Sin da Il pubblico della poesia (1975), Milo De Angelis ha convissuto con l’etichetta di «orfico», «sismografo dell’essere» che fa della parola «una realtà spesso enigmatica, fondata sul principio della difficoltà comunicativa» (Testa). Ma a leggerlo nella sua effettiva complessità, più che la tradizione «dei mistici» o «degli stoici» è un generale «sentimento del tragico» la costante del suo mondo poetico (Zublena). Se da Somi- glianze (1976) a Distante un padre (1989) il dettato è certamente ambiguo, oscuro, a tratti indecifrabile, con Biografia sommaria (1999) «emerge una voce più lenta e distesa, per me nuova e credo irripetibile», che pure non rinuncia a lessemi, stilemi, temi già esperiti: «qualcosa si è offerto [...] alla possibilità di essere narrato», l’io po- etico approda a una dimensione in cui scrittura elegiaca e dimensione tragica si ar- monizzano toccando «punte di trasparenza precedentemente sconosciute» (Baldacci). L’intervento propone una lettura della raccolta, di cui evidenzia la tendenza narrativa (l’organizzazione in strutture poematiche, un massiccio ricorso al dialogo perlopiù con interlocutrici) e il grado di incidenza del fatto biografico in quello poetico.
La narrazione (del sé) in Biografia sommaria di Milo De Angelis
Antonio D'Ambrosio
2024
Abstract
Sin da Il pubblico della poesia (1975), Milo De Angelis ha convissuto con l’etichetta di «orfico», «sismografo dell’essere» che fa della parola «una realtà spesso enigmatica, fondata sul principio della difficoltà comunicativa» (Testa). Ma a leggerlo nella sua effettiva complessità, più che la tradizione «dei mistici» o «degli stoici» è un generale «sentimento del tragico» la costante del suo mondo poetico (Zublena). Se da Somi- glianze (1976) a Distante un padre (1989) il dettato è certamente ambiguo, oscuro, a tratti indecifrabile, con Biografia sommaria (1999) «emerge una voce più lenta e distesa, per me nuova e credo irripetibile», che pure non rinuncia a lessemi, stilemi, temi già esperiti: «qualcosa si è offerto [...] alla possibilità di essere narrato», l’io po- etico approda a una dimensione in cui scrittura elegiaca e dimensione tragica si ar- monizzano toccando «punte di trasparenza precedentemente sconosciute» (Baldacci). L’intervento propone una lettura della raccolta, di cui evidenzia la tendenza narrativa (l’organizzazione in strutture poematiche, un massiccio ricorso al dialogo perlopiù con interlocutrici) e il grado di incidenza del fatto biografico in quello poetico.Pubblicazioni consigliate
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