Il presente contributo si propone di descrivere un progetto di ricerca-azione relativo alla fase di reinserimento sociale e lavorativo in un campione di persone inserite in Comunità Terapeutica (CT) per problemi di dipendenza patologica, in cui si è esplorata la relazione tra supporto sociale al lavoro (inteso come qualità della relazione con il proprio supervisore; Blais, Lachance, Vallerand, Briére, & Riddle, 1993; Deci et al., 2001), appartenenza al gruppo dei pari (Pearce & Pickard, 2012; Van Orden et al., 2008) e recupero di una prospettiva temporale (Zimbardo & Boyd, 2008), nonché il ruolo svolto da alcune variabili personali, quali la resilienza, la speranza, l’ottimismo e l’auto-efficacia nella prospettiva della psicologia positiva (Luthans & Avolio, 2009; Luthans & Youssef, 2004; Luthans, Youssef, & Avolio, 2007). Tale trattamento delle dipendenze patologiche attuato in CT, in particolare nel caso di utenti a bassa soglia, rientra nel novero delle politiche attive, così definite perché prevedono il coinvolgimento pieno e partecipe degli utenti in un programma riabilitativo volto al loro reinserimento sociale e lavorativo. Come è noto la variabile fondamentale per la riuscita di un progetto individualizzato di reinserimento è la motivazione (De Leon, 2000): quest’ultima non è tuttavia da sola sufficiente a garantire il successo dell’intervento, che dipende anche dall’entrata in gioco di ulteriori variabili psicologiche che sono oggetto del presente studio. Il percorso riabilitativo in CT, della durata complessiva di 6-9 mesi, ha comportato un lavoro con l’utente centrato sia sulla valorizzazione della persona e delle sue competenze residuali, sia sul recupero dell’autonomia volto a favorirne il graduale rientro nel proprio contesto quotidiano di vita e di lavoro. L’esperienza della frantumazione della relazione con sé stessi, causata dalla condizione di dipendenza psicologica, compromette infatti il rapporto che la persona ha con i propri spazi e tempi, anche interiori, e con il prendersi cura di sé come compito esistenziale. Spesso le esperienze di dipendenza patologica comportano la rottura dei legami affettivi, la perdita del lavoro e più in generale dell’autonomia della persona conducendola, anche attraverso processi di stigmatizzazione della condizione di dipendenza, verso l’emarginazione sociale indipendentemente dallo specifico oggetto o sostanza di abuso.

Sostegno alla persona e supporto sociale al lavoro per il reinserimento nei casi di dipendenza

Dal Corso L.;Di Sipio A.;De Carlo N. A.
2014

Abstract

Il presente contributo si propone di descrivere un progetto di ricerca-azione relativo alla fase di reinserimento sociale e lavorativo in un campione di persone inserite in Comunità Terapeutica (CT) per problemi di dipendenza patologica, in cui si è esplorata la relazione tra supporto sociale al lavoro (inteso come qualità della relazione con il proprio supervisore; Blais, Lachance, Vallerand, Briére, & Riddle, 1993; Deci et al., 2001), appartenenza al gruppo dei pari (Pearce & Pickard, 2012; Van Orden et al., 2008) e recupero di una prospettiva temporale (Zimbardo & Boyd, 2008), nonché il ruolo svolto da alcune variabili personali, quali la resilienza, la speranza, l’ottimismo e l’auto-efficacia nella prospettiva della psicologia positiva (Luthans & Avolio, 2009; Luthans & Youssef, 2004; Luthans, Youssef, & Avolio, 2007). Tale trattamento delle dipendenze patologiche attuato in CT, in particolare nel caso di utenti a bassa soglia, rientra nel novero delle politiche attive, così definite perché prevedono il coinvolgimento pieno e partecipe degli utenti in un programma riabilitativo volto al loro reinserimento sociale e lavorativo. Come è noto la variabile fondamentale per la riuscita di un progetto individualizzato di reinserimento è la motivazione (De Leon, 2000): quest’ultima non è tuttavia da sola sufficiente a garantire il successo dell’intervento, che dipende anche dall’entrata in gioco di ulteriori variabili psicologiche che sono oggetto del presente studio. Il percorso riabilitativo in CT, della durata complessiva di 6-9 mesi, ha comportato un lavoro con l’utente centrato sia sulla valorizzazione della persona e delle sue competenze residuali, sia sul recupero dell’autonomia volto a favorirne il graduale rientro nel proprio contesto quotidiano di vita e di lavoro. L’esperienza della frantumazione della relazione con sé stessi, causata dalla condizione di dipendenza psicologica, compromette infatti il rapporto che la persona ha con i propri spazi e tempi, anche interiori, e con il prendersi cura di sé come compito esistenziale. Spesso le esperienze di dipendenza patologica comportano la rottura dei legami affettivi, la perdita del lavoro e più in generale dell’autonomia della persona conducendola, anche attraverso processi di stigmatizzazione della condizione di dipendenza, verso l’emarginazione sociale indipendentemente dallo specifico oggetto o sostanza di abuso.
2014
Fare ricerca in psicologia del lavoro e delle organizzazioni: qualità scientifica e impatto sociale
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