Scrivere sull’arte è sempre un’impresa difficile perché l’arte pervade la società e contribuisce a costituisce l’insieme dei processi sociali che la rende possibile. Inoltre, è sempre in agguato l’intrusione in campi diversi come quello dell’estetica: il piacere della visione e/o dell’ascolto sono spesso trabocchetti che poco hanno a che fare con la sociologia dell’arte. Tuttavia l’autore crea qualcosa di organizzato e il pubblico, sia singolo sia collettivo, fruisce lo schema di qualcosa che gli è in qualche modo piacevole e che lo stupisce deve separare il gusto personale dall’oggetto su cui si lavora). La complessità dello studio sociologico delle arti porta a formulazioni teoriche innovative che tendono a spiegare come viene creata l’opera, come funzionano le istituzioni e le organizzazioni che la proteggono e la diffondono. L’ampliamento dell’offerta al cittadino da parte degli assessorati alla cultura e l’entrata in un circuito internazionale delle offerte mette in rilievo l’importanza che assume il consumo di arte nell’attuale periodo storico. E’ questo un modo per far conoscere qualcosa di cui, altrimenti, non si verrebbe mai in contatto “reale”, ma solo “virtuale”. Se fino a pochi decenni fa era la scolarizzazione che portava l’individuo a decidere che cosa visitare, leggere, ascoltare, ora tale compito è, in parte, demandato alle politiche culturali di enti privati e pubblici. In un mondo mobile come l’attuale poter vedere nella propria città opere d’arte “residenti” in luoghi lontani è un beneficio: tutto si sposta, ma in questo caso sono le opere a spostarsi verso di noi. Le mostre o i concerti sono veri e propri eventi che coinvolgono decine di migliaia di persone. Si può affermare che ogni generazione di interpreti si pone in una nuova prospettiva rispetto a quelle precedenti sia perché cambiano di continuo i problemi che l’opera suscita sia perché mutano i metodi di lettura, i modelli culturali e in definitiva le aspettative che si formano in continuazione sull’opera stessa. L’opera d’arte non si esaurisce nel momento in cui si è realizzata, anzi da quel momento con la vitalità che le è intrinseca agisce incessantemente sull’esistenza di altri uomini continuando ad agire innescando il suo “significato” in epoche diverse attraverso ciò che all’apparenza resta sempre lo stesso “significante”.

Presentazione. Complessità dell’approccio sociologico allo studio delle arti

TESSAROLO, MARISELDA
2012

Abstract

Scrivere sull’arte è sempre un’impresa difficile perché l’arte pervade la società e contribuisce a costituisce l’insieme dei processi sociali che la rende possibile. Inoltre, è sempre in agguato l’intrusione in campi diversi come quello dell’estetica: il piacere della visione e/o dell’ascolto sono spesso trabocchetti che poco hanno a che fare con la sociologia dell’arte. Tuttavia l’autore crea qualcosa di organizzato e il pubblico, sia singolo sia collettivo, fruisce lo schema di qualcosa che gli è in qualche modo piacevole e che lo stupisce deve separare il gusto personale dall’oggetto su cui si lavora). La complessità dello studio sociologico delle arti porta a formulazioni teoriche innovative che tendono a spiegare come viene creata l’opera, come funzionano le istituzioni e le organizzazioni che la proteggono e la diffondono. L’ampliamento dell’offerta al cittadino da parte degli assessorati alla cultura e l’entrata in un circuito internazionale delle offerte mette in rilievo l’importanza che assume il consumo di arte nell’attuale periodo storico. E’ questo un modo per far conoscere qualcosa di cui, altrimenti, non si verrebbe mai in contatto “reale”, ma solo “virtuale”. Se fino a pochi decenni fa era la scolarizzazione che portava l’individuo a decidere che cosa visitare, leggere, ascoltare, ora tale compito è, in parte, demandato alle politiche culturali di enti privati e pubblici. In un mondo mobile come l’attuale poter vedere nella propria città opere d’arte “residenti” in luoghi lontani è un beneficio: tutto si sposta, ma in questo caso sono le opere a spostarsi verso di noi. Le mostre o i concerti sono veri e propri eventi che coinvolgono decine di migliaia di persone. Si può affermare che ogni generazione di interpreti si pone in una nuova prospettiva rispetto a quelle precedenti sia perché cambiano di continuo i problemi che l’opera suscita sia perché mutano i metodi di lettura, i modelli culturali e in definitiva le aspettative che si formano in continuazione sull’opera stessa. L’opera d’arte non si esaurisce nel momento in cui si è realizzata, anzi da quel momento con la vitalità che le è intrinseca agisce incessantemente sull’esistenza di altri uomini continuando ad agire innescando il suo “significato” in epoche diverse attraverso ciò che all’apparenza resta sempre lo stesso “significante”.
2012
Per una sociologia delle arti. Storia e storie di vita
9788861298453
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