Le nozioni di “libertà di pensiero”, “libertà dell’indagine”, “libertà scientifica” hanno diffusione ed impiego vastissimi, a livello culturale alto come nel discorso culturale corrente e nel lessico del dibattito ideologico, sociologico, politico. Tuttavia esse posseggono, con connotati comuni che ne motivano un uso spesso promiscuo, anche altri differenziali; questo vale soprattutto per quella di libertà scientifica, della quale manca una storia complessiva, sia quanto al processo di origine ed affermazione che quanto alla natura ed all’articolazione delle opposizioni che ha spesso destato. Il saggio delinea una storia in fasi, ciascuna con particolari accezioni della nozione e opposizioni e rischi specifici. Proietta poi sul presente e nel futuro l’insegnamento che si trae da tale storia, accennando alle difficoltà che potranno porsi per lo spiegarsi dello spirito d’indagine, e ne indica le radici principali in forme di elaborazione intellettuale (religiose, ideologiche, etiche) la cui natura – spesso contro le loro dichiarazioni esplicite – è estranea e contrastante con quella della razionalità scientifica, e in quanto totalizzante tende a subordinarla. Il saggio però mostra che lo specifico della situazione presente – in funzione della cosiddetta “globalizzazione” e del progressivo declino del primato complessivo dell’<Occidente>, - è che tali forme non sono solo quelle tradizionali per l’Europa, come l’integralismo cristiano o le ideologie del totalitarismo politico, e che anzi potranno essere incarnate sempre più da altre esterne, omesse o marginali nelle passate discussioni della questione.

La libertà scientifica nella storia: semplice articolazione "regionale" della libertà di pensiero?

BALDINI, UGO
2011

Abstract

Le nozioni di “libertà di pensiero”, “libertà dell’indagine”, “libertà scientifica” hanno diffusione ed impiego vastissimi, a livello culturale alto come nel discorso culturale corrente e nel lessico del dibattito ideologico, sociologico, politico. Tuttavia esse posseggono, con connotati comuni che ne motivano un uso spesso promiscuo, anche altri differenziali; questo vale soprattutto per quella di libertà scientifica, della quale manca una storia complessiva, sia quanto al processo di origine ed affermazione che quanto alla natura ed all’articolazione delle opposizioni che ha spesso destato. Il saggio delinea una storia in fasi, ciascuna con particolari accezioni della nozione e opposizioni e rischi specifici. Proietta poi sul presente e nel futuro l’insegnamento che si trae da tale storia, accennando alle difficoltà che potranno porsi per lo spiegarsi dello spirito d’indagine, e ne indica le radici principali in forme di elaborazione intellettuale (religiose, ideologiche, etiche) la cui natura – spesso contro le loro dichiarazioni esplicite – è estranea e contrastante con quella della razionalità scientifica, e in quanto totalizzante tende a subordinarla. Il saggio però mostra che lo specifico della situazione presente – in funzione della cosiddetta “globalizzazione” e del progressivo declino del primato complessivo dell’, - è che tali forme non sono solo quelle tradizionali per l’Europa, come l’integralismo cristiano o le ideologie del totalitarismo politico, e che anzi potranno essere incarnate sempre più da altre esterne, omesse o marginali nelle passate discussioni della questione.
2011
Libertas philosophandi in naturalibus. Libertà di ricerca e criteri di regolamentazione istituzionale tra '500 e '700
9788861297432
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