La Dislessia Evolutiva (DE) è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà nel leggere accuratamente e fluentemente. Secondo una delle maggiori teorie, la principale causa della DE è di natura fonologica (Snowling 2000; Ramus et al. 2003). Tuttavia, questa teoria non spiega i problemi di motricità fine e grossa spesso rilevati nei dislessici (Lam et al., 2011; Nicolson & Fawcett, 1990), così come i deficit riscontrati nel processamento di tratti morfonsintattici e di strutture sintattiche complesse (e.g., Cantiani et al. 2013; Robertson & Joanisse 2010). Questi fatti possono essere spiegati in termini di comorbidità. Ciò nonostante, la frequenza di co-occorrenza di questi disturbi suggerisce un nesso più profondo. Nel corso della tesi, mi occupo delle seguenti domande: qual è la natura del disturbo nella DE? Cos’hanno in comune le attività linguistiche e motorie? In risposta a questi quesiti, propongo un framework secondo il quale i dislessici stentano ad utilizzare le regolarità temporali per anticipare in maniera efficiente eventi linguistici e motori. Questa ipotesi è corroborata da dati provenienti da 5 studi su bambini e adulti italiani con DE. Lo Studio 1 mostra che la scrittura (un’attività motoria) e la lettura (che è basata sul linguaggio) hanno una traiettoria di sviluppo simile nei primi anni di scuola. Lo Studio 2 mostra che i bambini con DE sono meno capaci di rispettare i principi ritmici di scrittura (PRS) rispetto ai loro pari. La presenza di correlazioni tra le misure di scrittura e lettura/linguaggio suggerisce che il sistema linguistico e motorio sono potenzialmente collegati a livello celebrale. Lo Studio 3 mostra che i PRS sono attivi a partire dai 6 anni e sono rispettati alla pari da tutti i bambini (range di età: 6-10 anni). Questo dato scredita l’ipotesi che la comparsa dei PRS avvenga in seguito ad un certo tempo di esposizione alla scrittura e alla lettura. Lo Studio 4 mostra che gli adulti con DE commettono un errore maggiore e sono più variabili rispetto ai controlli nel predire stimoli ritmici altamente regolari. Inoltre, essi conseguono una scarsa prestazione nel test di grammatica ricettiva e inseriscono meno pioli nel compito di motricità fine. Lo Studio 5 estende lo Studio 4 a bambini con DE. I bambini con DE anticipano oltremisura l’occorrenza del battito e sono molto variabili nelle loro risposte. Inoltre, essi mostrano una competenza morfosintattica compromessa. Nello Studio 4 e 5, i partecipanti con buone capacità anticipatorie sono più veloci nella lettura e ottengono un risultato migliore nei compiti linguistici. Nel complesso, i risultati mostrano che il sistema linguistico e motorio sono più collegati di quanto finora supposto. Le azioni linguistiche e motorie hanno una struttura ritmica che permette agli umani di generare predizioni a livello temporale rispetto l’occorrenza di un imminente input sensoriale. L’abilità di predire efficacemente eventi futuri riduce il carico di memoria per mezzo della pre-attivazione del sistema sensoriale. Alla luce dei presenti risultati, il sistema di predizione temporale nei dislessici appare compromesso, con effetti conseguenti nella sfera linguistica e motoria.

Predictive timing in Developmental Dyslexia: a new hypothesis. Anticipatory skills across language and motor domains

Elena Pagliarini
2016

Abstract

La Dislessia Evolutiva (DE) è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà nel leggere accuratamente e fluentemente. Secondo una delle maggiori teorie, la principale causa della DE è di natura fonologica (Snowling 2000; Ramus et al. 2003). Tuttavia, questa teoria non spiega i problemi di motricità fine e grossa spesso rilevati nei dislessici (Lam et al., 2011; Nicolson & Fawcett, 1990), così come i deficit riscontrati nel processamento di tratti morfonsintattici e di strutture sintattiche complesse (e.g., Cantiani et al. 2013; Robertson & Joanisse 2010). Questi fatti possono essere spiegati in termini di comorbidità. Ciò nonostante, la frequenza di co-occorrenza di questi disturbi suggerisce un nesso più profondo. Nel corso della tesi, mi occupo delle seguenti domande: qual è la natura del disturbo nella DE? Cos’hanno in comune le attività linguistiche e motorie? In risposta a questi quesiti, propongo un framework secondo il quale i dislessici stentano ad utilizzare le regolarità temporali per anticipare in maniera efficiente eventi linguistici e motori. Questa ipotesi è corroborata da dati provenienti da 5 studi su bambini e adulti italiani con DE. Lo Studio 1 mostra che la scrittura (un’attività motoria) e la lettura (che è basata sul linguaggio) hanno una traiettoria di sviluppo simile nei primi anni di scuola. Lo Studio 2 mostra che i bambini con DE sono meno capaci di rispettare i principi ritmici di scrittura (PRS) rispetto ai loro pari. La presenza di correlazioni tra le misure di scrittura e lettura/linguaggio suggerisce che il sistema linguistico e motorio sono potenzialmente collegati a livello celebrale. Lo Studio 3 mostra che i PRS sono attivi a partire dai 6 anni e sono rispettati alla pari da tutti i bambini (range di età: 6-10 anni). Questo dato scredita l’ipotesi che la comparsa dei PRS avvenga in seguito ad un certo tempo di esposizione alla scrittura e alla lettura. Lo Studio 4 mostra che gli adulti con DE commettono un errore maggiore e sono più variabili rispetto ai controlli nel predire stimoli ritmici altamente regolari. Inoltre, essi conseguono una scarsa prestazione nel test di grammatica ricettiva e inseriscono meno pioli nel compito di motricità fine. Lo Studio 5 estende lo Studio 4 a bambini con DE. I bambini con DE anticipano oltremisura l’occorrenza del battito e sono molto variabili nelle loro risposte. Inoltre, essi mostrano una competenza morfosintattica compromessa. Nello Studio 4 e 5, i partecipanti con buone capacità anticipatorie sono più veloci nella lettura e ottengono un risultato migliore nei compiti linguistici. Nel complesso, i risultati mostrano che il sistema linguistico e motorio sono più collegati di quanto finora supposto. Le azioni linguistiche e motorie hanno una struttura ritmica che permette agli umani di generare predizioni a livello temporale rispetto l’occorrenza di un imminente input sensoriale. L’abilità di predire efficacemente eventi futuri riduce il carico di memoria per mezzo della pre-attivazione del sistema sensoriale. Alla luce dei presenti risultati, il sistema di predizione temporale nei dislessici appare compromesso, con effetti conseguenti nella sfera linguistica e motoria.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3324274
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