Una conseguenza del Covid è l’aumento della povertà di bambini e famiglie che ha prodotto sempre maggiori disuguaglianze. Allo stesso tempo, la letteratura rende disponibili nuove evidenze sul fatto che tali disuguaglianze si creino in famiglia, nei primi anni di vita e che si riproducano a scuola innescando il circolo dello svantaggio sociale, nel quale si entra da bambini, si passa attraverso l’esperienza, implicita o esplicita, della dispersione scolastica e se ne esce come adulti esclusi dal mondo del lavoro e dalle relazioni sociali. Un inedito investimento economico è stato realizzato per fronteggiare questa ondata di povertà: dall’Europa, dal livello nazionale e regionale sono arrivati agli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), per la prima volta nella storia del welfare italiano, ingenti finanziamenti per costruire innovazione sociale al fine di generare un nuovo sistema di welfare, in grado di sostenere la crescita dei bambini producendo nuove alleanze fra famiglie e servizi sociali, educativi, sociosanitari formali e informali. In tale nuovo contesto, assume grande importanza la questione di come implementare nuove politiche e nuove pratiche efficaci e sostenibili, tramite processi di innovazione sociopedagogica capaci di garantire risposte appropriate ai bisogni delle famiglie. Può essere dunque utile, per riconoscere il contributo della ricerca pedagogica nel costruire innovazione sociale, analizzare da questo punto di vista dall’esperienza di P.I.P.P.I., il Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione la cui immagine di sfondo, Pippi calzelunghe, richiama il framework teorico dei diritti dei bambini, della resilienza e della vulnerabilità (Lacharité et al., 2022; Milani, 2022), finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sin dal 20211.
“Ma noi lo facevamo già”: innovazione sociale e implementazione di programmi come spazio di azione pedagogica
Milani P.
2023
Abstract
Una conseguenza del Covid è l’aumento della povertà di bambini e famiglie che ha prodotto sempre maggiori disuguaglianze. Allo stesso tempo, la letteratura rende disponibili nuove evidenze sul fatto che tali disuguaglianze si creino in famiglia, nei primi anni di vita e che si riproducano a scuola innescando il circolo dello svantaggio sociale, nel quale si entra da bambini, si passa attraverso l’esperienza, implicita o esplicita, della dispersione scolastica e se ne esce come adulti esclusi dal mondo del lavoro e dalle relazioni sociali. Un inedito investimento economico è stato realizzato per fronteggiare questa ondata di povertà: dall’Europa, dal livello nazionale e regionale sono arrivati agli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), per la prima volta nella storia del welfare italiano, ingenti finanziamenti per costruire innovazione sociale al fine di generare un nuovo sistema di welfare, in grado di sostenere la crescita dei bambini producendo nuove alleanze fra famiglie e servizi sociali, educativi, sociosanitari formali e informali. In tale nuovo contesto, assume grande importanza la questione di come implementare nuove politiche e nuove pratiche efficaci e sostenibili, tramite processi di innovazione sociopedagogica capaci di garantire risposte appropriate ai bisogni delle famiglie. Può essere dunque utile, per riconoscere il contributo della ricerca pedagogica nel costruire innovazione sociale, analizzare da questo punto di vista dall’esperienza di P.I.P.P.I., il Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione la cui immagine di sfondo, Pippi calzelunghe, richiama il framework teorico dei diritti dei bambini, della resilienza e della vulnerabilità (Lacharité et al., 2022; Milani, 2022), finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sin dal 20211.File | Dimensione | Formato | |
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