle diete con aminoacidi di sintesi, è quindi una concreta strategia per migliorare la sostenibilità del comparto del suino pesante nazionale, che riduce i costi di alimentazione migliorando la qualità ambientale dei prodotti senza penalizzare le prestazioni degli animali e la qualità della materia prima da avviare a trasformazione.