Nel 1955, lo scultore britannico Peter King (1908-1957) mise le sue ricerche su forma e materia al servizio di un cortometraggio animato sperimentale, grazie a una borsa assegnatagli dal British Film Institute. L’argomento venne trovato in un’antologia di episodi dall’Inferno di Dante, mentre la tecnica e lo stile guardarono ai film di silhouette di Lotte Reiniger. La regista, dal 1949, lavorava infatti a Londra assieme al suo collaboratore e marito Carl Koch; King fece amicizia con la coppia nel 1951, ricevendo fondamentali nozioni sull’animazione di sagome ritagliate e sull’attrezzatura utile a tale scopo. Thirteen Cantos of Hell fu la prima e ultima volta in cui King testò quelle competenze, a causa della prematura scomparsa, avvenuta in un periodo di instabilità psicologica. L’asprezza del cortometraggio è probabile esito dello stato mentale di King; pare anche, tuttavia, risultato di un’acuta trasposizione audiovisiva dell’espressione dantesca. Nelle figure umane, frantumate e angolose, si incontrano l’organico e l’inorganico, forse come parallelo dei violenti contrasti tra registri dell’Inferno. Le traforazioni delle sagome, che in Reiniger erano eleganti elementi decorativi, veicolo di sfumature luministiche e articolazioni ritmiche delle linee, in King diventano grandi lacerazioni geometriche, che esasperano l’inconciliabilità tra pieni e i vuoti e sottolineano la natura primordiale della materia. La colonna sonora accompagna la pantomima animata con un campionario di suoni registrati in contesto cittadino, trasfigurati però, secondo manipolazioni tipiche della musique concréte, in un paesaggio sonoro irriconoscibile, ossessivo e aggressivo. Il capitolo esamina i tredici “canti” di King alla luce dei corrispondenti passi danteschi, rinvenendo nel testo le fonti delle soluzioni visive e acustiche presenti nel film e studiando materiali di pre-produzione conservati presso la Peter King Collection, a cura della England & Co. Gallery, e presso il British Museum. Si valuta inoltre come lo stile di King permetta una rilettura critica di alcuni aspetti dell’animazione di Reiniger, di cui Thirteen Cantos of Hell sembra sviluppare ulteriori potenzialità latenti.
Le ombre dell’Inferno. Silhouette animate e musica concreta in Thirteen Cantos of Hell di Peter King
Bellano
2023
Abstract
Nel 1955, lo scultore britannico Peter King (1908-1957) mise le sue ricerche su forma e materia al servizio di un cortometraggio animato sperimentale, grazie a una borsa assegnatagli dal British Film Institute. L’argomento venne trovato in un’antologia di episodi dall’Inferno di Dante, mentre la tecnica e lo stile guardarono ai film di silhouette di Lotte Reiniger. La regista, dal 1949, lavorava infatti a Londra assieme al suo collaboratore e marito Carl Koch; King fece amicizia con la coppia nel 1951, ricevendo fondamentali nozioni sull’animazione di sagome ritagliate e sull’attrezzatura utile a tale scopo. Thirteen Cantos of Hell fu la prima e ultima volta in cui King testò quelle competenze, a causa della prematura scomparsa, avvenuta in un periodo di instabilità psicologica. L’asprezza del cortometraggio è probabile esito dello stato mentale di King; pare anche, tuttavia, risultato di un’acuta trasposizione audiovisiva dell’espressione dantesca. Nelle figure umane, frantumate e angolose, si incontrano l’organico e l’inorganico, forse come parallelo dei violenti contrasti tra registri dell’Inferno. Le traforazioni delle sagome, che in Reiniger erano eleganti elementi decorativi, veicolo di sfumature luministiche e articolazioni ritmiche delle linee, in King diventano grandi lacerazioni geometriche, che esasperano l’inconciliabilità tra pieni e i vuoti e sottolineano la natura primordiale della materia. La colonna sonora accompagna la pantomima animata con un campionario di suoni registrati in contesto cittadino, trasfigurati però, secondo manipolazioni tipiche della musique concréte, in un paesaggio sonoro irriconoscibile, ossessivo e aggressivo. Il capitolo esamina i tredici “canti” di King alla luce dei corrispondenti passi danteschi, rinvenendo nel testo le fonti delle soluzioni visive e acustiche presenti nel film e studiando materiali di pre-produzione conservati presso la Peter King Collection, a cura della England & Co. Gallery, e presso il British Museum. Si valuta inoltre come lo stile di King permetta una rilettura critica di alcuni aspetti dell’animazione di Reiniger, di cui Thirteen Cantos of Hell sembra sviluppare ulteriori potenzialità latenti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Bellano Schermi Oscuri.pdf
accesso aperto
Descrizione: Capitolo integrale
Tipologia:
Published (publisher's version)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
333.19 kB
Formato
Adobe PDF
|
333.19 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.