Gli ancoraggi passivi sono comunemente utilizzati in numerose applicazioni di ingegneria civile ove sia fondamentale garantire la stabilità dell’opera. Tuttavia, riuscire a comprendere nel dettaglio come questi rinforzi esplichino il loro contributo, soprattutto quando i rinforzi funzionano in modalità passiva, è di primaria importanza per una corretta valutazione del loro effetto. Questo lavoro riporta i risultati preliminari di un'applicazione di sensori distribuiti in fibra ottica (DFOS) come tecnologia all'avanguardia per monitorare le prestazioni e la condizione nel tempo di ancoraggi passivi compositi utilizzati come tecnica di stabilizzazione delle frane. Questi ancoraggi si compongono di una barra cava autoperforante, al cui interno possono essere inseriti e cementati uno o più trefoli. A completare il sistema, esternamente è installata una piastra per bloccare la testa della barra e ripartire, se pur in maniera ridotta, il carico sul terreno. In questo contesto, la tecnologia DFOS offre una soluzione non invasiva ed economica per il monitoraggio in tempo reale di parametri come la deformazione e la temperatura, lungo l’intera estensione del cavo in fibra ottica, consentendo così una valutazione del comportamento a breve e lungo termine di questi ancoraggi e fornendo l’opportunità di prevedere eventuali interventi di integrazione e/o sostituzione degli stessi. L’ancoraggio pertanto non solo esercita il suo ruolo di rinforzo strutturale, ma permette anche di avere una misura precisa del proprio livello di sollecitazione, nelle diverse condizioni al contorno: per tale ragione è possibile attribuire al rinforzo l’aggettivo “smart”. Nello specifico, l’articolo dettaglia alcuni aspetti pratici riguardanti, ad esempio, l’installazione e la manutenzione del sistema, la raccolta e gestione dei dati, oltre a presentare alcuni risultati preliminari di un recente caso di studio nel bellunese. Saranno inoltre presentati alcuni limiti associati alla tecnologia DFOS nelle diverse applicazioni geotecniche, tra cui la necessità di competenze specializzate nell'interpretazione dei dati, la particolare cura che questi sensori richiedono durante l'installazione e la gestione dei cavi, nonché la gestione di misure acquisite con setup di monitoraggio differenti.
ANCORAGGI PASSIVI SMART PER LA STABILIZZAZIONE DEL SUOLO
Simonetta Cola
;Lorenzo Brezzi;Nicola Fabbian
2024
Abstract
Gli ancoraggi passivi sono comunemente utilizzati in numerose applicazioni di ingegneria civile ove sia fondamentale garantire la stabilità dell’opera. Tuttavia, riuscire a comprendere nel dettaglio come questi rinforzi esplichino il loro contributo, soprattutto quando i rinforzi funzionano in modalità passiva, è di primaria importanza per una corretta valutazione del loro effetto. Questo lavoro riporta i risultati preliminari di un'applicazione di sensori distribuiti in fibra ottica (DFOS) come tecnologia all'avanguardia per monitorare le prestazioni e la condizione nel tempo di ancoraggi passivi compositi utilizzati come tecnica di stabilizzazione delle frane. Questi ancoraggi si compongono di una barra cava autoperforante, al cui interno possono essere inseriti e cementati uno o più trefoli. A completare il sistema, esternamente è installata una piastra per bloccare la testa della barra e ripartire, se pur in maniera ridotta, il carico sul terreno. In questo contesto, la tecnologia DFOS offre una soluzione non invasiva ed economica per il monitoraggio in tempo reale di parametri come la deformazione e la temperatura, lungo l’intera estensione del cavo in fibra ottica, consentendo così una valutazione del comportamento a breve e lungo termine di questi ancoraggi e fornendo l’opportunità di prevedere eventuali interventi di integrazione e/o sostituzione degli stessi. L’ancoraggio pertanto non solo esercita il suo ruolo di rinforzo strutturale, ma permette anche di avere una misura precisa del proprio livello di sollecitazione, nelle diverse condizioni al contorno: per tale ragione è possibile attribuire al rinforzo l’aggettivo “smart”. Nello specifico, l’articolo dettaglia alcuni aspetti pratici riguardanti, ad esempio, l’installazione e la manutenzione del sistema, la raccolta e gestione dei dati, oltre a presentare alcuni risultati preliminari di un recente caso di studio nel bellunese. Saranno inoltre presentati alcuni limiti associati alla tecnologia DFOS nelle diverse applicazioni geotecniche, tra cui la necessità di competenze specializzate nell'interpretazione dei dati, la particolare cura che questi sensori richiedono durante l'installazione e la gestione dei cavi, nonché la gestione di misure acquisite con setup di monitoraggio differenti.Pubblicazioni consigliate
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