The present reasearch work aims at tracing within Rousseau's thought a few philosophical issues that allow us to read his political elaboration in a different way than a certain line of interpretation – from Hegel and more recently the Begriffsgeschichte – that is inclined to include it absolutely in the pattern of modern history of power, sovreignty and representation. It is clear that, in order to reach such a target, an outplacement of the Social Contract is needed, by reshaping it on the basis of a problematic context that has been very often ignored by the historiography of political thought. The first and most important problem that needs to be discussed is Rousseau's philosophy of history, that appears radically conflicting with the classical theory of the social pact and with its epistemological and anthropological premises. The second fundamental step lies in pointing out that the political dimension in Rousseau is entirely marked by the crucial role of the social space and of its autonoumous set of rules, especially as concerns the decisive relationship between institutions and the forms of knowledge and opinion: this allows us to understand the importance of a certain interpretation of the topic of social needs. Besides, the research work underlines how the problem of the law might and should be assumed on a governmental level, that can be observed in its whole extension only if we understand Rousseau's pedagogical issues as a paradigmatic structure that must replace any possibile anthropology, focusing on a matter of permanent balance between resources and needs: in such a perspective, pedagogy in Rousseau turns out to be a philosophical operation that is capable to assume liberty in a dynamic relationship with institutions, romovimg from the notion of individual any political potential. In the end, all these aspects give us the chance to reconsider the role of the law in Rousseau from a different point of view on the basis of its relationship with the right, showing that it can be read as the materialization of a balance between commom needs and common forces, and not simply as the intersection of independent wills and particular interests: if we follow this path, the problem of generality, that makes up the Social contract, does not merely appear as a perfect expression of the sovreign model any more, but as the space of production of institutional structures that configure the community's liguistic pattern and its necessary frames of communication. The whole conceptual itinerary was also made possibile thanks to the firm belief that Rousseau was influenced by a specic inheritance of the scientific thought, that he grasped above all from Condillac (whose importance has not been appropriately pointed out yet) and that carries out in his philosophical reflection a radical displacement of the juridical field from the cartesian reason to Newton's hypothetical patterns, within a critical genealogy of rationality

Il presente lavoro di ricerca si propone di rintracciare all'interno del pensiero di Rousseau una serie di nuclei filosofici fondamentali che ci permettono di leggere la sua riflessione politica in una direzione diversa – in parte nuova e in parte già seguita da alcuni interpreti – rispetto a quella chiave interpretativa che, a partire da Hegel e poi dalla Begriffsgeschichte, tende ad includerlo senza resto nel perimetro della storia moderna del potere, della sovranità e della rappresentanza. È chiaro come a questo scopo si renda necessario ricollocare il Du contrat social, la sua opera politica più nota, in una posizione critica, e ridimensionarlo all'interno di un contesto di problemi che sono stati spesso trascurati dalla storia del pensiero politico. Il primo e più importante problema da affrontare è quello della filosofia della storia di Rousseau, che appare radicalmente incompatibile con la teoria classica del patto sociale e con le sue premesse epistemologiche ed antropologiche. Un secondo importante passo consiste nel mettere in evidenza come in Rousseau la dimensione politica sia interamente attraversata dalla centralità del piano sociale e delle sue forme autonome di ordinamento, specialmente nel rapporto decisivo tra istituzioni e figure del sapere e dell'opinione: questo consente di comprendere l'importanza di una particolare interpretazione del tema del bisogno. Si tratta, in seguito, di portare alla luce in che modo la questione della legge possa e debba essere assunta all'interno di un piano governamentale, che appare in tutta la sua estensione solo a partire dall'interpretazione della pedagogia di Rousseau come paradigma che si sostituisce a quello dell'antropologia, e che si concentra su un problema di equilibrio costante tra risorse e bisogni: in questa ottica, la pedagogia si manifesta in Rousseau come operazione filosofica capace di pensare la libertà in una relazione dinamica con l'istituzione, sottraendo alla nozione di individuo ogni significato politico. Tutti questi aspetti ci offrono infine la possibilità di riconsiderare in una prospettiva diversa il ruolo della legge in Rousseau e il suo rapporto con il diritto, mostrando come essa possa essere letta in quanto materializzazione di un relazione tra bisogni comuni e comuni risorse, e non come il semplice intersecarsi di volontà indipendenti ed interessi particolari: in questa direzione, la questione della generalità che fonda il Du contrat social appare non più come compiuta espressione del modello politico sovranista, ma anzi come incarnazione di strutture istituenti, come il linguaggio più proprio della comunità, figura di una necessaria comunicazione. L'intero percorso è reso possibile, inoltre, a partire dalla convinzione che su Rousseau agisca una certa eredità del pensiero scientifico che egli assorbe soprattutto attraverso Condillac (la cui importanza non è stata adeguatamente sottolineata), e che produce all'interno del suo pensiero un radicale spostamento del piano giuridico dalla ragione cartesiana all'ipotesi newtoniana, in funzione di una genalogia critica della razionalità.

La lingua dei liberi: istituzione e governo in Rousseau / Rustighi, Lorenzo. - (2013 Jan 30).

La lingua dei liberi: istituzione e governo in Rousseau

Rustighi, Lorenzo
2013

Abstract

Il presente lavoro di ricerca si propone di rintracciare all'interno del pensiero di Rousseau una serie di nuclei filosofici fondamentali che ci permettono di leggere la sua riflessione politica in una direzione diversa – in parte nuova e in parte già seguita da alcuni interpreti – rispetto a quella chiave interpretativa che, a partire da Hegel e poi dalla Begriffsgeschichte, tende ad includerlo senza resto nel perimetro della storia moderna del potere, della sovranità e della rappresentanza. È chiaro come a questo scopo si renda necessario ricollocare il Du contrat social, la sua opera politica più nota, in una posizione critica, e ridimensionarlo all'interno di un contesto di problemi che sono stati spesso trascurati dalla storia del pensiero politico. Il primo e più importante problema da affrontare è quello della filosofia della storia di Rousseau, che appare radicalmente incompatibile con la teoria classica del patto sociale e con le sue premesse epistemologiche ed antropologiche. Un secondo importante passo consiste nel mettere in evidenza come in Rousseau la dimensione politica sia interamente attraversata dalla centralità del piano sociale e delle sue forme autonome di ordinamento, specialmente nel rapporto decisivo tra istituzioni e figure del sapere e dell'opinione: questo consente di comprendere l'importanza di una particolare interpretazione del tema del bisogno. Si tratta, in seguito, di portare alla luce in che modo la questione della legge possa e debba essere assunta all'interno di un piano governamentale, che appare in tutta la sua estensione solo a partire dall'interpretazione della pedagogia di Rousseau come paradigma che si sostituisce a quello dell'antropologia, e che si concentra su un problema di equilibrio costante tra risorse e bisogni: in questa ottica, la pedagogia si manifesta in Rousseau come operazione filosofica capace di pensare la libertà in una relazione dinamica con l'istituzione, sottraendo alla nozione di individuo ogni significato politico. Tutti questi aspetti ci offrono infine la possibilità di riconsiderare in una prospettiva diversa il ruolo della legge in Rousseau e il suo rapporto con il diritto, mostrando come essa possa essere letta in quanto materializzazione di un relazione tra bisogni comuni e comuni risorse, e non come il semplice intersecarsi di volontà indipendenti ed interessi particolari: in questa direzione, la questione della generalità che fonda il Du contrat social appare non più come compiuta espressione del modello politico sovranista, ma anzi come incarnazione di strutture istituenti, come il linguaggio più proprio della comunità, figura di una necessaria comunicazione. L'intero percorso è reso possibile, inoltre, a partire dalla convinzione che su Rousseau agisca una certa eredità del pensiero scientifico che egli assorbe soprattutto attraverso Condillac (la cui importanza non è stata adeguatamente sottolineata), e che produce all'interno del suo pensiero un radicale spostamento del piano giuridico dalla ragione cartesiana all'ipotesi newtoniana, in funzione di una genalogia critica della razionalità.
30-gen-2013
The present reasearch work aims at tracing within Rousseau's thought a few philosophical issues that allow us to read his political elaboration in a different way than a certain line of interpretation – from Hegel and more recently the Begriffsgeschichte – that is inclined to include it absolutely in the pattern of modern history of power, sovreignty and representation. It is clear that, in order to reach such a target, an outplacement of the Social Contract is needed, by reshaping it on the basis of a problematic context that has been very often ignored by the historiography of political thought. The first and most important problem that needs to be discussed is Rousseau's philosophy of history, that appears radically conflicting with the classical theory of the social pact and with its epistemological and anthropological premises. The second fundamental step lies in pointing out that the political dimension in Rousseau is entirely marked by the crucial role of the social space and of its autonoumous set of rules, especially as concerns the decisive relationship between institutions and the forms of knowledge and opinion: this allows us to understand the importance of a certain interpretation of the topic of social needs. Besides, the research work underlines how the problem of the law might and should be assumed on a governmental level, that can be observed in its whole extension only if we understand Rousseau's pedagogical issues as a paradigmatic structure that must replace any possibile anthropology, focusing on a matter of permanent balance between resources and needs: in such a perspective, pedagogy in Rousseau turns out to be a philosophical operation that is capable to assume liberty in a dynamic relationship with institutions, romovimg from the notion of individual any political potential. In the end, all these aspects give us the chance to reconsider the role of the law in Rousseau from a different point of view on the basis of its relationship with the right, showing that it can be read as the materialization of a balance between commom needs and common forces, and not simply as the intersection of independent wills and particular interests: if we follow this path, the problem of generality, that makes up the Social contract, does not merely appear as a perfect expression of the sovreign model any more, but as the space of production of institutional structures that configure the community's liguistic pattern and its necessary frames of communication. The whole conceptual itinerary was also made possibile thanks to the firm belief that Rousseau was influenced by a specic inheritance of the scientific thought, that he grasped above all from Condillac (whose importance has not been appropriately pointed out yet) and that carries out in his philosophical reflection a radical displacement of the juridical field from the cartesian reason to Newton's hypothetical patterns, within a critical genealogy of rationality
Rousseau, Istituzione, Governo, Pedagogia
La lingua dei liberi: istituzione e governo in Rousseau / Rustighi, Lorenzo. - (2013 Jan 30).
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