The roofing system for houses from Roman times is currently one of the least studied aspects of ancient architecture. One reason is certainly to be found in the very few or almost inexistent archaeological remains: In fact, during an excavation substantial information is usually found concerning the foundation of the structures and on the walls, not surprisingly objects of thorough investigations, whilst the attics and roofs, by far the parts that are most difficult to conserve, are rarely found in the collapse. Therefore the lack of archaeological data is reflected in the manuals on architecture and building related to the Roman period where there are few references to the construction techniques, generally referred to the public buildings. The study of ancient sources (literary, epigraphic, iconographic), the analysis of the archaeological evidence (especially from the area around Vesuvius), the study of the way wooden roofs have been built in the modern era (before using laminated wood) and the study of wood itself was not neglected -as the main material used for roofs- all these studies have made it possible to understand what was known about the roofs of Roman houses; to understand what the constructive typologies were certainly used in the old; to identify the technical and dimensional parameters needed to propose correct reconstructions from a philological point of view, but also static; to understand the relation between the different types of roofing and the planimetry-sizeplanes. Finally, the set-up of the Domus 3D calculation program finally allows to dimension the roof beams and locate the tilting angles of the roofs based on the number of supposed planes in the building and the thickness and type of the wall structures.

Il sistema di copertura delle abitazioni di età romana è uno degli aspetti meno studiati dell’architettura antica; una delle ragioni è sicuramente da ricercare nelle poco numerose o quasi nulle attestazioni archeologiche: se infatti generalmente nel corso degli scavi sono recuperate consistenti informazioni sulle fondazioni delle strutture e su parte degli alzati, non a caso oggetto di studi approfonditi, i solai e i tetti sono in assoluto le parti architettoniche più difficilmente conservabili e rinvenute raramente in stato di crollo. La carenza di dati archeologici si riflette, di conseguenza, nei manuali dedicati all’architettura o all’edilizia di età romana nei quali sono scarsi i riferimenti alle tecniche costruttive relative alle coperture e si riferiscono soprattutto ad edifici pubblici. Lo studio delle fonti antiche (letterarie, epigrafiche, iconografiche), l’analisi delle attestazioni archeologiche (provenienti soprattutto dall’area vesuviana) lo studio delle soluzioni adottate nella costruzione dei tetti in legno in età moderna (prima dell’avvento del legno lamellare) e lo studio del legno, principale materiale adoperato per le coperture, ha permesso di comprendere quanto fosse noto sulle coperture delle abitazioni di epoca romana, capire quali fossero le tipologie costruttive certamente adoperate in antico, identificare i parametri tecnici e dimensionali necessari per proporre ricostruzioni corrette da un punto di vista filologico, ma anche statico, comprendere la relazione tra le diverse tipologie di coperture e le grandezze-planimetrie degli ambienti. La creazione del programma di calcolo Domus 3D permette infine di dimensionare le travi delle coperture e individuare gli angoli di inclinazione possibili sulla base del numero di piani supposti nell’edificio e dello spessore e tipologia delle strutture murarie.

I sistemi di copertura nelle domus di età romana / Centola, V.. - (2018 Jan 14).

I sistemi di copertura nelle domus di età romana

Centola, V.
2018

Abstract

Il sistema di copertura delle abitazioni di età romana è uno degli aspetti meno studiati dell’architettura antica; una delle ragioni è sicuramente da ricercare nelle poco numerose o quasi nulle attestazioni archeologiche: se infatti generalmente nel corso degli scavi sono recuperate consistenti informazioni sulle fondazioni delle strutture e su parte degli alzati, non a caso oggetto di studi approfonditi, i solai e i tetti sono in assoluto le parti architettoniche più difficilmente conservabili e rinvenute raramente in stato di crollo. La carenza di dati archeologici si riflette, di conseguenza, nei manuali dedicati all’architettura o all’edilizia di età romana nei quali sono scarsi i riferimenti alle tecniche costruttive relative alle coperture e si riferiscono soprattutto ad edifici pubblici. Lo studio delle fonti antiche (letterarie, epigrafiche, iconografiche), l’analisi delle attestazioni archeologiche (provenienti soprattutto dall’area vesuviana) lo studio delle soluzioni adottate nella costruzione dei tetti in legno in età moderna (prima dell’avvento del legno lamellare) e lo studio del legno, principale materiale adoperato per le coperture, ha permesso di comprendere quanto fosse noto sulle coperture delle abitazioni di epoca romana, capire quali fossero le tipologie costruttive certamente adoperate in antico, identificare i parametri tecnici e dimensionali necessari per proporre ricostruzioni corrette da un punto di vista filologico, ma anche statico, comprendere la relazione tra le diverse tipologie di coperture e le grandezze-planimetrie degli ambienti. La creazione del programma di calcolo Domus 3D permette infine di dimensionare le travi delle coperture e individuare gli angoli di inclinazione possibili sulla base del numero di piani supposti nell’edificio e dello spessore e tipologia delle strutture murarie.
14-gen-2018
The roofing system for houses from Roman times is currently one of the least studied aspects of ancient architecture. One reason is certainly to be found in the very few or almost inexistent archaeological remains: In fact, during an excavation substantial information is usually found concerning the foundation of the structures and on the walls, not surprisingly objects of thorough investigations, whilst the attics and roofs, by far the parts that are most difficult to conserve, are rarely found in the collapse. Therefore the lack of archaeological data is reflected in the manuals on architecture and building related to the Roman period where there are few references to the construction techniques, generally referred to the public buildings. The study of ancient sources (literary, epigraphic, iconographic), the analysis of the archaeological evidence (especially from the area around Vesuvius), the study of the way wooden roofs have been built in the modern era (before using laminated wood) and the study of wood itself was not neglected -as the main material used for roofs- all these studies have made it possible to understand what was known about the roofs of Roman houses; to understand what the constructive typologies were certainly used in the old; to identify the technical and dimensional parameters needed to propose correct reconstructions from a philological point of view, but also static; to understand the relation between the different types of roofing and the planimetry-sizeplanes. Finally, the set-up of the Domus 3D calculation program finally allows to dimension the roof beams and locate the tilting angles of the roofs based on the number of supposed planes in the building and the thickness and type of the wall structures.
domus, coperture, età romana/houses, roof, Roman times
I sistemi di copertura nelle domus di età romana / Centola, V.. - (2018 Jan 14).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3421937
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