Delle sei tragedie scritte da Pasolini («Pilade», «Orgia», «Calderón», «Affabulazione», «Porcile» e «Bestia da stile») le più importanti dal punto di vista che costituisce il tema di questo studio sono «Calderón» e «Pilade». In «Calderón», che si propone come tragedia politica, Pasolini affronta il tema dei rapporti sotterraneamente intercorsi tra il potere neocapitalistico e la contestazione studentesca del Sessantotto, da lui considerata come esplosione in qualche modo voluta e programmata dal nuovo potere per liberarsi delle strutture arcaiche che appesantivano la società e ne limitavano il potenziale consumistico, per rinnovare il sistema grazie alla carica di rivolta dei suoi stessi figli. «Pilade» è un’ideale autobiografia che riprende tema e personaggi dall'«Orestiade» di Eschilo cambiando però la figura del protagonista, che non è più Oreste ma Pilade. La tragedia rappresenta una trasparente allegoria della rivoluzione antropologica prodotta dal consumismo e dal neocapitalismo. Nella forma dell’allegoria mitologica il dramma traccia una parabola della trasformazione della vita e della società prodotta dal neocapitalismo con la sua ideologia consumistica ed edonistica (raffigurata dalle Eumenidi). La trasformazione del mondo arcaico e contadino in quello moderno e industriale coincide con la distruzione del mito: il futuro si identifica ormai totalmente con il nuovo mondo globalizzato dell'omologazione neocapitalistica. È questa la nuova storia che Pasolini rifiuta irriducibilmente fino all'ultimo.
Il rifiuto della nuova storia nelle tragedie di Pasolini
SANTATO, GUIDO
2013
Abstract
Delle sei tragedie scritte da Pasolini («Pilade», «Orgia», «Calderón», «Affabulazione», «Porcile» e «Bestia da stile») le più importanti dal punto di vista che costituisce il tema di questo studio sono «Calderón» e «Pilade». In «Calderón», che si propone come tragedia politica, Pasolini affronta il tema dei rapporti sotterraneamente intercorsi tra il potere neocapitalistico e la contestazione studentesca del Sessantotto, da lui considerata come esplosione in qualche modo voluta e programmata dal nuovo potere per liberarsi delle strutture arcaiche che appesantivano la società e ne limitavano il potenziale consumistico, per rinnovare il sistema grazie alla carica di rivolta dei suoi stessi figli. «Pilade» è un’ideale autobiografia che riprende tema e personaggi dall'«Orestiade» di Eschilo cambiando però la figura del protagonista, che non è più Oreste ma Pilade. La tragedia rappresenta una trasparente allegoria della rivoluzione antropologica prodotta dal consumismo e dal neocapitalismo. Nella forma dell’allegoria mitologica il dramma traccia una parabola della trasformazione della vita e della società prodotta dal neocapitalismo con la sua ideologia consumistica ed edonistica (raffigurata dalle Eumenidi). La trasformazione del mondo arcaico e contadino in quello moderno e industriale coincide con la distruzione del mito: il futuro si identifica ormai totalmente con il nuovo mondo globalizzato dell'omologazione neocapitalistica. È questa la nuova storia che Pasolini rifiuta irriducibilmente fino all'ultimo.Pubblicazioni consigliate
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