Il testo riflette sulla complessità dell’attuale contesto educativo, caratterizzato da instabilità, incertezza e rapidi cambiamenti, e sull'importanza di mantenere un equilibrio professionale e pedagogico. In questo scenario, le Linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6 (2021) e gli Orientamenti nazionali (2022) rappresentano un punto di svolta, costituendo una base teorica e operativa indispensabile per una progettualità educativa coerente e di qualità. L’integrazione del segmento 0-6 è fondamentale per valorizzare un periodo cruciale nello sviluppo infantile, come confermato dalle neuroscienze. Tuttavia, l’attuazione sul territorio è disomogenea, con forti differenze regionali che rischiano di compromettere l’equità del sistema. Le Linee pedagogiche offrono l’opportunità di superare queste criticità, promuovendo la coerenza tra teorie educative e pratiche, tra dichiarazioni progettuali e azioni quotidiane. Viene sottolineato il ruolo centrale del gioco, non solo come attività di apprendimento, ma come espressione del punto di vista del bambino e strumento privilegiato per comprenderne bisogni e desideri. Il rischio, oggi, è una visione funzionalistica e riduttiva del percorso 0-6, in cui il nido diventa solo preparazione alla scuola dell’infanzia, e quest’ultima un semplice passaggio verso la primaria. Tale impostazione limita lo sviluppo motorio, emotivo e cognitivo dei bambini. Il testo denuncia anche la persistente separazione tra i percorsi formativi universitari per educatori e insegnanti, ostacolo a una reale integrazione. Nonostante alcuni tentativi normativi (come il Decreto 378), la formazione iniziale resta ancora frammentata. Si auspica una revisione dei curricoli accademici per garantire coerenza con le Linee pedagogiche e una reale preparazione al lavoro educativo integrato. Tra le priorità da affrontare: la valorizzazione dei poli per l’infanzia, il rafforzamento del coordinamento pedagogico territoriale, il riconoscimento del valore educativo del nido e una piena inclusione della scuola dell’infanzia negli istituti comprensivi. In questa visione, la figura del coordinatore pedagogico assume un ruolo cruciale, non solo gestionale ma profondamente pedagogico, come "direttore d’orchestra" capace di garantire coerenza, motivazione e qualità educativa. In conclusione, si richiama l’urgenza di adottare una "pedagogia lenta", fondata su tempi giusti, attenzione ai diritti dei bambini e sostenibilità educativa. Educatori, insegnanti e formatori sono chiamati a una responsabilità professionale e deontologica forte, per attribuire valore al proprio lavoro e incidere concretamente sul benessere e sulle opportunità future dei bambini. Solo attraverso una scuola coerente, inclusiva e profondamente umana sarà possibile contribuire alla costruzione di una società più solidale e democratica.

Conclusioni Atti del XXIII Convegno Nazionale 2024 Vicenza del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia (GNNI)

Emilia Restiglian
2024

Abstract

Il testo riflette sulla complessità dell’attuale contesto educativo, caratterizzato da instabilità, incertezza e rapidi cambiamenti, e sull'importanza di mantenere un equilibrio professionale e pedagogico. In questo scenario, le Linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6 (2021) e gli Orientamenti nazionali (2022) rappresentano un punto di svolta, costituendo una base teorica e operativa indispensabile per una progettualità educativa coerente e di qualità. L’integrazione del segmento 0-6 è fondamentale per valorizzare un periodo cruciale nello sviluppo infantile, come confermato dalle neuroscienze. Tuttavia, l’attuazione sul territorio è disomogenea, con forti differenze regionali che rischiano di compromettere l’equità del sistema. Le Linee pedagogiche offrono l’opportunità di superare queste criticità, promuovendo la coerenza tra teorie educative e pratiche, tra dichiarazioni progettuali e azioni quotidiane. Viene sottolineato il ruolo centrale del gioco, non solo come attività di apprendimento, ma come espressione del punto di vista del bambino e strumento privilegiato per comprenderne bisogni e desideri. Il rischio, oggi, è una visione funzionalistica e riduttiva del percorso 0-6, in cui il nido diventa solo preparazione alla scuola dell’infanzia, e quest’ultima un semplice passaggio verso la primaria. Tale impostazione limita lo sviluppo motorio, emotivo e cognitivo dei bambini. Il testo denuncia anche la persistente separazione tra i percorsi formativi universitari per educatori e insegnanti, ostacolo a una reale integrazione. Nonostante alcuni tentativi normativi (come il Decreto 378), la formazione iniziale resta ancora frammentata. Si auspica una revisione dei curricoli accademici per garantire coerenza con le Linee pedagogiche e una reale preparazione al lavoro educativo integrato. Tra le priorità da affrontare: la valorizzazione dei poli per l’infanzia, il rafforzamento del coordinamento pedagogico territoriale, il riconoscimento del valore educativo del nido e una piena inclusione della scuola dell’infanzia negli istituti comprensivi. In questa visione, la figura del coordinatore pedagogico assume un ruolo cruciale, non solo gestionale ma profondamente pedagogico, come "direttore d’orchestra" capace di garantire coerenza, motivazione e qualità educativa. In conclusione, si richiama l’urgenza di adottare una "pedagogia lenta", fondata su tempi giusti, attenzione ai diritti dei bambini e sostenibilità educativa. Educatori, insegnanti e formatori sono chiamati a una responsabilità professionale e deontologica forte, per attribuire valore al proprio lavoro e incidere concretamente sul benessere e sulle opportunità future dei bambini. Solo attraverso una scuola coerente, inclusiva e profondamente umana sarà possibile contribuire alla costruzione di una società più solidale e democratica.
2024
Il sistema integrato. Continuità e coerenza educativa nello zerosei
979-12-80549-59-4
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