Introduzione Esistono molti studi e molte metodologie osservative che hanno rilevato le caratteristiche dell’interazione precoce adulto-bambino, declinata in termini diadici: secondo questi la diade costituisce la matrice primaria di espressione e sviluppo delle capacità del piccolo in connessione con le caratteristiche e le capacità dell’adulto (cfr. Sander, 2007). Per contro, l’approccio di Fivaz-Depeursinge e Corboz-Warnery (1999) concettualizza l’idea di una capacità interattiva triadica, presente e in evoluzione fin dalle primissime fasi della vita che evolverebbe parallelamente allo sviluppo delle competenze diadiche attraverso fasi e con caratteristiche proprie (Tremblay-Leveau, Nadel, 1995, 1999). Le competenze interattive triadiche costituirebbero una funzione evolutiva precoce ed autonoma relativa alla capacità di entrare in interazione con almeno due adulti significativi, riferendosi ad entrambi nei propri scambi comunicativi ed emotivi. Il contesto triadico, che vede due adulti in interazione con il bambino, risulta quindi la base per lo sviluppo di competenze e capacità regolatorie sui diversi piani individuale, interdiadico e triadico (Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge, Gertsch-Bettens, Favez, 1993). In riferimento ai presupposti teorici illustrati, il lavoro si è proposto di indagare: a) in maniera preliminare le caratteristiche di affidabilità e validità della procedura osservativa del Losanna Trilogue Play (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) che gli autori considerano il metodo elettivo per lo studio delle competenze interattive triadiche nella prima infanzia; b) le caratteristiche precoci delle capacità del bambino di interagire con due adulti di riferimento; c) l’esistenza di eventuali traiettorie evolutive nello sviluppo di tali competenze nel corso del primo anno di vita. Metodo Alla ricerca hanno partecipato 70 famiglie della popolazione generale italiana. Ognuna è stata sottoposta al 4° e al 9° mese del bambino alla procedura del Lausanne Trilogue Play (LTP; Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999), che consiste in un metodo osservativo che coinvolge madre, padre e bambino in un gioco suddiviso in 4 episodi. La procedura viene codificata secondo uno schema composto da 10 variabili osservative (Lavancy, Cuennet, favez, 2006): segnali corporei di disponibilità ad interagire; orientamento dello sguardo; inclusione dei partner; coordinazione co-genitoriale; organizzazione dei ruoli; scaffolding genitoriale; coinvolgimento del bambino; attività co-costruite e condivise; regolazione degli affetti; calore familiare. Ogni variabile è graduata su scala likert a 5 punti (range 1-5) e viene codificata per ognuna delle parti della procedura per ogni componente dell’interazione, conducendo ad un punteggio complessivo. Risultati I risultati preliminari evidenziano: a) una buona consistenza interna (α = .73) e una buona struttura fattoriale delle variabili di osservazione (KMO = .79; Bartlett test χ2 (N = 70, 10) = 104.09, p≤ .001); b) un complessivo incremento, nel tempo, delle competenze interattive globali (t = 4.78; p p≤ .001), che deriva primariamente dal contributo fornito dal bambino e dal suo sviluppo interattivo. Infatti, nel passaggio dal 4° al 9° mese il piccolo mostra un accrescimento della propria capacità di partecipare all’interazione con gli adulti, tramite maggiori competenze autoregolatorie e di attenzione condivisa espresse durante l’interazione.

Caratteristiche e percorsi dello sviluppo delle competenze interattive triadiche nei primi nove mesi.

BIGHIN, MARA;SIMONELLI, ALESSANDRA;DE PALO, FRANCESCA;MORETTI, MARILENA
2010

Abstract

Introduzione Esistono molti studi e molte metodologie osservative che hanno rilevato le caratteristiche dell’interazione precoce adulto-bambino, declinata in termini diadici: secondo questi la diade costituisce la matrice primaria di espressione e sviluppo delle capacità del piccolo in connessione con le caratteristiche e le capacità dell’adulto (cfr. Sander, 2007). Per contro, l’approccio di Fivaz-Depeursinge e Corboz-Warnery (1999) concettualizza l’idea di una capacità interattiva triadica, presente e in evoluzione fin dalle primissime fasi della vita che evolverebbe parallelamente allo sviluppo delle competenze diadiche attraverso fasi e con caratteristiche proprie (Tremblay-Leveau, Nadel, 1995, 1999). Le competenze interattive triadiche costituirebbero una funzione evolutiva precoce ed autonoma relativa alla capacità di entrare in interazione con almeno due adulti significativi, riferendosi ad entrambi nei propri scambi comunicativi ed emotivi. Il contesto triadico, che vede due adulti in interazione con il bambino, risulta quindi la base per lo sviluppo di competenze e capacità regolatorie sui diversi piani individuale, interdiadico e triadico (Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge, Gertsch-Bettens, Favez, 1993). In riferimento ai presupposti teorici illustrati, il lavoro si è proposto di indagare: a) in maniera preliminare le caratteristiche di affidabilità e validità della procedura osservativa del Losanna Trilogue Play (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999) che gli autori considerano il metodo elettivo per lo studio delle competenze interattive triadiche nella prima infanzia; b) le caratteristiche precoci delle capacità del bambino di interagire con due adulti di riferimento; c) l’esistenza di eventuali traiettorie evolutive nello sviluppo di tali competenze nel corso del primo anno di vita. Metodo Alla ricerca hanno partecipato 70 famiglie della popolazione generale italiana. Ognuna è stata sottoposta al 4° e al 9° mese del bambino alla procedura del Lausanne Trilogue Play (LTP; Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999), che consiste in un metodo osservativo che coinvolge madre, padre e bambino in un gioco suddiviso in 4 episodi. La procedura viene codificata secondo uno schema composto da 10 variabili osservative (Lavancy, Cuennet, favez, 2006): segnali corporei di disponibilità ad interagire; orientamento dello sguardo; inclusione dei partner; coordinazione co-genitoriale; organizzazione dei ruoli; scaffolding genitoriale; coinvolgimento del bambino; attività co-costruite e condivise; regolazione degli affetti; calore familiare. Ogni variabile è graduata su scala likert a 5 punti (range 1-5) e viene codificata per ognuna delle parti della procedura per ogni componente dell’interazione, conducendo ad un punteggio complessivo. Risultati I risultati preliminari evidenziano: a) una buona consistenza interna (α = .73) e una buona struttura fattoriale delle variabili di osservazione (KMO = .79; Bartlett test χ2 (N = 70, 10) = 104.09, p≤ .001); b) un complessivo incremento, nel tempo, delle competenze interattive globali (t = 4.78; p p≤ .001), che deriva primariamente dal contributo fornito dal bambino e dal suo sviluppo interattivo. Infatti, nel passaggio dal 4° al 9° mese il piccolo mostra un accrescimento della propria capacità di partecipare all’interazione con gli adulti, tramite maggiori competenze autoregolatorie e di attenzione condivisa espresse durante l’interazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/2484882
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