Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento la completa riconfigurazione del complesso dei palazzi comunali di Treviso (Palazzo del Podestà, Domus minor poi della Prefettura e Domus maior cioè Palazzo della Ragione o dei Trecento) finì per ridefinire l’immagine urbana del centro della Marca. I primi due furono sostanzialmente demoliti e ricostruiti, a partire dal 1874; nel 1895 iniziarono i lavori di restauro al Palazzo dei Trecento, a seguito di un confronto tra la Deputazione provinciale, cui l’edificio era assegnato, e il Ministero dell’Istruzione Pubblica. Le operazioni terminarono solo nel 1923; l’esito, come è stato sottolineato, fu la sua integrale medievalizzazione (Zucconi). A Treviso il confronto con le preesistenze si indirizza infatti verso l’arte e l’architettura del Trecento. La parte del complesso comunale destinata alla Prefettura fu invece oggetto di un interessante dibattito, tra 1870 e 1872, che coinvolse anche Camillo Boito e che riguardò in particolare l’assetto della nuova facciata da conferire al sito deputato all’esaltazione delle virtù patrie e civiche. A sancire l’importanza dell’opera, oggetto di concorso il cui esito fu ribaltato dall’intervento ministeriale, la futura regina Margherita fu designata madrina alla cerimonia d’inaugurazione nel 1877.

Dis-armoniche costruzioni: il complesso dei palazzi comunali di Treviso (1870-1906)

Elena Svalduz
2024

Abstract

Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento la completa riconfigurazione del complesso dei palazzi comunali di Treviso (Palazzo del Podestà, Domus minor poi della Prefettura e Domus maior cioè Palazzo della Ragione o dei Trecento) finì per ridefinire l’immagine urbana del centro della Marca. I primi due furono sostanzialmente demoliti e ricostruiti, a partire dal 1874; nel 1895 iniziarono i lavori di restauro al Palazzo dei Trecento, a seguito di un confronto tra la Deputazione provinciale, cui l’edificio era assegnato, e il Ministero dell’Istruzione Pubblica. Le operazioni terminarono solo nel 1923; l’esito, come è stato sottolineato, fu la sua integrale medievalizzazione (Zucconi). A Treviso il confronto con le preesistenze si indirizza infatti verso l’arte e l’architettura del Trecento. La parte del complesso comunale destinata alla Prefettura fu invece oggetto di un interessante dibattito, tra 1870 e 1872, che coinvolse anche Camillo Boito e che riguardò in particolare l’assetto della nuova facciata da conferire al sito deputato all’esaltazione delle virtù patrie e civiche. A sancire l’importanza dell’opera, oggetto di concorso il cui esito fu ribaltato dall’intervento ministeriale, la futura regina Margherita fu designata madrina alla cerimonia d’inaugurazione nel 1877.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3542147
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