Il contributo si concentra sul ruolo dei principi e sulla loro natura nel Codice dei Contratti pubblici, a partire da una necessaria riflessione preliminare sulla distinzione tra principi e clausole generali nella dottrina che se ne è occupata, prestando una particolare attenzione al pensiero di Luigi Mengoni. Messa in luce la particolare funzione nomegenetica esercitata dai principi nel Codice, si evidenzia anche il valore ‘assiomatico’ da riconoscere al principio del risultato con il recupero della discrezionalità amministrativa operato dal Codice ed il legame evidente con la semplificazione amministrativa. Questo complesso di riflessioni porta naturalmente a porre al centro dell’attenzione la cd. funzione nomopoietica esercitata dal Consiglio di Stato ormai da tempo, in un ordinamento sempre più frammentato e caratterizzato da margini di incertezza sempre maggiori, anche andando ad analizzare l’attenzione che il giudice amministrativo, in sede consultiva, a partire dalla riforma Madia in poi, riserva alla necessità di costruire un nuovo ‘paradigma’ di amministrazione. D’altra parte una riflessione simile non può che riportare in primo piano il tema del tempo dell’incertezza del diritto e del ruolo suppletivo rivestito dal giudice amministrativo rispetto al legislatore, i cui limiti sono dibattuti non soltanto dalla dottrina ma anche dalla stessa giurisdizione amministrativa.

I principi generali del nuovo Codice dei contratti pubblici: la funzione nomopoietica del Consiglio di Stato per un nuovo paradigma di amministrazione

Patrizia Marzaro
2024

Abstract

Il contributo si concentra sul ruolo dei principi e sulla loro natura nel Codice dei Contratti pubblici, a partire da una necessaria riflessione preliminare sulla distinzione tra principi e clausole generali nella dottrina che se ne è occupata, prestando una particolare attenzione al pensiero di Luigi Mengoni. Messa in luce la particolare funzione nomegenetica esercitata dai principi nel Codice, si evidenzia anche il valore ‘assiomatico’ da riconoscere al principio del risultato con il recupero della discrezionalità amministrativa operato dal Codice ed il legame evidente con la semplificazione amministrativa. Questo complesso di riflessioni porta naturalmente a porre al centro dell’attenzione la cd. funzione nomopoietica esercitata dal Consiglio di Stato ormai da tempo, in un ordinamento sempre più frammentato e caratterizzato da margini di incertezza sempre maggiori, anche andando ad analizzare l’attenzione che il giudice amministrativo, in sede consultiva, a partire dalla riforma Madia in poi, riserva alla necessità di costruire un nuovo ‘paradigma’ di amministrazione. D’altra parte una riflessione simile non può che riportare in primo piano il tema del tempo dell’incertezza del diritto e del ruolo suppletivo rivestito dal giudice amministrativo rispetto al legislatore, i cui limiti sono dibattuti non soltanto dalla dottrina ma anche dalla stessa giurisdizione amministrativa.
2024
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