In Amazzonia Ecuadoriana, da decenni le comunità locali lottano per arrestare la frontiera petrolifera in continua espansione rifiutando di diventare una zona di sacrificio per la crescita economica nazionale (Kimerling, 2013; Silveira et al., 2017). Quest’area, oltre ad essere riconosciuta a livello internazionale come una delle zone più bio-diverse del pianeta, è abitata da diverse nazionalità indigene, tra cui un gruppo di popolazioni indigene in isolamento volontario (PIAV) (Bass et al., 2010; Pappalardo et al., 2013). In questo contesto, il progetto OSMOSIA, supportato coi fondi otto per mille della chiesa valdese, si è focalizzato sulla co-costruzione di un processo di mappatura dal basso dei fattori di pressione sulle popolazioni indigene non contattate e sulla facilitazione della convivenza tra popolazioni indigene e contadine nella zona di buffer del Parco Nazionale dello Yasunì. Il finanziamento ha permesso di continuare le attività di collaborazione tra ricerca, attivisti, comunità indigene e di agricoltori della via Auca. Il progetto si è articolato in tre fasi: a) contatto iniziale con le comunità e costruzione della piattaforma; b) presentazione e discussione del progetto, della piattaforma e delle attività previste all’interno delle comunità e c) realizzazione di 2 workshop di 5 giorni in due aree critiche per le protezione dei PIAV. I workshop si sono focalizzati sull’utilizzo di Geo-App e droni per il monitoraggio ambientale e sulla co-costruzione e testing sul campo del sistema per la mappatura dei fattori di pressione. Durante i workshop hanno partecipato 14 comunità differente, per un totale di 66 partecipanti tra indigeni ed agricoltori. A scopo didattico, sono stati creati 15 formulari per la raccolta dei dati su diverse tematiche e mappati 46 punti riguardanti i fattori di pressione. Inoltre, sono state prodotte 11 mappe di comunità riguardanti le risorse e gli elementi critici nei territori delle comunità che sono state uno spunto di discussione collettiva su un possibile percorso di progettazione territoriale. Al termine dei due workshop, i partecipanti hanno deciso di creare dei comitati per il monitoraggio dal basso del territorio.

Immaginare futuri climatici giusti: uso comunitario delle geo-tecnologie per il monitoraggio ambientale, il caso del progetto OSMOSIA in Amazzonia Ecuadoriana

Edoardo Crescini;Francesco Facchinelli
2024

Abstract

In Amazzonia Ecuadoriana, da decenni le comunità locali lottano per arrestare la frontiera petrolifera in continua espansione rifiutando di diventare una zona di sacrificio per la crescita economica nazionale (Kimerling, 2013; Silveira et al., 2017). Quest’area, oltre ad essere riconosciuta a livello internazionale come una delle zone più bio-diverse del pianeta, è abitata da diverse nazionalità indigene, tra cui un gruppo di popolazioni indigene in isolamento volontario (PIAV) (Bass et al., 2010; Pappalardo et al., 2013). In questo contesto, il progetto OSMOSIA, supportato coi fondi otto per mille della chiesa valdese, si è focalizzato sulla co-costruzione di un processo di mappatura dal basso dei fattori di pressione sulle popolazioni indigene non contattate e sulla facilitazione della convivenza tra popolazioni indigene e contadine nella zona di buffer del Parco Nazionale dello Yasunì. Il finanziamento ha permesso di continuare le attività di collaborazione tra ricerca, attivisti, comunità indigene e di agricoltori della via Auca. Il progetto si è articolato in tre fasi: a) contatto iniziale con le comunità e costruzione della piattaforma; b) presentazione e discussione del progetto, della piattaforma e delle attività previste all’interno delle comunità e c) realizzazione di 2 workshop di 5 giorni in due aree critiche per le protezione dei PIAV. I workshop si sono focalizzati sull’utilizzo di Geo-App e droni per il monitoraggio ambientale e sulla co-costruzione e testing sul campo del sistema per la mappatura dei fattori di pressione. Durante i workshop hanno partecipato 14 comunità differente, per un totale di 66 partecipanti tra indigeni ed agricoltori. A scopo didattico, sono stati creati 15 formulari per la raccolta dei dati su diverse tematiche e mappati 46 punti riguardanti i fattori di pressione. Inoltre, sono state prodotte 11 mappe di comunità riguardanti le risorse e gli elementi critici nei territori delle comunità che sono state uno spunto di discussione collettiva su un possibile percorso di progettazione territoriale. Al termine dei due workshop, i partecipanti hanno deciso di creare dei comitati per il monitoraggio dal basso del territorio.
2024
Geografia e ecologia politica: teorie, pratiche, discorsi, Società di Studi Geografici. Memorie geografiche NS 24
9788894690149
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