Il saggio esamina la coreografia dell'"Après-midi d'un faune" di Nijinski (Parigi, Châtelet, 1912), evidenziandone soprattutto due caratteristiche: il tentativo di dare l'impressione che i corpi dei danzatori siano bidimensionali e quanto più articolati possibile. Non si tratta di un banale obiettivo tecnico, ma di una scelta significante: l'intento da un lato è di rendere i corpi "sottili" o pneumatici per usare un linguaggio paolino, sublimati, liberati dalle catene della loro pesantezza; dall'altro, dotandoli di massima articolazione, di farne strumenti capaci di esprimersi nella loro complessità più ricca e multiforme, di muoversi non solo parzialmente, “a pezzi”, ma in modo "totale". Il corpo proposto da Nijinski, insomma, dovrebbe saper parlare un linguaggio più duttile, oltre che più raffinato, ed essere dotato di massima ricchezza espressiva.
Erotismo e sublimazione: la prima coreografia dell’Après-midi d’un faune
RANDI, ELENA
2013
Abstract
Il saggio esamina la coreografia dell'"Après-midi d'un faune" di Nijinski (Parigi, Châtelet, 1912), evidenziandone soprattutto due caratteristiche: il tentativo di dare l'impressione che i corpi dei danzatori siano bidimensionali e quanto più articolati possibile. Non si tratta di un banale obiettivo tecnico, ma di una scelta significante: l'intento da un lato è di rendere i corpi "sottili" o pneumatici per usare un linguaggio paolino, sublimati, liberati dalle catene della loro pesantezza; dall'altro, dotandoli di massima articolazione, di farne strumenti capaci di esprimersi nella loro complessità più ricca e multiforme, di muoversi non solo parzialmente, “a pezzi”, ma in modo "totale". Il corpo proposto da Nijinski, insomma, dovrebbe saper parlare un linguaggio più duttile, oltre che più raffinato, ed essere dotato di massima ricchezza espressiva.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.