Si recensisce e discute il volume a cura di Paolo Jachia "Fortini. Leggere e scrivere" (Marco Nardi, 1993) esito di un colloquio fra Jachia e Fortini che ripercorre un intero cinquantennio di letture fortiniane. La preferenza in Fortini per scrittori fortemente orientati alla salvazione e al finalismo (da Dante a Proust) può essere letta come speranza paradossale nel valore prefigurante dell letteratura. Le massime opere del passato, per Fortini, possono additare il futuro solo se inverate e, al contempo, annullate, dal moto della storia. Il finalismo degli autori fortiniani che fa delle opere "abbaglianti epipanie tragiche" (Mengaldo) rinvia sempre, infatti, all'operare pratico e, in ultima istanza, alla dimensione dell'economia politica.

Fortini, Proust e la dialettica figurale

ZINATO, EMANUELE
1994

Abstract

Si recensisce e discute il volume a cura di Paolo Jachia "Fortini. Leggere e scrivere" (Marco Nardi, 1993) esito di un colloquio fra Jachia e Fortini che ripercorre un intero cinquantennio di letture fortiniane. La preferenza in Fortini per scrittori fortemente orientati alla salvazione e al finalismo (da Dante a Proust) può essere letta come speranza paradossale nel valore prefigurante dell letteratura. Le massime opere del passato, per Fortini, possono additare il futuro solo se inverate e, al contempo, annullate, dal moto della storia. Il finalismo degli autori fortiniani che fa delle opere "abbaglianti epipanie tragiche" (Mengaldo) rinvia sempre, infatti, all'operare pratico e, in ultima istanza, alla dimensione dell'economia politica.
1994
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