Come è ormai ben noto, i repentini cambiamenti che hanno interessato il mondo del lavoro e dell’economia pongono numerose e poche prevedibili sfide ai lavoratori del nostro secolo e suggeriscono la necessità di ricorrere a modelli diversi e di enfatizzare risorse nuove e l’apprendimento durante tutto l’arco della vita. I lavoratori del nostro secolo occuperanno, infatti, posizioni e ruoli lavorativi diversi, a volte centrali, a volte periferici e marginali; dovranno aver appreso come investire al meglio le loro attuali competenze per adattarsi e svilupparne delle nuove in modo da dare il loro apporto in un mercato del lavoro ‘senza confini’ certi. Con elevata probabilità dovranno prendere decisioni professionali più spesso di quanto facevano quelli delle generazioni precedenti e queste riguarderanno, soprattutto, lavori ed attività a breve termine (Nota, Ginevra, & Santilli, 2015). Emblematico è a riguardo il report The Future of Work (2014) realizzato dalla UK Commission for Employment and Skills da cui si evince chiaramente che, pensando alle future generazioni, non si potrà considerare un unico futuro quanto più futuri possibili, definibili solo fino ad un certo punto e su cui una serie di fattori altrettanto probabili e solo in parte pensabili, agiscono e agiranno imprimendo direzioni diverse al variare della loro intensità, del momento in cui si manifesteranno e delle loro interazioni. Consapevoli di questa complessità, gli studiosi che hanno maggiormente a cuore il futuro dei giovanissimi si stanno impegnando ad elaborare modelli, a ricercare metodi di career counselling e a mettere a punto interventi strutturati che facciano riferimento ad un approccio dinamico, che incoraggino il pensiero immaginativo, favoriscano l’esplorazione e la progettazione di possibili sé anche in modo originale. In un’ottica di sviluppo positivo, infatti, diventa rilevante agire per tempo, in modo preventivo, creando le condizioni affinché i bambini acquisiscano conoscenze, abilità, modalità di lettura della realtà di tipo adattivo che consentano loro di affrontare con successo le transizioni e i compiti evolutivi che il mondo del lavoro comporta, adottando quindi logiche proattive. A questo riguardo, Whiston e James (2013) sottolineano il ruolo dei career counsellor nel favorire una conoscenza articolata e realistica del mondo del lavoro e delle professioni, la progettazione del futuro, l’individuazione di obiettivi professionali e delle capacità utili al loro perseguimento, in anticipo rispetto ai momenti difficili di transi¬zione. A tale scopo dovrebbero mettere in atto azioni rivolte non solo al singolo individuo, ma anche a piccoli e grandi gruppi, utilizzando modalità innovative (a distanza) e nuove tecnologie (Nota, Soresi, Ferrari, & Ginevra, 2014). Tra tali tipologie quelle utilizzate nel contesto di piccoli gruppi presentano consistenti vantaggi perché facilitano il confronto tra i pari, l’applicazione di tecniche di insegnamento (ad esempio, role-play, modeling, di¬scussione) che incoraggiano la partecipazione attiva dei soggetti, il ricorso ad esercitazioni che possono favorire la generalizzazione delle abilità e conoscenze acquisite anche ad altri contesti e la possibilità di ricorrere a feedback e rinforzi personalizzati per ciascun parte¬cipante (Pyle, 2007). Tenendo conto di ciò, in questo capitolo ci occuperemo dello sviluppo professionale, e in particolare delle conoscenze professionali, nella seconda infanzia (dai 3 ai 6 anni). Prenderemo in esame alcuni dei modelli teorici che nel corso degli anni si sono occupati di ciò e porremo particolare attenzione agli approcci più recenti che tengono conto dei cambiamenti del mercato del lavoro attuale nell’analisi dello sviluppo personale e profes¬sionale. Verranno proposte procedure che possono essere utilizzate per analizzare in modo efficace ed informativo le conoscenze professionali generalmente possedute a quest’età. Inoltre, verrà descritto un intervento preventivo rivolto a piccoli gruppi che può essere im¬plementato da professionisti esperti o da insegnanti specificatamente formati per favorire la promozione delle conoscenze professionali nei bambini della scuola dell’infanzia.
Lo sviluppo professionale delle future giovani generazioni: un esempio di intervento
FERRARI, LEA;GINEVRA, MARIA CRISTINA;SGARAMELLA, TERESA MARIA;NOTA, LAURA;SORESI, SALVATORE
2016
Abstract
Come è ormai ben noto, i repentini cambiamenti che hanno interessato il mondo del lavoro e dell’economia pongono numerose e poche prevedibili sfide ai lavoratori del nostro secolo e suggeriscono la necessità di ricorrere a modelli diversi e di enfatizzare risorse nuove e l’apprendimento durante tutto l’arco della vita. I lavoratori del nostro secolo occuperanno, infatti, posizioni e ruoli lavorativi diversi, a volte centrali, a volte periferici e marginali; dovranno aver appreso come investire al meglio le loro attuali competenze per adattarsi e svilupparne delle nuove in modo da dare il loro apporto in un mercato del lavoro ‘senza confini’ certi. Con elevata probabilità dovranno prendere decisioni professionali più spesso di quanto facevano quelli delle generazioni precedenti e queste riguarderanno, soprattutto, lavori ed attività a breve termine (Nota, Ginevra, & Santilli, 2015). Emblematico è a riguardo il report The Future of Work (2014) realizzato dalla UK Commission for Employment and Skills da cui si evince chiaramente che, pensando alle future generazioni, non si potrà considerare un unico futuro quanto più futuri possibili, definibili solo fino ad un certo punto e su cui una serie di fattori altrettanto probabili e solo in parte pensabili, agiscono e agiranno imprimendo direzioni diverse al variare della loro intensità, del momento in cui si manifesteranno e delle loro interazioni. Consapevoli di questa complessità, gli studiosi che hanno maggiormente a cuore il futuro dei giovanissimi si stanno impegnando ad elaborare modelli, a ricercare metodi di career counselling e a mettere a punto interventi strutturati che facciano riferimento ad un approccio dinamico, che incoraggino il pensiero immaginativo, favoriscano l’esplorazione e la progettazione di possibili sé anche in modo originale. In un’ottica di sviluppo positivo, infatti, diventa rilevante agire per tempo, in modo preventivo, creando le condizioni affinché i bambini acquisiscano conoscenze, abilità, modalità di lettura della realtà di tipo adattivo che consentano loro di affrontare con successo le transizioni e i compiti evolutivi che il mondo del lavoro comporta, adottando quindi logiche proattive. A questo riguardo, Whiston e James (2013) sottolineano il ruolo dei career counsellor nel favorire una conoscenza articolata e realistica del mondo del lavoro e delle professioni, la progettazione del futuro, l’individuazione di obiettivi professionali e delle capacità utili al loro perseguimento, in anticipo rispetto ai momenti difficili di transi¬zione. A tale scopo dovrebbero mettere in atto azioni rivolte non solo al singolo individuo, ma anche a piccoli e grandi gruppi, utilizzando modalità innovative (a distanza) e nuove tecnologie (Nota, Soresi, Ferrari, & Ginevra, 2014). Tra tali tipologie quelle utilizzate nel contesto di piccoli gruppi presentano consistenti vantaggi perché facilitano il confronto tra i pari, l’applicazione di tecniche di insegnamento (ad esempio, role-play, modeling, di¬scussione) che incoraggiano la partecipazione attiva dei soggetti, il ricorso ad esercitazioni che possono favorire la generalizzazione delle abilità e conoscenze acquisite anche ad altri contesti e la possibilità di ricorrere a feedback e rinforzi personalizzati per ciascun parte¬cipante (Pyle, 2007). Tenendo conto di ciò, in questo capitolo ci occuperemo dello sviluppo professionale, e in particolare delle conoscenze professionali, nella seconda infanzia (dai 3 ai 6 anni). Prenderemo in esame alcuni dei modelli teorici che nel corso degli anni si sono occupati di ciò e porremo particolare attenzione agli approcci più recenti che tengono conto dei cambiamenti del mercato del lavoro attuale nell’analisi dello sviluppo personale e profes¬sionale. Verranno proposte procedure che possono essere utilizzate per analizzare in modo efficace ed informativo le conoscenze professionali generalmente possedute a quest’età. Inoltre, verrà descritto un intervento preventivo rivolto a piccoli gruppi che può essere im¬plementato da professionisti esperti o da insegnanti specificatamente formati per favorire la promozione delle conoscenze professionali nei bambini della scuola dell’infanzia.Pubblicazioni consigliate
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