L'articolo dà conto delle novità emerse dal restauro delle pitture dell'arcone di accesso della cappella di Santa Caterina nella chiesa del Santo di Padova. Un progetto di restauro fu presentato nel 2013, ma per mancanza di fondi il cantiere fu avviato, sotto la direzione scientifica dell'autrice nel 2021. Prima e durante l'intervento sono state condotte una serie di indagini diagnostiche a cura del Centro Interdipartimentale per i Beni Archeologici, Architettonici e Artisti dell'Università di Padova. Le pitture, già scoperte nel 1898, erano state restaurate dal pittore/restauratore Giuseppe Cherubini nel 1924. Grazie alla lettura di documenti archivistici, delle foto storiche, e delle analisi non invasive, e la conoscenza della prassi del restauratore in altri contesti, in accordo con la Soprintendenza, si è deciso di togliere parti dell'intonaco sovrammesso, per mettere in luce alcuni decimetri di pittura originale di Giotto. Il recupero in più punti dell'originale pittura del tralcio sul fondo rosso pompeiano, restituito dal restauro, permette di precisare la cronologia. La scoperta dell'uso di tracce di azzurrite sui bordi di alcune foglie fa comprendere l'attenzione straordinaria di Giotto nella resa coloristica di elementi solo apparentemente marginali. Si sono inoltre messe in luce tratti delle dorature originali. Il contributo si conclude con alcune riflessioni sulla tipologia della cornice a quadriboli, che ebbe grandissima diffusione prima in Europa e poi in Italia, nella nostra penisola proprio a partire dalle sperimentazioni giottesche, mentre in oriente, pur essendo testimoniata già in miniatura nel X secolo, non ebbe fortuna a livello monumentale né in campo pittorico né in campo scultoreo-architettonico.

Sante in clipei e quadrilobi tra Oriente e Occidente. Qualche considerazione a margine delle sante martiri dipinte da Giotto sull’intradosso dell’arco di accesso alla cappella di Santa Caterina e Sant’Angela Merici, detta delle Benedizioni, nella chiesa del Santo a Padova, appena restaurate

VALENZANO Giovanna
2024

Abstract

L'articolo dà conto delle novità emerse dal restauro delle pitture dell'arcone di accesso della cappella di Santa Caterina nella chiesa del Santo di Padova. Un progetto di restauro fu presentato nel 2013, ma per mancanza di fondi il cantiere fu avviato, sotto la direzione scientifica dell'autrice nel 2021. Prima e durante l'intervento sono state condotte una serie di indagini diagnostiche a cura del Centro Interdipartimentale per i Beni Archeologici, Architettonici e Artisti dell'Università di Padova. Le pitture, già scoperte nel 1898, erano state restaurate dal pittore/restauratore Giuseppe Cherubini nel 1924. Grazie alla lettura di documenti archivistici, delle foto storiche, e delle analisi non invasive, e la conoscenza della prassi del restauratore in altri contesti, in accordo con la Soprintendenza, si è deciso di togliere parti dell'intonaco sovrammesso, per mettere in luce alcuni decimetri di pittura originale di Giotto. Il recupero in più punti dell'originale pittura del tralcio sul fondo rosso pompeiano, restituito dal restauro, permette di precisare la cronologia. La scoperta dell'uso di tracce di azzurrite sui bordi di alcune foglie fa comprendere l'attenzione straordinaria di Giotto nella resa coloristica di elementi solo apparentemente marginali. Si sono inoltre messe in luce tratti delle dorature originali. Il contributo si conclude con alcune riflessioni sulla tipologia della cornice a quadriboli, che ebbe grandissima diffusione prima in Europa e poi in Italia, nella nostra penisola proprio a partire dalle sperimentazioni giottesche, mentre in oriente, pur essendo testimoniata già in miniatura nel X secolo, non ebbe fortuna a livello monumentale né in campo pittorico né in campo scultoreo-architettonico.
2024
Medioevo europeo e mediterraneo. Scambi, circolazione e mobilità artistica
979-12-80956-52-1
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