Il saggio prende in considerazione due "Discorsi" dello scienziato galileiano Giovanni Alfonso Borelli. Il primo, "Delle cagioni delle febbri maligne", pubblicato nel 1649, dimostra a proposito dell'origine delle malattie epidemiche il rigore euclideo e l'intento metodologico e semantico di delimitare le zone del discorso scientifico e di distinguerlo dalle connotazoni analogiche e mistico religiose, fino alla mobilitazione del riso orchestrata ai danni dei linguaggi avversari. Il secondo discoso, inedito, è stato tenuto nel 1675, all'Accademia di Cristina di Svezia, in favore dell'astrologia giudiziaria. La lettura dell'Autofrafo, conservato presso la Domus degli Scolopi romani, a fronte del verbale della seduta dell'Accademia (conservato alla Biblioteca Vaticana) dimostra come l'anziano scienziato, pur simulando, per assecondare la curiosità dell'ex regina, una formale fedeltà al modello astrologico e al cosmo tolemaico, tenti di far passare in forme dissimulate, le più dirompenti asserzioni della nuova scienza accompagnate da una digressione gassendista e epicureo-lucreziana sulla felicità e sulla paura della morte.

Ironia, parodia, dissimulazione nei "Discorsi" di Giovanni Alfonso Borelli

ZINATO, EMANUELE
2000

Abstract

Il saggio prende in considerazione due "Discorsi" dello scienziato galileiano Giovanni Alfonso Borelli. Il primo, "Delle cagioni delle febbri maligne", pubblicato nel 1649, dimostra a proposito dell'origine delle malattie epidemiche il rigore euclideo e l'intento metodologico e semantico di delimitare le zone del discorso scientifico e di distinguerlo dalle connotazoni analogiche e mistico religiose, fino alla mobilitazione del riso orchestrata ai danni dei linguaggi avversari. Il secondo discoso, inedito, è stato tenuto nel 1675, all'Accademia di Cristina di Svezia, in favore dell'astrologia giudiziaria. La lettura dell'Autofrafo, conservato presso la Domus degli Scolopi romani, a fronte del verbale della seduta dell'Accademia (conservato alla Biblioteca Vaticana) dimostra come l'anziano scienziato, pur simulando, per assecondare la curiosità dell'ex regina, una formale fedeltà al modello astrologico e al cosmo tolemaico, tenti di far passare in forme dissimulate, le più dirompenti asserzioni della nuova scienza accompagnate da una digressione gassendista e epicureo-lucreziana sulla felicità e sulla paura della morte.
2000
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