Svolgere attività di career counseling con persone in difficoltà significa occuparsi massicciamente di inclusione e della capacità dei contesti di accogliere le persone con le loro diversità, puntare allo sviluppo e all’utilizzo del loro capitale umano, per permettere a tutti di apprendere, lavorare e collaborare con gli altri [Waldron e McLeskey 2010]. Tutto questo richiede sforzi, scelte e strategie per fronteggiare pregiudizi socioculturali, per abbattere barriere sociali emarginanti e per potenziare la partecipazione attiva di tutti. Sono necessarie ipotesi originali e coraggiose e un’adesione completa a visioni ampiamente inclusive [Savickas et al. 2009] che, per altro, possono essere preziose per gestire al meglio la sempre più crescente variabilità ed eterogeneità che si osserva nelle nostre scuole, nei contesti lavorativi e sociali. Occuparsi di progettazione professionale significa predisporre condizioni in grado di: • stimolare approfondite valutazioni di sé e la raccolta di informazioni relative all’ambito della formazione e del lavoro; • favorire la conoscenza delle leggi che regolano il cosiddetto sviluppo professionale e gli ambienti formativi e professionali; • incrementare le abilità di problem solving al fine di facilitare adeguate operazioni di elaborazione delle informazioni e l’attivazione di processi esecutivi di controllo delle azioni che la stessa persona è chiamata a intraprendere (raccogliere informazioni relative al sé, all’ambito della formazione e del lavoro; processare, archiviare e mantenere in memoria le informazioni maggiormente rilevanti; utilizzare le informazioni raccolte nelle diverse fasi del career decision making; pianificare e realizzare la decisione assunta). Sono questi sostegni a caratterizzare l’attività di orientamento che potrebbe pertanto essere definita in termini di erogazione di aiuti finalizzati a supportare la persona nelle operazioni di raccolta, processazione e uso delle informazioni di tipo formativo e professionale e nella pianificazione e realizzazione delle sue decisioni [Soresi e Nota 2000]. È legittimo ritenere che le condizioni e le capacità necessarie per l’attivazione di processi complessi come quelli su indicati non siano presenti in ugual misura in tutte le persone anche se caratterizzabili per la presenza di una stessa tipologia di menomazioni e disabilità. Tali capacità, d’altra parte, fanno registrare elevati livelli di variabilità anche in individui con sviluppo tipico tanto che non dovrebbe sorprendere il constatare che, a causa di particolari situazioni (come quelle derivanti dalla presenza di menomazioni e disabilità) e di condizioni ambientali sfavorevoli (pressioni temporali, perdita di un lavoro, la necessità della riqualificazione e della mobilità), potrebbero risultare scarsamente sviluppate, poco efficaci e disfunzionali. Per mettere in evidenza tutto ciò, sono necessari, in primo luogo, una serie di strumenti di analisi che possono essere utilizzati con adolescenti e adulti che si accingono a scegliere un percorso formativo o a ricercare una collocazione lavorativa. A riguardo, diversi sono gli strumenti che nell’ambito dei lavori di ricerca del Laboratorio Larios e del Centro di ateneo per la disabilità e l’inclusione dell’Università di Padova, negli ultimi vent’anni, sono stati messi a punto, sperimentati e validati con preadolescenti, adolescenti e adulti, con e senza disabilità, per approfondire alcune dimensioni classiche per il career decision making, quali gli interessi e le credenze di efficacia, le capacità decisionali e di problem solving, i valori professionali, le barriere e i supporti professionali, e su cui vogliamo puntare l’attenzione in questo capitolo. Alcuni di questi strumenti sono stati riuniti in portfoli, quali l’Optimist [Soresi e Nota 2003] e il Clipper [Soresi e Nota 2001b] che sono accompagnati da una serie di manuali utili per il loro utilizzo. Questi, accanto alla descrizione delle variabili oggetto di indagine, contengono le indicazioni per l’applicazione e lo scoring, esempi di relazioni che dopo le opportune personalizzazioni possono essere proposte alle persone, e indicazioni per gli interventi che potrebbero e andrebbero realizzati. Sono inoltre disponibili, per il contesto italiano, le batterie Magellano: la batteria Magellano Università si prefigge di aiutare a compiere una scelta del percorso universitario, stimolando l’analisi degli interessi professionali, delle caratteristiche di personalità utilizzando la forma G-94 del Myers-Brigss Type Indicator (MRTI), delle attitudini (verbali, numeriche, astratte, spaziali, meccaniche, di comprensione di brani e fluidità cognitiva) e delle capacità di risoluzione dei problemi utilizzando il Problem Solving Inventory di Heppner [1988]; Magellano Lavoro si rivolge agli studenti delle scuole superiori che hanno intenzione di entrare nel mondo del lavoro al termine degli studi e fornisce loro un profilo di orientamento verso un ambito lavorativo; Orienta Lavoro, infine, si rivolge ai giovani e ai lavoratori che stanno cercando una prima occupazione o che vogliono cambiare la propria attività professionale stimolando delle riflessioni sulla base delle loro credenze di efficacia, della loro motivazione e dei valori che intendono soddisfare. Nel 2007 è stato messo a punto anche il Portfolio per l’Assessment, il Trattamento e l’Integrazione delle Disabilità – Orientamento (ASTRID-OR) [Soresi e Nota 2007]. Esso prevede una serie di strumenti quantitativi e qualitativi sperimentati e validati con persone con menomazione per approfondire alcune dimensioni importanti per la progettazione professionale, quali gli interessi e le credenze di efficacia, le capacità decisionali e di problem solving, la decisionalità, i valori professionali e le abilità sociali associate al lavoro. Esso prevede strumenti, raccolti in due volumi, da utilizzare sia direttamente con persone con menomazione, sia una serie di questionari e di interviste da proporre a familiari e operatori. Nello specifico, il primo volume presenta procedure qualitative e quantitative che potrebbero essere utilizzate per stimolare la riflessione e analizzare: la rappresentazione che le persone con disabilità posseggono a proposito del lavoro, dello studio e del tempo libero; i livelli di decisione/indecisione scolastico-professionale associati a scarsa conoscenza su di sé e sulla realtà scolastico-professionale, a scarsa competenza decisionale e a pensieri disfunzionali sul problema della scelta; le credenze di autoefficacia in ambito professionale; le capacità di valutazione delle situazioni problematiche e delle credenze al riguardo; gli stili generalmente utilizzati nell’affrontare dilemmi decisionali. Il secondo volume invece consente di valutare: le preferenze professionali, le credenze di efficacia professionale e le probabilità di realizzazione, per mettere in relazione preferenze espresse e concrete possibilità di attuazione; i valori e le motivazioni professionali, come approfondimento delle finalità e dei bisogni che la persona esprime; le abilità sociali inerenti al lavoro, ovvero i comportamenti sociali sul posto di lavoro e il grado di competenza sociale espressa nelle interazioni lavorative; le idee irrazionali, ovvero quei pensieri «bloccanti» che non aiutano a riflettere in modo adeguato nei confronti del proprio futuro professionale. A titolo esemplificativo, nelle pagine che seguono saranno presentati alcuni strumenti qualitativi e quantitativi che sono stati pensati per facilitare la valutazione delle credenze di efficacia, delle abilità di problem solving professionale e degli stili decisionali, degli interessi, delle barriere e dei supporti percepiti e dei valori professionali, dimensioni che risultano essere rilevanti per avviare e favorire la progettazione del futuro anche con persone con disabilità.

Strumenti e procedure di assessment per l’orientamento e la progettazione professionale

Ginevra M. C.;Nota Laura;Ferrari L.
2016

Abstract

Svolgere attività di career counseling con persone in difficoltà significa occuparsi massicciamente di inclusione e della capacità dei contesti di accogliere le persone con le loro diversità, puntare allo sviluppo e all’utilizzo del loro capitale umano, per permettere a tutti di apprendere, lavorare e collaborare con gli altri [Waldron e McLeskey 2010]. Tutto questo richiede sforzi, scelte e strategie per fronteggiare pregiudizi socioculturali, per abbattere barriere sociali emarginanti e per potenziare la partecipazione attiva di tutti. Sono necessarie ipotesi originali e coraggiose e un’adesione completa a visioni ampiamente inclusive [Savickas et al. 2009] che, per altro, possono essere preziose per gestire al meglio la sempre più crescente variabilità ed eterogeneità che si osserva nelle nostre scuole, nei contesti lavorativi e sociali. Occuparsi di progettazione professionale significa predisporre condizioni in grado di: • stimolare approfondite valutazioni di sé e la raccolta di informazioni relative all’ambito della formazione e del lavoro; • favorire la conoscenza delle leggi che regolano il cosiddetto sviluppo professionale e gli ambienti formativi e professionali; • incrementare le abilità di problem solving al fine di facilitare adeguate operazioni di elaborazione delle informazioni e l’attivazione di processi esecutivi di controllo delle azioni che la stessa persona è chiamata a intraprendere (raccogliere informazioni relative al sé, all’ambito della formazione e del lavoro; processare, archiviare e mantenere in memoria le informazioni maggiormente rilevanti; utilizzare le informazioni raccolte nelle diverse fasi del career decision making; pianificare e realizzare la decisione assunta). Sono questi sostegni a caratterizzare l’attività di orientamento che potrebbe pertanto essere definita in termini di erogazione di aiuti finalizzati a supportare la persona nelle operazioni di raccolta, processazione e uso delle informazioni di tipo formativo e professionale e nella pianificazione e realizzazione delle sue decisioni [Soresi e Nota 2000]. È legittimo ritenere che le condizioni e le capacità necessarie per l’attivazione di processi complessi come quelli su indicati non siano presenti in ugual misura in tutte le persone anche se caratterizzabili per la presenza di una stessa tipologia di menomazioni e disabilità. Tali capacità, d’altra parte, fanno registrare elevati livelli di variabilità anche in individui con sviluppo tipico tanto che non dovrebbe sorprendere il constatare che, a causa di particolari situazioni (come quelle derivanti dalla presenza di menomazioni e disabilità) e di condizioni ambientali sfavorevoli (pressioni temporali, perdita di un lavoro, la necessità della riqualificazione e della mobilità), potrebbero risultare scarsamente sviluppate, poco efficaci e disfunzionali. Per mettere in evidenza tutto ciò, sono necessari, in primo luogo, una serie di strumenti di analisi che possono essere utilizzati con adolescenti e adulti che si accingono a scegliere un percorso formativo o a ricercare una collocazione lavorativa. A riguardo, diversi sono gli strumenti che nell’ambito dei lavori di ricerca del Laboratorio Larios e del Centro di ateneo per la disabilità e l’inclusione dell’Università di Padova, negli ultimi vent’anni, sono stati messi a punto, sperimentati e validati con preadolescenti, adolescenti e adulti, con e senza disabilità, per approfondire alcune dimensioni classiche per il career decision making, quali gli interessi e le credenze di efficacia, le capacità decisionali e di problem solving, i valori professionali, le barriere e i supporti professionali, e su cui vogliamo puntare l’attenzione in questo capitolo. Alcuni di questi strumenti sono stati riuniti in portfoli, quali l’Optimist [Soresi e Nota 2003] e il Clipper [Soresi e Nota 2001b] che sono accompagnati da una serie di manuali utili per il loro utilizzo. Questi, accanto alla descrizione delle variabili oggetto di indagine, contengono le indicazioni per l’applicazione e lo scoring, esempi di relazioni che dopo le opportune personalizzazioni possono essere proposte alle persone, e indicazioni per gli interventi che potrebbero e andrebbero realizzati. Sono inoltre disponibili, per il contesto italiano, le batterie Magellano: la batteria Magellano Università si prefigge di aiutare a compiere una scelta del percorso universitario, stimolando l’analisi degli interessi professionali, delle caratteristiche di personalità utilizzando la forma G-94 del Myers-Brigss Type Indicator (MRTI), delle attitudini (verbali, numeriche, astratte, spaziali, meccaniche, di comprensione di brani e fluidità cognitiva) e delle capacità di risoluzione dei problemi utilizzando il Problem Solving Inventory di Heppner [1988]; Magellano Lavoro si rivolge agli studenti delle scuole superiori che hanno intenzione di entrare nel mondo del lavoro al termine degli studi e fornisce loro un profilo di orientamento verso un ambito lavorativo; Orienta Lavoro, infine, si rivolge ai giovani e ai lavoratori che stanno cercando una prima occupazione o che vogliono cambiare la propria attività professionale stimolando delle riflessioni sulla base delle loro credenze di efficacia, della loro motivazione e dei valori che intendono soddisfare. Nel 2007 è stato messo a punto anche il Portfolio per l’Assessment, il Trattamento e l’Integrazione delle Disabilità – Orientamento (ASTRID-OR) [Soresi e Nota 2007]. Esso prevede una serie di strumenti quantitativi e qualitativi sperimentati e validati con persone con menomazione per approfondire alcune dimensioni importanti per la progettazione professionale, quali gli interessi e le credenze di efficacia, le capacità decisionali e di problem solving, la decisionalità, i valori professionali e le abilità sociali associate al lavoro. Esso prevede strumenti, raccolti in due volumi, da utilizzare sia direttamente con persone con menomazione, sia una serie di questionari e di interviste da proporre a familiari e operatori. Nello specifico, il primo volume presenta procedure qualitative e quantitative che potrebbero essere utilizzate per stimolare la riflessione e analizzare: la rappresentazione che le persone con disabilità posseggono a proposito del lavoro, dello studio e del tempo libero; i livelli di decisione/indecisione scolastico-professionale associati a scarsa conoscenza su di sé e sulla realtà scolastico-professionale, a scarsa competenza decisionale e a pensieri disfunzionali sul problema della scelta; le credenze di autoefficacia in ambito professionale; le capacità di valutazione delle situazioni problematiche e delle credenze al riguardo; gli stili generalmente utilizzati nell’affrontare dilemmi decisionali. Il secondo volume invece consente di valutare: le preferenze professionali, le credenze di efficacia professionale e le probabilità di realizzazione, per mettere in relazione preferenze espresse e concrete possibilità di attuazione; i valori e le motivazioni professionali, come approfondimento delle finalità e dei bisogni che la persona esprime; le abilità sociali inerenti al lavoro, ovvero i comportamenti sociali sul posto di lavoro e il grado di competenza sociale espressa nelle interazioni lavorative; le idee irrazionali, ovvero quei pensieri «bloccanti» che non aiutano a riflettere in modo adeguato nei confronti del proprio futuro professionale. A titolo esemplificativo, nelle pagine che seguono saranno presentati alcuni strumenti qualitativi e quantitativi che sono stati pensati per facilitare la valutazione delle credenze di efficacia, delle abilità di problem solving professionale e degli stili decisionali, degli interessi, delle barriere e dei supporti percepiti e dei valori professionali, dimensioni che risultano essere rilevanti per avviare e favorire la progettazione del futuro anche con persone con disabilità.
2016
Psicologia delle disabilità e dell’inclusione
978-88-15-26561-6
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