L’obiettivo di questo contributo è quello di riconsiderare alcuni aspetti propri della pittura religiosa di Tiziano nel sesto decennio, interpretandoli alla luce di un dialogo mai interrotto con Roma e soprattutto con la maniera di Raffaello e Michelangelo. È attraverso le esperienze maturate in questi anni, in cui si compie il secondo soggiorno augustano del 1550-1551, che il Vecellio con un estremo sforzo di sintesi tra forma e colore intuisce la via per chiudere la “provvidenziale” (Pallucchini 1981) partita con la cultura centroitaliana. A partire dall’individuazione di nuove fonti di riferimento desunte dalla scultura antica e moderna, in particolare dei Lombardo, ma anche dalla circolazione di stampe e disegni, il contributo analizza alcune opere destinate alla Spagna e all’Italia, che il maestro stesso definisce “devotissime”. Tra queste, il Peccato originale e la Santa Margherita del Prado, o ancora il Cristo risorto appare alla Madre della chiesa Parrocchiale di Medole, un dipinto generalmente costretto ai margini della storiografia tizianesca per le sue drammatiche vicende conservative, ma in realtà emblematico di questo momento di inquietudine formale, passeggero, ma allo stesso tempo capace di traghettare il maestro nella sua ultima stagione.

Fonti antiche e moderne per la pittura religiosa di Tiziano nel sesto decennio

Grosso Marsel
2016

Abstract

L’obiettivo di questo contributo è quello di riconsiderare alcuni aspetti propri della pittura religiosa di Tiziano nel sesto decennio, interpretandoli alla luce di un dialogo mai interrotto con Roma e soprattutto con la maniera di Raffaello e Michelangelo. È attraverso le esperienze maturate in questi anni, in cui si compie il secondo soggiorno augustano del 1550-1551, che il Vecellio con un estremo sforzo di sintesi tra forma e colore intuisce la via per chiudere la “provvidenziale” (Pallucchini 1981) partita con la cultura centroitaliana. A partire dall’individuazione di nuove fonti di riferimento desunte dalla scultura antica e moderna, in particolare dei Lombardo, ma anche dalla circolazione di stampe e disegni, il contributo analizza alcune opere destinate alla Spagna e all’Italia, che il maestro stesso definisce “devotissime”. Tra queste, il Peccato originale e la Santa Margherita del Prado, o ancora il Cristo risorto appare alla Madre della chiesa Parrocchiale di Medole, un dipinto generalmente costretto ai margini della storiografia tizianesca per le sue drammatiche vicende conservative, ma in realtà emblematico di questo momento di inquietudine formale, passeggero, ma allo stesso tempo capace di traghettare il maestro nella sua ultima stagione.
2016
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