Con la sua dose altissima di premonizione – come scriveva Michel Simonin –, con i suoi capitoli, purtroppo sempre più leggibili, sempre più verosimili ed infine veri, con l’andare degli anni e con il procedere delle guerre civili, Le Théâtre du monde finì con l’avere, nel 1589-90, un valore di attualità. Best seller europeo, a più di vent’anni dalla morte del suo autore, era il libro che, in lingua francese, aveva raccontato la miseria hominis prima che questa, nella realtà francese, toccasse il fondo. Nel ‘fondo’ miserabile di quegli anni ’90 del Cinquecento, l’opera veniva frequentemente pubblicata in formati tascabili, in piccolissimi in-8° di largo consumo, e spesso anche in edizioni non autorizzate. Si vendeva. Come una minuscola edizione del 1590 che troviamo in Biblioteca Universitaria a Padova e che era sfuggita al censimento condotto da Simonin: elemento ulteriore, a conferma dell’enorme fortuna del Théâtre di Boaistuau, questo piccolo in-8° reca i tipi della vedova di Melchior Arnoullet e proviene dunque dal mondo dell’editoria lionese. Ai fini della rilegatura, l’esemplare padovano è stato senz’altro ritagliato ai margini, che dovevano aver subìto i danni dell’usura, tanto che nel frontespizio non si legge più l’articolo «Le»: [LE] THEATRE / DV MONDE / Où il est faict vn ample discours / des miseres humaines / Composé en Latin par P. Boaysteau, / surnommé Launay, natif de Bretaigne, / puis traduit par luy mesme en François. / Auec vn bref discours de l’excellence, et dignité de l[’homme.] // A LYON, / Par la Vefue de Merchior / Arnollet. / - / 1590. Ma sono, questi, tutti segni di uso reale ed effettiva lettura, come l’ex-libris manoscritto che si intravede in explicit, sulla carta bianca 127v°, e che un’ispezione multispettrale digitale RGB permette di identificare con un cognome «L[es]neur», così come si intravede un «47», sempre manoscritto, a sinistra della marca tipografica, sul frontespizio. Nell’evanescenza di queste tracce, il piccolo libro costituisce una presenza significativa, rimasta nel fondo di cinquecentine della Biblioteca Universitaria di Padova, a testimoniare una lettura, e prima ancora una ‘domanda’ – in senso economico – che doveva evidentemente sussistere sul mercato editoriale dell’epoca: attesta la diffusione di una stessa opera, in un mercato internazionale, nei formati e nelle occasioni più diversi, con o senza i privilegi. Erano cinquantotto, le diverse edizioni del Théâtre du monde censite da Michel Simonin, uscite nei diversi formati di stampa, fra il 1558 e il 1606, a Parigi, Lione, Anversa, Ginevra, Francoforte, Rouen, Basilea, Troyes, Douai…: il piccolo in-8° lionese presente a Padova aggiunge una cinquantanovesima edizione, goccia nel mare di un grande successo, ma pur goccia.

I luoghi della lettura.

BETTONI, ANNA
2014

Abstract

Con la sua dose altissima di premonizione – come scriveva Michel Simonin –, con i suoi capitoli, purtroppo sempre più leggibili, sempre più verosimili ed infine veri, con l’andare degli anni e con il procedere delle guerre civili, Le Théâtre du monde finì con l’avere, nel 1589-90, un valore di attualità. Best seller europeo, a più di vent’anni dalla morte del suo autore, era il libro che, in lingua francese, aveva raccontato la miseria hominis prima che questa, nella realtà francese, toccasse il fondo. Nel ‘fondo’ miserabile di quegli anni ’90 del Cinquecento, l’opera veniva frequentemente pubblicata in formati tascabili, in piccolissimi in-8° di largo consumo, e spesso anche in edizioni non autorizzate. Si vendeva. Come una minuscola edizione del 1590 che troviamo in Biblioteca Universitaria a Padova e che era sfuggita al censimento condotto da Simonin: elemento ulteriore, a conferma dell’enorme fortuna del Théâtre di Boaistuau, questo piccolo in-8° reca i tipi della vedova di Melchior Arnoullet e proviene dunque dal mondo dell’editoria lionese. Ai fini della rilegatura, l’esemplare padovano è stato senz’altro ritagliato ai margini, che dovevano aver subìto i danni dell’usura, tanto che nel frontespizio non si legge più l’articolo «Le»: [LE] THEATRE / DV MONDE / Où il est faict vn ample discours / des miseres humaines / Composé en Latin par P. Boaysteau, / surnommé Launay, natif de Bretaigne, / puis traduit par luy mesme en François. / Auec vn bref discours de l’excellence, et dignité de l[’homme.] // A LYON, / Par la Vefue de Merchior / Arnollet. / - / 1590. Ma sono, questi, tutti segni di uso reale ed effettiva lettura, come l’ex-libris manoscritto che si intravede in explicit, sulla carta bianca 127v°, e che un’ispezione multispettrale digitale RGB permette di identificare con un cognome «L[es]neur», così come si intravede un «47», sempre manoscritto, a sinistra della marca tipografica, sul frontespizio. Nell’evanescenza di queste tracce, il piccolo libro costituisce una presenza significativa, rimasta nel fondo di cinquecentine della Biblioteca Universitaria di Padova, a testimoniare una lettura, e prima ancora una ‘domanda’ – in senso economico – che doveva evidentemente sussistere sul mercato editoriale dell’epoca: attesta la diffusione di una stessa opera, in un mercato internazionale, nei formati e nelle occasioni più diversi, con o senza i privilegi. Erano cinquantotto, le diverse edizioni del Théâtre du monde censite da Michel Simonin, uscite nei diversi formati di stampa, fra il 1558 e il 1606, a Parigi, Lione, Anversa, Ginevra, Francoforte, Rouen, Basilea, Troyes, Douai…: il piccolo in-8° lionese presente a Padova aggiunge una cinquantanovesima edizione, goccia nel mare di un grande successo, ma pur goccia.
2014
Seminari di storia della lettura e della ricezione, tra Italia e Francia, nel Cinquecento
9788867872688
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