Il silenzio è comunemente ricondotto all’impossibilità, alla necessità o alla scelta di non parlare o di non far rumore. Ha forme e origini molto diverse. Nella vita come in letteratura, il silenzio può prendere forma dalla punizione, dalla rabbia o dalla vendetta, siano esse inflitte o subite. Altre volte a togliere le parole è il dolore. In altri casi, ancora, il silenzio è compagno della concentrazione, dell’elaborazione intellettuale, della riflessione. Negli episodi più felici, il silenzio è addirittura una condizione ricercata perché accompagna un benefico senso di quiete, di pace, di gioia o di appagamento interiore. Il silenzio si presenta come una pratica necessaria e imprescindibile per contemplare il mondo e interiorizzarlo, per guardare e comprendere gli altri e a sé stessi. Il silenzio, quindi, ha molto a che vedere con le relazioni e le emozioni umane. Questo fatto spiega il perché, contrariamente, a quanto si potrebbe pensare, esso sia un “oggetto” narrativo che ritorna spesso nelle pagine dei libri per l’infanzia.
La meraviglia del bianco. Raccontare la scoperta, lo stupore e lo sbigottimento infantile
Marnie Campagnaro
2020
Abstract
Il silenzio è comunemente ricondotto all’impossibilità, alla necessità o alla scelta di non parlare o di non far rumore. Ha forme e origini molto diverse. Nella vita come in letteratura, il silenzio può prendere forma dalla punizione, dalla rabbia o dalla vendetta, siano esse inflitte o subite. Altre volte a togliere le parole è il dolore. In altri casi, ancora, il silenzio è compagno della concentrazione, dell’elaborazione intellettuale, della riflessione. Negli episodi più felici, il silenzio è addirittura una condizione ricercata perché accompagna un benefico senso di quiete, di pace, di gioia o di appagamento interiore. Il silenzio si presenta come una pratica necessaria e imprescindibile per contemplare il mondo e interiorizzarlo, per guardare e comprendere gli altri e a sé stessi. Il silenzio, quindi, ha molto a che vedere con le relazioni e le emozioni umane. Questo fatto spiega il perché, contrariamente, a quanto si potrebbe pensare, esso sia un “oggetto” narrativo che ritorna spesso nelle pagine dei libri per l’infanzia.Pubblicazioni consigliate
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