Una volta chiusa l’emergenza della pandemia vi è un’eredità con cui dobbiamo fare i conti, l’infrastruttura del GAEN costruita da Google e Apple nel 2020 per permettere alle applicazioni di tracciamento di funzionare quando ancora non c’erano i vaccini, assicurando così il distanziamento sociale quando questo poteva costarci la vita. Questa infrastruttura, che faceva sì che le app di contact tracing potessero funzionare in sicurezza rispettando la privacy e che di fatto ha eccezionalmente consentito agli Stati di monitorare in maniera massiva tutti i nostri contatti durante la pandemia, è in mano di privati (Google e Apple) che si trovano così a gestire un potere enorme perché da questa dipende la possibilità stessa di avviare sistemi di sorveglianza di massa. In gioco vi sono dunque questioni variamente intrecciate tra loro, come i diritti dei cittadini europei come privacy e libertà, la sovranità digitale dell’Europa (che non detiene un’infrastruttura chiave per la sicurezza di tutti i paesi europei), lo stesso funzionamento dei processi democratici perché il controllo dei dati può determinare il controllo delle decisioni democratiche di un paese. Tutti aspetti questi che ora sono nelle mani di privati. Se durante l’emergenza non si è avuto il tempo per discutere a fondo sulle conseguenze di talune scelte, perché pressoché obbligati dall’emergenza, oggi è giunto il momento di riflettere sui rischi di una decisione che durante la pandemia poteva sembrarci inevitabile ieri e che oggi ci appare invece improvvisamente allarmante

App di contact-tracing COVID: Rischi ancora aperti

Daniele Ruggiu
2024

Abstract

Una volta chiusa l’emergenza della pandemia vi è un’eredità con cui dobbiamo fare i conti, l’infrastruttura del GAEN costruita da Google e Apple nel 2020 per permettere alle applicazioni di tracciamento di funzionare quando ancora non c’erano i vaccini, assicurando così il distanziamento sociale quando questo poteva costarci la vita. Questa infrastruttura, che faceva sì che le app di contact tracing potessero funzionare in sicurezza rispettando la privacy e che di fatto ha eccezionalmente consentito agli Stati di monitorare in maniera massiva tutti i nostri contatti durante la pandemia, è in mano di privati (Google e Apple) che si trovano così a gestire un potere enorme perché da questa dipende la possibilità stessa di avviare sistemi di sorveglianza di massa. In gioco vi sono dunque questioni variamente intrecciate tra loro, come i diritti dei cittadini europei come privacy e libertà, la sovranità digitale dell’Europa (che non detiene un’infrastruttura chiave per la sicurezza di tutti i paesi europei), lo stesso funzionamento dei processi democratici perché il controllo dei dati può determinare il controllo delle decisioni democratiche di un paese. Tutti aspetti questi che ora sono nelle mani di privati. Se durante l’emergenza non si è avuto il tempo per discutere a fondo sulle conseguenze di talune scelte, perché pressoché obbligati dall’emergenza, oggi è giunto il momento di riflettere sui rischi di una decisione che durante la pandemia poteva sembrarci inevitabile ieri e che oggi ci appare invece improvvisamente allarmante
2024
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