Tra VIII e VII secolo a.C. in area etrusco-laziale si registra il primo importante nucleo di ambre figurate della Penisola italiana. I rinvenimenti si concentrano soprattutto presso i contesti funerari di Veio, Vetulonia, Satricum e Narce. L’esistenza di botteghe di produzione durante il VII a.C. è attestata a Vetulonia e Satricum, grazie al rinvenimento di prodotti semifiniti e noduli di ambra grezza. È plausibile ipotizzare che centri di lavorazione fossero presenti anche a Veio, dove sono attestati i manufatti più antichi e, forse, anche a Narce, in cui tra VIII e VII a.C. si registrano stili e rappresentazioni peculiari. Le ambre di questo territorio raffigurano soprattutto cani, scimmie accovacciate e figure femminili nude; tali soggetti caratterizzano la produzione etrusco-laziale del periodo, ma non si riscontrano al di fuori di tale area o nel periodo successivo, salvo rare eccezioni. Si tratta di un’iconografia di matrice vicino-orientale e mediterranea, che rimanda al mondo ctonio e della divinità e che configura questi manufatti come amuleti. Ad un mondo altro e fantastico rimandano probabilmente anche le ambre di Satricum che raffigurano esseri ibridi, le quali costituiscono un unicum nel panorama illustrato.
L’incontro tra iconografia orientalizzante e materia prima degli dei: la nascita della raffigurazione in ambra in area etrusco-laziale
Veronica Gallo
2016
Abstract
Tra VIII e VII secolo a.C. in area etrusco-laziale si registra il primo importante nucleo di ambre figurate della Penisola italiana. I rinvenimenti si concentrano soprattutto presso i contesti funerari di Veio, Vetulonia, Satricum e Narce. L’esistenza di botteghe di produzione durante il VII a.C. è attestata a Vetulonia e Satricum, grazie al rinvenimento di prodotti semifiniti e noduli di ambra grezza. È plausibile ipotizzare che centri di lavorazione fossero presenti anche a Veio, dove sono attestati i manufatti più antichi e, forse, anche a Narce, in cui tra VIII e VII a.C. si registrano stili e rappresentazioni peculiari. Le ambre di questo territorio raffigurano soprattutto cani, scimmie accovacciate e figure femminili nude; tali soggetti caratterizzano la produzione etrusco-laziale del periodo, ma non si riscontrano al di fuori di tale area o nel periodo successivo, salvo rare eccezioni. Si tratta di un’iconografia di matrice vicino-orientale e mediterranea, che rimanda al mondo ctonio e della divinità e che configura questi manufatti come amuleti. Ad un mondo altro e fantastico rimandano probabilmente anche le ambre di Satricum che raffigurano esseri ibridi, le quali costituiscono un unicum nel panorama illustrato.Pubblicazioni consigliate
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