L’indagine sulle motte o tumbe nelle fonti scritte deve essere condotta tenendo presenti alcune avvertenze. Bisogna considerare che, nel panorama delle strutture insediative delle campagne medievali, esse rappresentavano materialmente il primo livello di distinzione dalle abitanze comuni. Non vi è da stupirsi che questa distinzione fosse attuata mediante una, sia pur leggera, sopraelevazione. Non solo per questioni di prestigio, e neppure esclusivamente per le spesso invocate ragioni strategiche; ma anche perché la sopraelevazione nelle pianure alluvionali dell’Italia nord orientale era una garanzia contro le inondazioni, che dovevano essere all’ordine del giorno, nonostante lo sforzo di irregimentazione dei corsi d’acqua attuato dalle autorità pubbliche. Salvare se stessi, i propri beni, i beni dei propri contadini dall’acqua era, questo sì, un segnale concreto della propria superiorità sociale. Questo tipo di situazione si può osservare più compiutamente soprattutto nelle aree di bassa pianura, in corrispondenza dei tratti finali dei fiumi veneto-friulani. Caratteristiche più spiccatamente militari occorre riconoscere invece alle motte che sorsero in prossimità di castelli, come annesso fortificatorio (come nel caso di Oderzo). Il problema è che spesso la terminologia impiegata per indicare realtà diverse è la stessa: motta, tumba, montironum, si riferiscono sia a strutture fortificatorie, o parti di esse, sia a semplici residenze rilevate. Ma spesso le due modalità appaiono combinate secondo varianti molto articolate, spia della varietà della condizione socio-politica di chi deteneva tali strutture.
Tra insediamenti e fortificazione signorile: le motte nella pianura veneta tra Bacchiglione e Livenza alla luce delle fonti scritte
CANZIAN, DARIO
2013
Abstract
L’indagine sulle motte o tumbe nelle fonti scritte deve essere condotta tenendo presenti alcune avvertenze. Bisogna considerare che, nel panorama delle strutture insediative delle campagne medievali, esse rappresentavano materialmente il primo livello di distinzione dalle abitanze comuni. Non vi è da stupirsi che questa distinzione fosse attuata mediante una, sia pur leggera, sopraelevazione. Non solo per questioni di prestigio, e neppure esclusivamente per le spesso invocate ragioni strategiche; ma anche perché la sopraelevazione nelle pianure alluvionali dell’Italia nord orientale era una garanzia contro le inondazioni, che dovevano essere all’ordine del giorno, nonostante lo sforzo di irregimentazione dei corsi d’acqua attuato dalle autorità pubbliche. Salvare se stessi, i propri beni, i beni dei propri contadini dall’acqua era, questo sì, un segnale concreto della propria superiorità sociale. Questo tipo di situazione si può osservare più compiutamente soprattutto nelle aree di bassa pianura, in corrispondenza dei tratti finali dei fiumi veneto-friulani. Caratteristiche più spiccatamente militari occorre riconoscere invece alle motte che sorsero in prossimità di castelli, come annesso fortificatorio (come nel caso di Oderzo). Il problema è che spesso la terminologia impiegata per indicare realtà diverse è la stessa: motta, tumba, montironum, si riferiscono sia a strutture fortificatorie, o parti di esse, sia a semplici residenze rilevate. Ma spesso le due modalità appaiono combinate secondo varianti molto articolate, spia della varietà della condizione socio-politica di chi deteneva tali strutture.Pubblicazioni consigliate
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