Il contributo prende in esame la figura e l’opera di Luisa Bertacchi alla luce delle molteplici attività da lei condotte nell’area dei fondi ex Cossar di Aquileia, dove gli autori operano dal 2009 per conto dell’Università di Padova e in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Aquileia. Dai primi anni Sessanta e fino agli anni Ottanta del secolo scorso la studiosa condusse in quest’area numerosi interventi con un particolare interesse rivolto alle opere di sistemazione dei resti che erano stati riportati alla luce prevalentemente da Giovanni Brusin nei decenni precedenti. Nel corso degli scavi preliminari alle opere di restauro, Luisa Bertacchi recuperò un nutrito lotto di materiali ceramici, oggi ritrovati nei magazzini del Museo e in corso di studio, dai quali emerge la grande e insospettata attenzione della studiosa verso le relazioni tra i contesti stratigrafici e le strutture indagate. Ancora più sorprendenti appaiono il suo interesse e la sua cura per l’adeguamento dei resti, finalizzato al potenziamento della fruizione dell’area, con soluzioni tecniche e strutturali all’avanguardia per l’epoca. Dal quadro complessivo, alla personalità di Luisa Bertacchi Aquileia deve profonde innovazioni sia nel campo delle attività di scavo, dove rinnovò metodi di indagine e forme di resoconto, sia soprattutto nelle forme della gestione dei Beni archeologici, introducendo concetti e termini quali quello della valorizzazione e del Parco archeologico che oggi dominano il panorama del dibattito contemporaneo non solo aquileiese.
Luisa Bertacchi ai fondi Cossar: innovazione e modernità
BONETTO, JACOPO
;CENTOLA, VANESSA;DOBREVA, DIANA SERGEVA;
2014
Abstract
Il contributo prende in esame la figura e l’opera di Luisa Bertacchi alla luce delle molteplici attività da lei condotte nell’area dei fondi ex Cossar di Aquileia, dove gli autori operano dal 2009 per conto dell’Università di Padova e in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Aquileia. Dai primi anni Sessanta e fino agli anni Ottanta del secolo scorso la studiosa condusse in quest’area numerosi interventi con un particolare interesse rivolto alle opere di sistemazione dei resti che erano stati riportati alla luce prevalentemente da Giovanni Brusin nei decenni precedenti. Nel corso degli scavi preliminari alle opere di restauro, Luisa Bertacchi recuperò un nutrito lotto di materiali ceramici, oggi ritrovati nei magazzini del Museo e in corso di studio, dai quali emerge la grande e insospettata attenzione della studiosa verso le relazioni tra i contesti stratigrafici e le strutture indagate. Ancora più sorprendenti appaiono il suo interesse e la sua cura per l’adeguamento dei resti, finalizzato al potenziamento della fruizione dell’area, con soluzioni tecniche e strutturali all’avanguardia per l’epoca. Dal quadro complessivo, alla personalità di Luisa Bertacchi Aquileia deve profonde innovazioni sia nel campo delle attività di scavo, dove rinnovò metodi di indagine e forme di resoconto, sia soprattutto nelle forme della gestione dei Beni archeologici, introducendo concetti e termini quali quello della valorizzazione e del Parco archeologico che oggi dominano il panorama del dibattito contemporaneo non solo aquileiese.Pubblicazioni consigliate
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