Il contributo affronta il tema della fama di Tiziano nella cultura artistica fiamminga del XVI secolo a partire dagli scritti dell’umanista e artista Dominique Lampson (1532-1599), in particolare la Lamberti Lombardi apud Eburones pictoris celeberrimi vita (1565), la lettera indirizzata al maestro veneziano il 13 marzo 1567 e le Pictorum Aliquot Celebrium Germanie Inferioris Effigies (1572). Attraverso il confronto con la letteratura artistica italiana (Giovio, Vasari, Aretino, Dolce), queste fonti vengono rilette alla luce del contesto politico e storico artistico delle Fiandre nella seconda metà del Cinquecento; dell’esperienza gio- vanile di Lampson nell’atelier liegino di Lambert Lombard, di cui si argomentano alcune riflessioni sul viaggio in Italia (1537-1538) e sul rapporto con Vasari; dei legami instaurati con artisti e letterati negli anni del soggiorno londinese (1554-1558) compiuto al servizio dell’arcivescovo di Canterbury, Reginald Pole, quando il Venere e Adone (1554, Museo del Prado) di Tiziano giunge alla corte di Maria Tudor in occasione delle nozze con Filippo II. Ne emerge, confermata, la fisionomia di un raffinato interprete non solo del vivace dibattito italiano sul confronto con l’antico e sui cosiddetti ‘paragoni’ fra le arti, ma anche delle qualità formali della pittura del Vecellio, di cui Lampson è in grado di rilevare gli aspetti più rappresentativi, tra naturalismo e «alchimia cromatica».
Su Lampson e Tiziano
marsel giuseppe grosso
2018
Abstract
Il contributo affronta il tema della fama di Tiziano nella cultura artistica fiamminga del XVI secolo a partire dagli scritti dell’umanista e artista Dominique Lampson (1532-1599), in particolare la Lamberti Lombardi apud Eburones pictoris celeberrimi vita (1565), la lettera indirizzata al maestro veneziano il 13 marzo 1567 e le Pictorum Aliquot Celebrium Germanie Inferioris Effigies (1572). Attraverso il confronto con la letteratura artistica italiana (Giovio, Vasari, Aretino, Dolce), queste fonti vengono rilette alla luce del contesto politico e storico artistico delle Fiandre nella seconda metà del Cinquecento; dell’esperienza gio- vanile di Lampson nell’atelier liegino di Lambert Lombard, di cui si argomentano alcune riflessioni sul viaggio in Italia (1537-1538) e sul rapporto con Vasari; dei legami instaurati con artisti e letterati negli anni del soggiorno londinese (1554-1558) compiuto al servizio dell’arcivescovo di Canterbury, Reginald Pole, quando il Venere e Adone (1554, Museo del Prado) di Tiziano giunge alla corte di Maria Tudor in occasione delle nozze con Filippo II. Ne emerge, confermata, la fisionomia di un raffinato interprete non solo del vivace dibattito italiano sul confronto con l’antico e sui cosiddetti ‘paragoni’ fra le arti, ma anche delle qualità formali della pittura del Vecellio, di cui Lampson è in grado di rilevare gli aspetti più rappresentativi, tra naturalismo e «alchimia cromatica».Pubblicazioni consigliate
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