Si trascura troppo spesso di considerare la valutazione come una delle dimensioni fondamentali dell’apprendimento, una componente dei processi d’insegnamento/apprendimento che molto di più dovrebbe essere conosciuta dagli insegnanti. seppure da lungo tempo la ricerca educativa guardi con entusiasmo al ruolo che la valutazione può assumere nei processi educativi a supporto dell’apprendimento, analizzando decenni di pratiche scolastiche risulta abbastanza evidente come la scuola — tutta la scuola, peraltro supportata anche dalla normativa — ne abbia spesso dimenticato o tralasciato la funzione formativa, considerandola, nel migliore dei casi, un’ancella di quella sommativa, un ausilio impiegabile in itinere, contemporaneamente all’attività d’apprendimento, solo come dispositivo utile per decidere il «voto finale», concepito, quest’ultimo, come la valutazione scolastica. Nella scuola, cioè, è generalmente diffusa l’idea che la valutazione rappresenti un momento finale di un’unità formativa, atto diretto a «tirare le somme» del processo d’insegnamento/apprendimento, categorizzare le prestazioni degli alunni e certificarne le conoscenze e/o le competenze raggiunte, in funzione puramente sommativa. Relegando gli alunni a una posizione passiva nei processi di valutazione, gli approcci tradizionali non permettono loro di sperimentarsi nei processi valutativi per diventare autonomi.
La valutazione fra pari nella scuola. Ragioni pedagogico-didattiche e potenzialità formative
Valentina Grion
;Emilia Restiglian
2021
Abstract
Si trascura troppo spesso di considerare la valutazione come una delle dimensioni fondamentali dell’apprendimento, una componente dei processi d’insegnamento/apprendimento che molto di più dovrebbe essere conosciuta dagli insegnanti. seppure da lungo tempo la ricerca educativa guardi con entusiasmo al ruolo che la valutazione può assumere nei processi educativi a supporto dell’apprendimento, analizzando decenni di pratiche scolastiche risulta abbastanza evidente come la scuola — tutta la scuola, peraltro supportata anche dalla normativa — ne abbia spesso dimenticato o tralasciato la funzione formativa, considerandola, nel migliore dei casi, un’ancella di quella sommativa, un ausilio impiegabile in itinere, contemporaneamente all’attività d’apprendimento, solo come dispositivo utile per decidere il «voto finale», concepito, quest’ultimo, come la valutazione scolastica. Nella scuola, cioè, è generalmente diffusa l’idea che la valutazione rappresenti un momento finale di un’unità formativa, atto diretto a «tirare le somme» del processo d’insegnamento/apprendimento, categorizzare le prestazioni degli alunni e certificarne le conoscenze e/o le competenze raggiunte, in funzione puramente sommativa. Relegando gli alunni a una posizione passiva nei processi di valutazione, gli approcci tradizionali non permettono loro di sperimentarsi nei processi valutativi per diventare autonomi.File | Dimensione | Formato | |
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