Il saggio nasce da un progetto di ricerca interdisciplinare, finanziato dall'Università di Padova, coordinato da Rita Deiana. Il saggio riprende il tema molto importante dello spazio dipinto da Giotto all'interno della cappella degli Scrovegni in rapporto con l'architettura della cappella. Ci si sofferma sul significato dei coretti e dei rapporti che possono essere intercorsi tra Giotto e Pietro d'Abano già prima della collaborazione dei due grandi personaggi per la realizzazione delle pitture raffiguranti il movimento dei cieli in Palazzo della Ragione. Nel corso del progetto sono state condotte delle analisi georadar che hanno portato a escludere l'esistenza, anche solo a livello di fondazione, dei muri perimetrali di un transetto, nonché indagini sulle malte a vari livelli dell'edificio. Tale dati, illustrati in altro saggio compreso nel volume, insieme ad altre considerazione, ha permesso di sfatare alcune ricostruzioni della storia dell'edilizia considerate assodate in passato. Il saggio rivede alcuni punti delicati delle vicende architettoniche e propone una nuova ipotesi relativa al modellino dell'oratorio, offerto da Enrico Scrovegni. Si argomenta la tesi che il modellino della cappella non voglia alludere ad un progetto più esteso e non realizzato, ma riprenda uno schema convenzionale assai canonico, a partire dalle prime raffigurazioni a mosaico ancora esistenti nelle basiliche cristiane romane, offrendone una versione aggiornata sulla base degli studi di ottica in cui lo studium patavino eccelleva già nella seconda metà del XIII secolo, proponendo una sorta di prospetto assonometrico ante litteram.
Architettura reale, architettura dipinta
Giovanna Valenzano
2018
Abstract
Il saggio nasce da un progetto di ricerca interdisciplinare, finanziato dall'Università di Padova, coordinato da Rita Deiana. Il saggio riprende il tema molto importante dello spazio dipinto da Giotto all'interno della cappella degli Scrovegni in rapporto con l'architettura della cappella. Ci si sofferma sul significato dei coretti e dei rapporti che possono essere intercorsi tra Giotto e Pietro d'Abano già prima della collaborazione dei due grandi personaggi per la realizzazione delle pitture raffiguranti il movimento dei cieli in Palazzo della Ragione. Nel corso del progetto sono state condotte delle analisi georadar che hanno portato a escludere l'esistenza, anche solo a livello di fondazione, dei muri perimetrali di un transetto, nonché indagini sulle malte a vari livelli dell'edificio. Tale dati, illustrati in altro saggio compreso nel volume, insieme ad altre considerazione, ha permesso di sfatare alcune ricostruzioni della storia dell'edilizia considerate assodate in passato. Il saggio rivede alcuni punti delicati delle vicende architettoniche e propone una nuova ipotesi relativa al modellino dell'oratorio, offerto da Enrico Scrovegni. Si argomenta la tesi che il modellino della cappella non voglia alludere ad un progetto più esteso e non realizzato, ma riprenda uno schema convenzionale assai canonico, a partire dalle prime raffigurazioni a mosaico ancora esistenti nelle basiliche cristiane romane, offrendone una versione aggiornata sulla base degli studi di ottica in cui lo studium patavino eccelleva già nella seconda metà del XIII secolo, proponendo una sorta di prospetto assonometrico ante litteram.File | Dimensione | Formato | |
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