Le reazioni alla pandemia sono state molto varie nei diversi ordinamenti giuridici statali, differenziandosi per portata e intensità. L’obiettivo di questo sintetico contributo è di prendere il caso delle misure adottate nel sistema giuridico italiano e fornire alcuni spunti per una loro valutazione alla luce degli obblighi che la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità pone in relazione al trattamento di una determinata categoria di persone particolarmente vulnerabili: le persone con limitazioni importanti dello sviluppo intellettivo e in particolare quelle affette da malattie rare che, nel quadro di comorbilità, ne compromettono lo sviluppo intellettivo. Dopo averne descritti gli elementi essenziali, il contributo conclude nel senso che le misure italiane sono state senza dubbio, in larga parte, necessarie al contenimento dell’epidemia da Covid-19 e come tali giustificate anche nella misura in cui hanno determinato una compressione di diritti fondamentali. Tuttavia, esso segnala come l’impatto di quelle misure sul godimento e sull’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali per le persone oggetto di specifica attenzione in questa sede è stato altrettanto indubbiamente più forte di quello che hanno prodotto sulla popolazione generale. In particolare, in relazione al diritto ad un’istruzione inclusiva ed in un contesto di pari opportunità e quanto al diritto alla salute, la maggiore gravosità dell'impatto di quelle misure, per le persone considerate nello studio, è dovuta in parte significativa alla mancanza di misure di organizzazione e finanziamento dei sistemi di servizi educativi, sociali, socio-sanitari e sanitari rilevanti, capaci di prendere in adeguato conto le esigenze di quelle persone, con conseguenti effetti discriminatori. Le scarse misure puntuali previste per limitare l'effetto discriminatorio di quelle misure generali si sono inevitabilmente combinate al modo in cui la normativa generale definisce modi e risorse di funzionamento ed organizzazione di quei servizi, nonché all’assenza di un adeguato ed aggiornato piano di emergenza per il caso di epidemia. Per di più, poste nel contesto di una limitazione della libertà di movimento applicata senza sostanziale attenzione alle specificità di soggetti per i quali l’uso di forme virtuali di socializzazione di interazione è ridotto o azzerato, concorrendo così a determinare una condizione di sofferenza psichica o all’aggravamento di tali condizioni ove già esistenti - impairments aggiuntivi ed ulteriormente inabilitanti, oltre a quelli che già caratterizzavano i soggetti in questione - quelle misure hanno contribuito a rinforzare o addirittura a creare ex novo degli ostacoli capaci di ostacolarne il godimento di diritti e libertà fondamentali in condizioni di eguaglianza con gli altri.

Pandemia e diritti dei soggetti più vulnerabili: il caso delle persone con limitazioni importanti dello sviluppo intellettivo. Spunti di valutazione delle misure italiane nel quadro del divieto di discriminazione nel godimento dei diritti fondamentali previsto dalla CRPD

Cortese Bernardo
;
2025

Abstract

Le reazioni alla pandemia sono state molto varie nei diversi ordinamenti giuridici statali, differenziandosi per portata e intensità. L’obiettivo di questo sintetico contributo è di prendere il caso delle misure adottate nel sistema giuridico italiano e fornire alcuni spunti per una loro valutazione alla luce degli obblighi che la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità pone in relazione al trattamento di una determinata categoria di persone particolarmente vulnerabili: le persone con limitazioni importanti dello sviluppo intellettivo e in particolare quelle affette da malattie rare che, nel quadro di comorbilità, ne compromettono lo sviluppo intellettivo. Dopo averne descritti gli elementi essenziali, il contributo conclude nel senso che le misure italiane sono state senza dubbio, in larga parte, necessarie al contenimento dell’epidemia da Covid-19 e come tali giustificate anche nella misura in cui hanno determinato una compressione di diritti fondamentali. Tuttavia, esso segnala come l’impatto di quelle misure sul godimento e sull’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali per le persone oggetto di specifica attenzione in questa sede è stato altrettanto indubbiamente più forte di quello che hanno prodotto sulla popolazione generale. In particolare, in relazione al diritto ad un’istruzione inclusiva ed in un contesto di pari opportunità e quanto al diritto alla salute, la maggiore gravosità dell'impatto di quelle misure, per le persone considerate nello studio, è dovuta in parte significativa alla mancanza di misure di organizzazione e finanziamento dei sistemi di servizi educativi, sociali, socio-sanitari e sanitari rilevanti, capaci di prendere in adeguato conto le esigenze di quelle persone, con conseguenti effetti discriminatori. Le scarse misure puntuali previste per limitare l'effetto discriminatorio di quelle misure generali si sono inevitabilmente combinate al modo in cui la normativa generale definisce modi e risorse di funzionamento ed organizzazione di quei servizi, nonché all’assenza di un adeguato ed aggiornato piano di emergenza per il caso di epidemia. Per di più, poste nel contesto di una limitazione della libertà di movimento applicata senza sostanziale attenzione alle specificità di soggetti per i quali l’uso di forme virtuali di socializzazione di interazione è ridotto o azzerato, concorrendo così a determinare una condizione di sofferenza psichica o all’aggravamento di tali condizioni ove già esistenti - impairments aggiuntivi ed ulteriormente inabilitanti, oltre a quelli che già caratterizzavano i soggetti in questione - quelle misure hanno contribuito a rinforzare o addirittura a creare ex novo degli ostacoli capaci di ostacolarne il godimento di diritti e libertà fondamentali in condizioni di eguaglianza con gli altri.
2025
Covid e impatto della pandemia sul diritto
3756011224
9783756011223
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