Cosa vediamo davvero quando osserviamo un paesaggio? È solo uno sfondo o una presenza viva, capace di modellare il nostro sguardo e il nostro pensiero? E in che modo la letteratura per l’infanzia trasforma i luoghi letterari in spazi che plasmano il nostro immaginario? Raramente il paesaggio letterario è un semplice fondale narrativo. Anzi, il più delle volte è un personaggio attivo che racconta territori, memorie, identità, relazioni, immaginari. È vario e multiforme. Si percorrono trafelati le foreste cupe di Pinocchio o il cavernoso ventre del pescecane; si precipita in un inafferrabile mondo sotterraneo con Alice; si penetra nella labirintica grotta con Tom Sawyer; si attraversano mondi sospesi tra utopia, distopia, scenari postumani negli albi illustrati contemporanei. Insomma, valicando epoche, generi e forme narrative, la letteratura per l’infanzia ha certamente contribuito a forgiare il modo in cui percepiamo il mondo, mettendo in scena una relazione tra esseri umani e paesaggi mai neutra, ma carica di significati storici, culturali, educativi, etici, ecologici e politici. Eppure, molte narrazioni per l’infanzia – e persino alcuni sguardi critici su di esse – restano, ancora oggi, ancorate a un’immagine di paesaggio statica, cristallizzata, con una natura idilliaca e una nostalgica forma di wildness, che semplifica il rapporto tra l’umano e le altre forme viventi. In una contemporaneità segnata dal cambiamento climatico e da drammatiche crisi ecologiche e sociali, pare invece utile riflettere sulle diverse modalità con cui la letteratura per l’infanzia lo rappresenta e domandarsi se il paesaggio letterario – e la riflessione critica che lo accompagna – possa diventare un laboratorio di nuovi pensieri ecologici per ripensare le nostre relazioni con il pianeta. Questo libro esplora il paesaggio nelle storie per l’infanzia con uno sguardo interdisciplinare, intrecciando storia, estetica, ecocritica, geografie letterarie e immaginari ecologici. Dai romanzi classici alle più innovative narrazioni grafiche, il paesaggio emerge come un luogo di trasformazione: non è solo un’immagine che contempliamo, ma un’esperienza che ci attraversa, ci plasma, ci interroga. Esistono libri-mondo che intrecciano arte, scienza e speranza, suggerendo che la meraviglia non è evasione, ma resistenza, una forma autentica di consapevolezza. Perché è proprio lo stupore a riaprire lo sguardo, a mettere in discussione certezze e a immaginare nuove forme di coabitazione sulla Terra.
Paesaggi d’infanzia: Radici storiche, prospettive critiche, immaginari ecologici, narrazioni letterarie
marnie campagnaro
2024
Abstract
Cosa vediamo davvero quando osserviamo un paesaggio? È solo uno sfondo o una presenza viva, capace di modellare il nostro sguardo e il nostro pensiero? E in che modo la letteratura per l’infanzia trasforma i luoghi letterari in spazi che plasmano il nostro immaginario? Raramente il paesaggio letterario è un semplice fondale narrativo. Anzi, il più delle volte è un personaggio attivo che racconta territori, memorie, identità, relazioni, immaginari. È vario e multiforme. Si percorrono trafelati le foreste cupe di Pinocchio o il cavernoso ventre del pescecane; si precipita in un inafferrabile mondo sotterraneo con Alice; si penetra nella labirintica grotta con Tom Sawyer; si attraversano mondi sospesi tra utopia, distopia, scenari postumani negli albi illustrati contemporanei. Insomma, valicando epoche, generi e forme narrative, la letteratura per l’infanzia ha certamente contribuito a forgiare il modo in cui percepiamo il mondo, mettendo in scena una relazione tra esseri umani e paesaggi mai neutra, ma carica di significati storici, culturali, educativi, etici, ecologici e politici. Eppure, molte narrazioni per l’infanzia – e persino alcuni sguardi critici su di esse – restano, ancora oggi, ancorate a un’immagine di paesaggio statica, cristallizzata, con una natura idilliaca e una nostalgica forma di wildness, che semplifica il rapporto tra l’umano e le altre forme viventi. In una contemporaneità segnata dal cambiamento climatico e da drammatiche crisi ecologiche e sociali, pare invece utile riflettere sulle diverse modalità con cui la letteratura per l’infanzia lo rappresenta e domandarsi se il paesaggio letterario – e la riflessione critica che lo accompagna – possa diventare un laboratorio di nuovi pensieri ecologici per ripensare le nostre relazioni con il pianeta. Questo libro esplora il paesaggio nelle storie per l’infanzia con uno sguardo interdisciplinare, intrecciando storia, estetica, ecocritica, geografie letterarie e immaginari ecologici. Dai romanzi classici alle più innovative narrazioni grafiche, il paesaggio emerge come un luogo di trasformazione: non è solo un’immagine che contempliamo, ma un’esperienza che ci attraversa, ci plasma, ci interroga. Esistono libri-mondo che intrecciano arte, scienza e speranza, suggerendo che la meraviglia non è evasione, ma resistenza, una forma autentica di consapevolezza. Perché è proprio lo stupore a riaprire lo sguardo, a mettere in discussione certezze e a immaginare nuove forme di coabitazione sulla Terra.Pubblicazioni consigliate
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