Le istituzioni locali, contando di una maggiore vicinanza ai cittadini e godendo di autonomia statutaria in conformità con la Costituzione, hanno la possibilità di diffondere la cultura della pace nel tessuto sociale, rendendo il diritto alla pace non solo un concetto astratto, ma una pratica vissuta e condivisa nella convivenza civile. Come affermato dal prof. Papisca, inserire all’interno dello statuto del proprio comune una norma con riferimento alla pace e ai diritti umani, rappresenta una scelta d’importanza etica e politica nonché giuridica. L’inclusione di una specifica norma sulla pace negli statuti locali non è solo una dichiarazione di intenti, ma fornisce una base giuridica per l’attuazione di politiche concrete, aumentando le possibilità di realizzare iniziative e programmi dedicati alla promozione della pace e dei diritti umani. Il presente articolo intende evidenziare i risultati della ricerca empirica sul riconoscimento della pace come valore e diritto fondamentale all’interno di un campione di statuti di enti locali e regionali così composto: 20 regioni e 2 province autonome; 118 comuni capoluogo di provincia; 273 Comuni veneti >5.000 abitanti. La ricerca fa riferimento alla cosiddetta norma “Pace diritti umani”, con particolare attenzione al riconoscimento della pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli e alla promozione di una cultura della pace attraverso l’educazione. In particolare, la ricerca si propone di valutare in termini numerici il riconoscimento della più ampia sfera del diritto alla pace all’interno degli statuti degli enti locali italiani attraverso l’uso di indicatori, per evidenziare eventuali lacune e possibili aree di intervento, proponendo raccomandazioni da attuare.
Il diritto alla pace negli statuti di Regioni e Comuni
Mascia M.
2025
Abstract
Le istituzioni locali, contando di una maggiore vicinanza ai cittadini e godendo di autonomia statutaria in conformità con la Costituzione, hanno la possibilità di diffondere la cultura della pace nel tessuto sociale, rendendo il diritto alla pace non solo un concetto astratto, ma una pratica vissuta e condivisa nella convivenza civile. Come affermato dal prof. Papisca, inserire all’interno dello statuto del proprio comune una norma con riferimento alla pace e ai diritti umani, rappresenta una scelta d’importanza etica e politica nonché giuridica. L’inclusione di una specifica norma sulla pace negli statuti locali non è solo una dichiarazione di intenti, ma fornisce una base giuridica per l’attuazione di politiche concrete, aumentando le possibilità di realizzare iniziative e programmi dedicati alla promozione della pace e dei diritti umani. Il presente articolo intende evidenziare i risultati della ricerca empirica sul riconoscimento della pace come valore e diritto fondamentale all’interno di un campione di statuti di enti locali e regionali così composto: 20 regioni e 2 province autonome; 118 comuni capoluogo di provincia; 273 Comuni veneti >5.000 abitanti. La ricerca fa riferimento alla cosiddetta norma “Pace diritti umani”, con particolare attenzione al riconoscimento della pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli e alla promozione di una cultura della pace attraverso l’educazione. In particolare, la ricerca si propone di valutare in termini numerici il riconoscimento della più ampia sfera del diritto alla pace all’interno degli statuti degli enti locali italiani attraverso l’uso di indicatori, per evidenziare eventuali lacune e possibili aree di intervento, proponendo raccomandazioni da attuare.Pubblicazioni consigliate
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