Adottando un taglio risolutamente antropologico, questo contributo pone al centro della riflessione il nodo di Ares e di Eros, ovvero quel plesso di contenuti – ideologici tematici iconici emozionali – che costituisce il vero fulcro e il principale campo di tensione dei vettori istintuali e delle sensibilità che concorrono a plasmare il discorso sulle pratiche e le prestazioni simboliche della cavalleria nella fiction del Medioevo di Francia, tanto sul versante romanzesco come su quello delle narrazioni brevi. L’intreccio di Arma e Amor, che innerva in profondità il protagonismo combattentistico e sentimentale dei milites, costituisce un nesso decisivo nel modellamento di un immaginario di civilizzazione e di un progetto di contenimento delle spinte pulsionali, nel senso di una irreggimentazione della ferocia guerriera e della predazione sessuale. Sennonché, al netto delle pressioni morali di ascendenza ecclesiastica e dei condizionamenti della pedagogia cortese, esistono anche plot che sembrano enfatizzare proprio gli aspetti più cruenti e le manifestazioni più violente delle condotte cavalleresche, esaltando la libido guerriero-amorosa e però sublimandola in una forma così potentemente stilizzata e talmente idealizzata da promuoverne una fascinosa valorizzazione di ordine estetico. Partendo dal racconto Des trois chevaliers et del chainse di Jacques de Baisieux, assunto a specimen e caso di studio emblematico ma sempre confrontato con altri testi e proiettato sullo sfondo di una vasta tradizione, si propone la ricostruzione di un’ideologia dell’oltranza erotica e della dismisura guerriera, le cui radici sembrano combinare ragioni etologiche e sociologiche con universali psichici e istanze di natura “figurativa”.
Vestiti di sangue: oltranze e feticismi dell'eros cavalleresco
Barbieri Alvaro;Muzzolon Elena
2024
Abstract
Adottando un taglio risolutamente antropologico, questo contributo pone al centro della riflessione il nodo di Ares e di Eros, ovvero quel plesso di contenuti – ideologici tematici iconici emozionali – che costituisce il vero fulcro e il principale campo di tensione dei vettori istintuali e delle sensibilità che concorrono a plasmare il discorso sulle pratiche e le prestazioni simboliche della cavalleria nella fiction del Medioevo di Francia, tanto sul versante romanzesco come su quello delle narrazioni brevi. L’intreccio di Arma e Amor, che innerva in profondità il protagonismo combattentistico e sentimentale dei milites, costituisce un nesso decisivo nel modellamento di un immaginario di civilizzazione e di un progetto di contenimento delle spinte pulsionali, nel senso di una irreggimentazione della ferocia guerriera e della predazione sessuale. Sennonché, al netto delle pressioni morali di ascendenza ecclesiastica e dei condizionamenti della pedagogia cortese, esistono anche plot che sembrano enfatizzare proprio gli aspetti più cruenti e le manifestazioni più violente delle condotte cavalleresche, esaltando la libido guerriero-amorosa e però sublimandola in una forma così potentemente stilizzata e talmente idealizzata da promuoverne una fascinosa valorizzazione di ordine estetico. Partendo dal racconto Des trois chevaliers et del chainse di Jacques de Baisieux, assunto a specimen e caso di studio emblematico ma sempre confrontato con altri testi e proiettato sullo sfondo di una vasta tradizione, si propone la ricostruzione di un’ideologia dell’oltranza erotica e della dismisura guerriera, le cui radici sembrano combinare ragioni etologiche e sociologiche con universali psichici e istanze di natura “figurativa”.Pubblicazioni consigliate
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