Questo articolo analizza la corrispondenza tra Agostino di Ippona e Nettario di Calama (lettere 90-91 e 103-104, datate 408-409 d.C.) da una prospettiva filosofico-politica. Nettario, un notabile pagano di Calama, chiede l’intercessione di Agostino a seguito di violente sommosse antipagane nella sua città. Agostino coglie l’occasione per avviare un dialogo sul tema dell’«amor patriae» e il suo rapporto con la «patria caelestis». Agostino sostiene che per far realmente prosperare la sua patria terrena, Nettario deve diventare cittadino della patria celeste attraverso la fede cristiana. Egli si avvale di riferimenti filosofici romani, in particolare Cicerone, per mostrare che questa concezione si accorda in parte con la tradizione culturale di Nettario. Quest’ultimo replica invocando il Somnium Scipionis per difendere l’idea che i buoni servigi resi alla patria terrena conducono alla patria superiore dopo la morte. Agostino confuta quindi diversi argomenti di Nettario: la povertà non è un male eterno, la morte è la fine dei mali solo per i giusti, non tutti i peccati sono uguali in gravità contrariamente alla tesi stoica. Insiste sulla misericordia cristiana unita alla correzione dei peccatori per il loro bene. In definitiva, questo scambio epistolare illustra il modo in cui Agostino coniuga abilmente filosofia romana e pensiero cristiano per definire una concezione rinnovata dell’«amor patriae».

219. L’amor di patria nel carteggio di Agostino con Nettario. Un’analisi filosofica

Giovanni Catapano
2025

Abstract

Questo articolo analizza la corrispondenza tra Agostino di Ippona e Nettario di Calama (lettere 90-91 e 103-104, datate 408-409 d.C.) da una prospettiva filosofico-politica. Nettario, un notabile pagano di Calama, chiede l’intercessione di Agostino a seguito di violente sommosse antipagane nella sua città. Agostino coglie l’occasione per avviare un dialogo sul tema dell’«amor patriae» e il suo rapporto con la «patria caelestis». Agostino sostiene che per far realmente prosperare la sua patria terrena, Nettario deve diventare cittadino della patria celeste attraverso la fede cristiana. Egli si avvale di riferimenti filosofici romani, in particolare Cicerone, per mostrare che questa concezione si accorda in parte con la tradizione culturale di Nettario. Quest’ultimo replica invocando il Somnium Scipionis per difendere l’idea che i buoni servigi resi alla patria terrena conducono alla patria superiore dopo la morte. Agostino confuta quindi diversi argomenti di Nettario: la povertà non è un male eterno, la morte è la fine dei mali solo per i giusti, non tutti i peccati sono uguali in gravità contrariamente alla tesi stoica. Insiste sulla misericordia cristiana unita alla correzione dei peccatori per il loro bene. In definitiva, questo scambio epistolare illustra il modo in cui Agostino coniuga abilmente filosofia romana e pensiero cristiano per definire una concezione rinnovata dell’«amor patriae».
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