In relazione ai cambiamenti, all’incertezza, all’imprevedibilità che caratterizzano le società attuali, già da tempo, accanto a dimensioni tradizionali del career counseling, come gli interessi, le credenze di autoefficacia, le barriere professionali, il modello sociocognitivo ha dato enfasi ad altri costrutti come la prontezza professionale per preparare le persone circa gli eventi positivi o negativi che possono verificarsi nel corso della propria vita professionale e personale [Lent 2012]. Un altro rilevante contributo in questa direzione, come recentemente sostenuto da Ferrari, Sgaramella e Soresi [2015], è dovuto all’approccio Life Design [Savickas et al. 2009] che è stato delineato per fronteggiare le questioni della costruzione professionale nei tempi di crisi che stiamo attraversando. È proprio nell’ambito del Life Design che i tradizionali costrutti psicoattitudinali e la ricerca di indici di congruenza tra gli interessi e le abilità della persona con il contesto lavorativo sono stati abbandonati a vantaggio di nuove e importanti dimensioni, quali l’adattabilità professionale, la speranza, l’ottimismo, la resilienza e la prospettiva temporale, considerate risorse chiave per gestire la complessità del mercato del lavoro attuale. È su questi costrutti che vorremmo puntare l’attenzione in questo capitolo, evidenziandone l’importanza nei processi di progettazione professionale nei tempi attuali e lungo l’intero arco di vita e presentando alcune procedure quantitative e qualitative che sono generalmente raccomandabili quando le persone presentano accentuate difficoltà linguististico-comunicativo, tendenza alla delega e alla passività, o quando, per svariate ragioni, non percepiscono l’importanza del career counseling e delle richieste che i professionisti delle scelte professionali indirizzano loro [Soresi e Nota 2010]. In particolare in presenza di persone con menomazioni, anche di tipo intellettivo, le procedure qualitative possono essere particolarmente utili per mettere in evidenza l’eterogeneità che esiste fra loro e favorire rapporti e interventi personalizzati. Le valutazioni qualitative sono più sensibili e maggiormente rispettose delle diversità e delle peculiarità che ogni persona porta con sé, in questo senso possono aiutare i professionisti a non considerare come tutte uguali persone che, solo in considerazione di punteggi analoghi in determinati subtest, vengono incluse nella stessa categoria, «intrappolate» in classificazioni negative.
Nuove dimensioni per progettare il futuro professionale e per dare significato al lavoro
GINEVRA, MARIA CRISTINA;FERRARI, LEA;SGARAMELLA, TERESA MARIA;SANTILLI, SARA;DI MAGGIO, ILARIA;NOTA, LAURA;SORESI, SALVATORE
2016
Abstract
In relazione ai cambiamenti, all’incertezza, all’imprevedibilità che caratterizzano le società attuali, già da tempo, accanto a dimensioni tradizionali del career counseling, come gli interessi, le credenze di autoefficacia, le barriere professionali, il modello sociocognitivo ha dato enfasi ad altri costrutti come la prontezza professionale per preparare le persone circa gli eventi positivi o negativi che possono verificarsi nel corso della propria vita professionale e personale [Lent 2012]. Un altro rilevante contributo in questa direzione, come recentemente sostenuto da Ferrari, Sgaramella e Soresi [2015], è dovuto all’approccio Life Design [Savickas et al. 2009] che è stato delineato per fronteggiare le questioni della costruzione professionale nei tempi di crisi che stiamo attraversando. È proprio nell’ambito del Life Design che i tradizionali costrutti psicoattitudinali e la ricerca di indici di congruenza tra gli interessi e le abilità della persona con il contesto lavorativo sono stati abbandonati a vantaggio di nuove e importanti dimensioni, quali l’adattabilità professionale, la speranza, l’ottimismo, la resilienza e la prospettiva temporale, considerate risorse chiave per gestire la complessità del mercato del lavoro attuale. È su questi costrutti che vorremmo puntare l’attenzione in questo capitolo, evidenziandone l’importanza nei processi di progettazione professionale nei tempi attuali e lungo l’intero arco di vita e presentando alcune procedure quantitative e qualitative che sono generalmente raccomandabili quando le persone presentano accentuate difficoltà linguististico-comunicativo, tendenza alla delega e alla passività, o quando, per svariate ragioni, non percepiscono l’importanza del career counseling e delle richieste che i professionisti delle scelte professionali indirizzano loro [Soresi e Nota 2010]. In particolare in presenza di persone con menomazioni, anche di tipo intellettivo, le procedure qualitative possono essere particolarmente utili per mettere in evidenza l’eterogeneità che esiste fra loro e favorire rapporti e interventi personalizzati. Le valutazioni qualitative sono più sensibili e maggiormente rispettose delle diversità e delle peculiarità che ogni persona porta con sé, in questo senso possono aiutare i professionisti a non considerare come tutte uguali persone che, solo in considerazione di punteggi analoghi in determinati subtest, vengono incluse nella stessa categoria, «intrappolate» in classificazioni negative.Pubblicazioni consigliate
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