Licenziamento nullo per motivi sindacali e obblighi contributivi

Secondo un orientamento ormai piuttosto consolidato della Cassazione, la sospensione unilaterale della prestazione lavorativa, disposta dal datore di lavoro in carenza dei presupposti di legge che ne possono legittimare l’adozione, configura un’ipotesi di mora credendi, che non richiede alcun atto di messa in mora da parte del lavoratore, cioè non necessita del rispetto delle forme di cui all’art. 1217 c.c.: il principio, già affermato a proposito della sospensione del rapporto per collocamento in cassa integrazione guadagni non conforme a legge, per erroneo convincimento circa la sussistenza di una clausola di part time verticale, e per eventi riconducibili alla stessa gestione imprenditoriale, viene ora esteso anche al caso di licenziamento nullo per motivi sindacali, al fine di affermare la persistenza dell’obbligo contributivo in relazione al periodo intercorso tra il licenziamento e la riammissione in servizio a seguito di decreto ex art. 28 Stat. lav.