Nella relazione educativa la grande difficoltà è la medesima: imparare a sostare, nel dialogo, senza ansia; imparare a concentrarsi sul poco, anche un solo momento e approfondirlo, utilizzando anche il silenzio. Nel rapporto in classe tra insegnanti e studenti, nella complessità della dinamica di intreccio tra processo di insegnamento e apprendimento il “silenzio”, il “vuoto”, “l’assenza”, sono elementi a volte dimenticati, a volte addirittura evitati. L’improvvisazione ci insegna, nel suo meraviglioso darsi in un tempo che è anche aiòn - durata assoluta, intensa, indeterminata (Kennedy, Kohan, 2008) - a sostare nella relazione, affinché sia dialogo, anche nei suoi elementi di vuoto, silenzio, assenza, per poter imparare a dare valore, a mostrare cura - gesti di cura (Vitali, 2024) - nei confronti dei “suoni”, dei “pieni”, delle “presenze” che in quella relazione si manifestano in maniera inattesa, imprevista, inaudita. Il silenzio é anche pausa che dà vita alla parola. Nel silenzio che si pone tra una parola e l’altra, c’è la possibilità di comprensione (Polla-Mattiot, 2013). L’improvvisazione insegna (Bertinetto, 2024), e può accompagnare gli insegnanti (tutti) a vivere un’educazione più cool, che valorizza la rarefazione del “paesaggio sonoro” per rivelare le delicate linee del discorso melodico (Santi, 2016), umano. Dilatare, espandere, allargare, creare spazio e tempo per lasciare che il dialogo si manifesti, tra suoni e silenzi, questo l’improvvisazione può insegnarci, consentendoci di concentrarci sull’irripetibilità dell’incontro autentico che avviene ogni giorno in classe.
Improvvisare tra suoni e silenzi - per un'educazione cool
Eleonora ZorziWriting – Original Draft Preparation
2025
Abstract
Nella relazione educativa la grande difficoltà è la medesima: imparare a sostare, nel dialogo, senza ansia; imparare a concentrarsi sul poco, anche un solo momento e approfondirlo, utilizzando anche il silenzio. Nel rapporto in classe tra insegnanti e studenti, nella complessità della dinamica di intreccio tra processo di insegnamento e apprendimento il “silenzio”, il “vuoto”, “l’assenza”, sono elementi a volte dimenticati, a volte addirittura evitati. L’improvvisazione ci insegna, nel suo meraviglioso darsi in un tempo che è anche aiòn - durata assoluta, intensa, indeterminata (Kennedy, Kohan, 2008) - a sostare nella relazione, affinché sia dialogo, anche nei suoi elementi di vuoto, silenzio, assenza, per poter imparare a dare valore, a mostrare cura - gesti di cura (Vitali, 2024) - nei confronti dei “suoni”, dei “pieni”, delle “presenze” che in quella relazione si manifestano in maniera inattesa, imprevista, inaudita. Il silenzio é anche pausa che dà vita alla parola. Nel silenzio che si pone tra una parola e l’altra, c’è la possibilità di comprensione (Polla-Mattiot, 2013). L’improvvisazione insegna (Bertinetto, 2024), e può accompagnare gli insegnanti (tutti) a vivere un’educazione più cool, che valorizza la rarefazione del “paesaggio sonoro” per rivelare le delicate linee del discorso melodico (Santi, 2016), umano. Dilatare, espandere, allargare, creare spazio e tempo per lasciare che il dialogo si manifesti, tra suoni e silenzi, questo l’improvvisazione può insegnarci, consentendoci di concentrarci sull’irripetibilità dell’incontro autentico che avviene ogni giorno in classe.Pubblicazioni consigliate
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