Cittadinanza iure sanguinis e grande naturalizzazione brasiliana

In epoca recente, un sempre maggior numero di cittadini brasiliani di remote origini italiane chiede la nazionalità italiana sulla base del 'diritto di sangue'. La Cassazione a Sezioni Unite esamina l'eventuale effetto impeditivo spiegato dai decreti brasiliani di 'grande naturalizzazione' (1889-1891) sulla trasmissione della cittadinanza iure sanguinis. Richiamando la disciplina interna applicabile ratione temporis (in particolare art. 11 del codice civile 1865), opportunamente storicizzata e costituzionalmente vagliata, la Corte conclude condivisibilmente che il provvedimento di un governo straniero non poteva di per sè causare la perdita della cittadinanza italiana degli avi. Quindi, in assenza di prova contraria, tale diritto sussiste anche in capo ai discendenti.