Il rinnovamento della scuola e la sua qualificazione sono associati alla predisposizione di politiche dell’istruzione adeguate. Al loro interno va annoverata anche l’attenzione peculiare da riservare alla formazione iniziale e continua degli insegnanti, utile a garantire loro un’integrazione nell'ambiente di lavoro e una comune responsabilizzazione verso la mission educativo-scolastica. Il che significa che non basta solamente identificare le competenze degli insegnanti e promuoverne la loro assunzione, ma occorre anche predisporre un loro costante riaggiornamento, considerando lo sviluppo professionale continuo, rendendo le competenze flessibili così come richiedono i cambiamenti nei processi di insegnamento e di apprendimento, dettati dalle nuove sfide educative attuali. La competenza esperta può inoltre essere incrementata grazie allo scambio di esperienze dei docenti, alla promozione di una comunità di pratiche in grado di far propri approcci interdisciplinari e collaborativi. In tal modo, istituti d'istruzione e docenti possono concepire la loro mission e azione in maniera olistica, in cooperazione con i diversi attori che costituiscono la rete educativa in grado di supportare lo sviluppo della studente nell’odierna società complessa. Il suddetto approccio rappresenta un ambito privilegiato di formazione degli insegnanti e riguarda la predisposizione di competenze green secondo quanto individuato dai documenti della comunità europea, attenti a dare sostegno all’educazione alla sostenibilità, in particolar modo, ambientale. Tali competenze prevedono, in un quadro allargato, l’acquisizione di una forma mentis che consideri la complessità del reale, la quale non va ‘ridotta’, ma accolta e interpretata. Ciò significa anche superare nella scuola la visione neoliberalista, la riduzione dell’umano all’economico, del qualitativo al quantitativo, dell’individuazione all’individualismo, della formazione all’informazione unidirezionale e semplificata. È possibile educare alla convivenza democratica ecologica solo prevedendo da parte dei docenti la condivisione di una serie di significati assunti dai termini conoscenza, ambiente, globalizzazione, dialogo, adattamento, salvezza terrestre, terra come sistema dinamico complesso, interdipendenza e appartenenza comune. Nella presenza, cioè, di competenze formative di sostenibilità.
Formare negli insegnanti le competenze di sostenibilità (e green): dal paradigma della separazione al paradigma ecologico della complessità
Mirca Benetton
2022
Abstract
Il rinnovamento della scuola e la sua qualificazione sono associati alla predisposizione di politiche dell’istruzione adeguate. Al loro interno va annoverata anche l’attenzione peculiare da riservare alla formazione iniziale e continua degli insegnanti, utile a garantire loro un’integrazione nell'ambiente di lavoro e una comune responsabilizzazione verso la mission educativo-scolastica. Il che significa che non basta solamente identificare le competenze degli insegnanti e promuoverne la loro assunzione, ma occorre anche predisporre un loro costante riaggiornamento, considerando lo sviluppo professionale continuo, rendendo le competenze flessibili così come richiedono i cambiamenti nei processi di insegnamento e di apprendimento, dettati dalle nuove sfide educative attuali. La competenza esperta può inoltre essere incrementata grazie allo scambio di esperienze dei docenti, alla promozione di una comunità di pratiche in grado di far propri approcci interdisciplinari e collaborativi. In tal modo, istituti d'istruzione e docenti possono concepire la loro mission e azione in maniera olistica, in cooperazione con i diversi attori che costituiscono la rete educativa in grado di supportare lo sviluppo della studente nell’odierna società complessa. Il suddetto approccio rappresenta un ambito privilegiato di formazione degli insegnanti e riguarda la predisposizione di competenze green secondo quanto individuato dai documenti della comunità europea, attenti a dare sostegno all’educazione alla sostenibilità, in particolar modo, ambientale. Tali competenze prevedono, in un quadro allargato, l’acquisizione di una forma mentis che consideri la complessità del reale, la quale non va ‘ridotta’, ma accolta e interpretata. Ciò significa anche superare nella scuola la visione neoliberalista, la riduzione dell’umano all’economico, del qualitativo al quantitativo, dell’individuazione all’individualismo, della formazione all’informazione unidirezionale e semplificata. È possibile educare alla convivenza democratica ecologica solo prevedendo da parte dei docenti la condivisione di una serie di significati assunti dai termini conoscenza, ambiente, globalizzazione, dialogo, adattamento, salvezza terrestre, terra come sistema dinamico complesso, interdipendenza e appartenenza comune. Nella presenza, cioè, di competenze formative di sostenibilità.File | Dimensione | Formato | |
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