The present study explores creativity from the vantage point of Sociology. Often considered something which takes place deep within the psyche of the creative individual, and thus outside the purview of sociological theory, creavity as presented in this dissertation is intimately connected to three domains long considered essential to sociological analysis: space, materiality, and the body. Based on participant observation in the Veneto-based Zamperla amusement park manufacturing company, and the Florence-based Meyer children’s hospital, this study offers a three-part argument. The first chapter explores the spatiality of creativity, analyzing the essential yet easily overlooked fact that all creative processes take place in particular spaces. Drawing upon “labelling theory,” we explore the symbolic power of declaring a space “creative.” In Meyer, the “creativity” of the hospital space is carefully embedded within the architectural layout and interior design of the building. It acts as a monument to its own creativity, whose symbolic power is keenly felt within the daily operations of the hospital. By contrast, the offices of Zamperla are understood as “creative” because of their somewhat chaotic, improvised, “just-in-time” organizational rhythm, which members of the firm see as outward manifestations of their President, Alberto Zamperla. The second chapter explores the generative tension between the immateriality and the materiality of creativity. While the aim of both Meyer and Zamperla is to produce sensations that are immaterial and light – excitement, joy, laughter, thrills – each must work with components that are material and heavy in a physical and sometimes emotional sense – metal blocks, catheters, drips, medical instruments, and so forth. To translate the immateriality of inspiration into an equally immaterial sensation of levity for customers and patients, each must travel through the heavy realm of equipment, moving from air to metal to air. This “productive oxymoron” of creativity also applies to the metaphorical metal of bureaucracy and standardization of procedures, embodied in Zamperla by the leadership of the general Director, sets against the charismatic dimension of the leadership of the President. The last chapter explores creativity and the corporeal dimension. Just as the creative processes in this study are transmitted by way of materiality, so too do they take shape by way of bodies and their practices, capacities and limitations. In Zamperla are described by the passengers of the rides, whose bodies the designers and engineers must constantly take into account, insofar as the high speeds, steep motions, acceleration and the twists of their creations, if taken too far, can cause harm or even death. At Meyer, we consider the body of the performing artists and educational professionals. As part of their intervention and energetic transformation through a relationship of play with ill children, they must maintain and protect their own emotional bodies, insofar as the heavy and intense suffering of the environment can easily erode one’s balance. Through the description and analysis of these two case studies and of these three areas, this thesis offers a new understanding of the creative process, and at the same time demonstrates that the study of creativity is well within the competence of sociological theory and practice.

Il presente studio esplora la creatività dal punto di vista sociologico. Spesso considerato qualcosa che avviene nel profondo della psiche di una persona, e quindi al di fuori della sfera della teoria e della pratica sociologica, la dinamica creativa presentata in questa ricerca è intimamente collegata a tre campi fondanti dell’analisi sociologica: lo spazio, la materialità, e il corpo. Basata sull’osservazione partecipante dell’azienda manifatturiera vicentina di macchine di divertimento Zamperla, e dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, questo studio offre un’argomentazione che si snoda in tre tematiche. Nel primo capitolo, esplora la spazialità della creatività, analizzando il fatto essenziale e facilmente trascurato che tutti i processi creativi si svolgono in spazi dedicati. Attingendo alla “teoria dell’etichettamento”, si esplora il potere simbolico di dichiarare uno spazio “creativo”. Al Meyer, la creatività dello spazio ospedaliero è accuratamente rappresentata dall’allestimento architettonico e insita nel design di interni della costruzione. Esso agisce come un monumento alla sua creatività, il cui potere simbolico è profondamente sentito dall’operatività quotidiana dell’ospedale. Gli uffici della Zamperla, invece, si intendono “creativi” per il loro ritmo organizzativo apparentemente caotico e improvvisato, che i membri organizzativi considerano una manifestazione esteriore del loro Presidente, Alberto Zamperla. Il secondo capitolo esplora la tensione generativa tra l’aspetto immateriale e quello materiale della creatività. Mentre l’intento sia al Meyer che in Zamperla è quello di produrre sensazioni che sono di levità – eccitazione, gioia, risate, emozioni – entrambi devono lavorare con componenti che sono materiali e pesanti in senso fisico e talvolta emotivo – blocchi di metallo, cateteri, flebo, strumenti medici. Per tradurre l’immaterialità dell’ispirazione creativa in un’altrettanto immateriale sensazione di leggerezza per i clienti e i piccoli pazienti, ciascuno deve viaggiare attraverso il regno di forme pesanti, passando dall’aria al metallo all’aria. Quest’“ossimoro produttivo” vale anche per il metallo metaforico della burocrazia e della standardizzazione procedurale, impersonato in Zamperla dalla leadership operativa del Direttore generale, contrapposto alla dimensione carismatica della leadership del Presidente. L’ultimo capitolo esplora la creatività e la dimensione corporea. Proprio come i processi creativi in questo studio sono trasmessi dalla materialità, così sono messi in forma dai corpi e dalle loro pratiche, dalle loro capacità e dai loro limiti. In Zamperla, sono descritti dai passeggeri delle giostre, dei cui corpi progettisti e ingegneri devono costantemente tener conto, perché l’alta velocità, il movimento ripido, l’accelerazione e gli avvitamenti delle loro creazioni, se si spingono oltre, possono provocare danni o addirittura la morte. Al Meyer, si prende in considerazione il corpo degli artisti dello spettacolo e delle professionalità educative. Nel loro intervento di trasformazione energetica attraverso una relazione di gioco con i bambini degenti e malati, devono mantenere e proteggere il loro corpo emozionale, perchè la grevità intensa e di sofferenza dell’ambiente ospedaliero ne logora gli equilibri. Attraverso la descrizione e l’analisi di questi due casi-studio e di questi tre ambiti, questa tesi offre una nuova comprensione del processo creativo, e dimostra allo tempo stesso che lo studio della creatività è ben di competenza della teoria e della pratica sociologica.

Gravità, grevità e levità. Bambini in ospedale e macchine di divertimento: interazioni organizzative e pratiche creative / Vernari, Chiara. - (2011 Jul 27).

Gravità, grevità e levità. Bambini in ospedale e macchine di divertimento: interazioni organizzative e pratiche creative

Vernari, Chiara
2011

Abstract

Il presente studio esplora la creatività dal punto di vista sociologico. Spesso considerato qualcosa che avviene nel profondo della psiche di una persona, e quindi al di fuori della sfera della teoria e della pratica sociologica, la dinamica creativa presentata in questa ricerca è intimamente collegata a tre campi fondanti dell’analisi sociologica: lo spazio, la materialità, e il corpo. Basata sull’osservazione partecipante dell’azienda manifatturiera vicentina di macchine di divertimento Zamperla, e dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, questo studio offre un’argomentazione che si snoda in tre tematiche. Nel primo capitolo, esplora la spazialità della creatività, analizzando il fatto essenziale e facilmente trascurato che tutti i processi creativi si svolgono in spazi dedicati. Attingendo alla “teoria dell’etichettamento”, si esplora il potere simbolico di dichiarare uno spazio “creativo”. Al Meyer, la creatività dello spazio ospedaliero è accuratamente rappresentata dall’allestimento architettonico e insita nel design di interni della costruzione. Esso agisce come un monumento alla sua creatività, il cui potere simbolico è profondamente sentito dall’operatività quotidiana dell’ospedale. Gli uffici della Zamperla, invece, si intendono “creativi” per il loro ritmo organizzativo apparentemente caotico e improvvisato, che i membri organizzativi considerano una manifestazione esteriore del loro Presidente, Alberto Zamperla. Il secondo capitolo esplora la tensione generativa tra l’aspetto immateriale e quello materiale della creatività. Mentre l’intento sia al Meyer che in Zamperla è quello di produrre sensazioni che sono di levità – eccitazione, gioia, risate, emozioni – entrambi devono lavorare con componenti che sono materiali e pesanti in senso fisico e talvolta emotivo – blocchi di metallo, cateteri, flebo, strumenti medici. Per tradurre l’immaterialità dell’ispirazione creativa in un’altrettanto immateriale sensazione di leggerezza per i clienti e i piccoli pazienti, ciascuno deve viaggiare attraverso il regno di forme pesanti, passando dall’aria al metallo all’aria. Quest’“ossimoro produttivo” vale anche per il metallo metaforico della burocrazia e della standardizzazione procedurale, impersonato in Zamperla dalla leadership operativa del Direttore generale, contrapposto alla dimensione carismatica della leadership del Presidente. L’ultimo capitolo esplora la creatività e la dimensione corporea. Proprio come i processi creativi in questo studio sono trasmessi dalla materialità, così sono messi in forma dai corpi e dalle loro pratiche, dalle loro capacità e dai loro limiti. In Zamperla, sono descritti dai passeggeri delle giostre, dei cui corpi progettisti e ingegneri devono costantemente tener conto, perché l’alta velocità, il movimento ripido, l’accelerazione e gli avvitamenti delle loro creazioni, se si spingono oltre, possono provocare danni o addirittura la morte. Al Meyer, si prende in considerazione il corpo degli artisti dello spettacolo e delle professionalità educative. Nel loro intervento di trasformazione energetica attraverso una relazione di gioco con i bambini degenti e malati, devono mantenere e proteggere il loro corpo emozionale, perchè la grevità intensa e di sofferenza dell’ambiente ospedaliero ne logora gli equilibri. Attraverso la descrizione e l’analisi di questi due casi-studio e di questi tre ambiti, questa tesi offre una nuova comprensione del processo creativo, e dimostra allo tempo stesso che lo studio della creatività è ben di competenza della teoria e della pratica sociologica.
27-lug-2011
The present study explores creativity from the vantage point of Sociology. Often considered something which takes place deep within the psyche of the creative individual, and thus outside the purview of sociological theory, creavity as presented in this dissertation is intimately connected to three domains long considered essential to sociological analysis: space, materiality, and the body. Based on participant observation in the Veneto-based Zamperla amusement park manufacturing company, and the Florence-based Meyer children’s hospital, this study offers a three-part argument. The first chapter explores the spatiality of creativity, analyzing the essential yet easily overlooked fact that all creative processes take place in particular spaces. Drawing upon “labelling theory,” we explore the symbolic power of declaring a space “creative.” In Meyer, the “creativity” of the hospital space is carefully embedded within the architectural layout and interior design of the building. It acts as a monument to its own creativity, whose symbolic power is keenly felt within the daily operations of the hospital. By contrast, the offices of Zamperla are understood as “creative” because of their somewhat chaotic, improvised, “just-in-time” organizational rhythm, which members of the firm see as outward manifestations of their President, Alberto Zamperla. The second chapter explores the generative tension between the immateriality and the materiality of creativity. While the aim of both Meyer and Zamperla is to produce sensations that are immaterial and light – excitement, joy, laughter, thrills – each must work with components that are material and heavy in a physical and sometimes emotional sense – metal blocks, catheters, drips, medical instruments, and so forth. To translate the immateriality of inspiration into an equally immaterial sensation of levity for customers and patients, each must travel through the heavy realm of equipment, moving from air to metal to air. This “productive oxymoron” of creativity also applies to the metaphorical metal of bureaucracy and standardization of procedures, embodied in Zamperla by the leadership of the general Director, sets against the charismatic dimension of the leadership of the President. The last chapter explores creativity and the corporeal dimension. Just as the creative processes in this study are transmitted by way of materiality, so too do they take shape by way of bodies and their practices, capacities and limitations. In Zamperla are described by the passengers of the rides, whose bodies the designers and engineers must constantly take into account, insofar as the high speeds, steep motions, acceleration and the twists of their creations, if taken too far, can cause harm or even death. At Meyer, we consider the body of the performing artists and educational professionals. As part of their intervention and energetic transformation through a relationship of play with ill children, they must maintain and protect their own emotional bodies, insofar as the heavy and intense suffering of the environment can easily erode one’s balance. Through the description and analysis of these two case studies and of these three areas, this thesis offers a new understanding of the creative process, and at the same time demonstrates that the study of creativity is well within the competence of sociological theory and practice.
etnografia creatività processi creativi organizzazioni leadership carisma spazio design corpo sensi health care giostre tecnologia aria metallo
Gravità, grevità e levità. Bambini in ospedale e macchine di divertimento: interazioni organizzative e pratiche creative / Vernari, Chiara. - (2011 Jul 27).
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