Le politiche di inclusione sempre più adottate dai servizi per la grave marginalità risultano spesso insufficienti nell’affrontare le pratiche discriminatorie che invisibilizzano le persone LGBTQ+ senza dimora e vittime di violenza. Anche l’utenza di programmi residenziali specifici per persone LGBTQ+ rileva carenze formative dello staff in merito all’intersezione di identità di genere e orientamento sessuale con vulnerabilità sociali e di salute. Per delineare una formazione che fornisca allo staff dei servizi per la marginalità le competenze necessarie per rispondere alle esigenze delle persone LGBTQ+, sono state esaminate fonti derivanti da due studi volti ad individuare buone pratiche per l’accoglienza di persone LGBTQ+ senza dimora, bisogni formativi e strumenti professionali utili: (1) Ricerca qualitativa con ospiti, ex-ospiti e personale di case rifugio LGBTQ+ italiane (2) Rassegna sistematica della letteratura internazionale. Il personale dei servizi, supportato nella comprensione delle questioni storiche, politiche e sociali legate alla comunità LGBTQ+ e formato sull’adozione un linguaggio adeguato e una prospettiva intersezionale, ha maggiori strumenti per assistere persone LGBTQ+ in precarietà abitativa. Un training continuo, obbligatorio per lo staff a tutti i livelli e fornito da figure interne alla comunità LGBTQ+ appare più efficace. Risulta centrale offrire la possibilità di decostruire i propri pregiudizi per assumere consapevolezza sui meccanismi della discriminazione. La formazione dovrebbe inoltre generare expertise in materia di salute mentale, con un approccio affermativo alla gestione del trauma e dell'intersezione tra fattori di vulnerabilità, stigma ed esclusione sociale. La formazione sulle questioni legate all’identità sessuale consente allo staff di riconoscere e intervenire tempestivamente in situazioni di discriminazione omolesbobitransfobica. Anche in servizi non specificatamente dedicati alle identità LGBTQ+, un approccio affermativo giova al benessere di utenza e staff. Queste raccomandazioni forniscono una guida affinché il personale possa acquisire gli strumenti per supportare efficacemente le persone LGBTQ+ senza dimora nelle varie fasi della loro vita.
La Formazione Conta: Sviluppare Competenze per il Personale dei Servizi a Sostegno delle Persone LGBTQ+ Senza Dimora
Elena Tubertini
Writing – Original Draft Preparation
;Marina MisciosciaSupervision
;Michela LenziSupervision
2024
Abstract
Le politiche di inclusione sempre più adottate dai servizi per la grave marginalità risultano spesso insufficienti nell’affrontare le pratiche discriminatorie che invisibilizzano le persone LGBTQ+ senza dimora e vittime di violenza. Anche l’utenza di programmi residenziali specifici per persone LGBTQ+ rileva carenze formative dello staff in merito all’intersezione di identità di genere e orientamento sessuale con vulnerabilità sociali e di salute. Per delineare una formazione che fornisca allo staff dei servizi per la marginalità le competenze necessarie per rispondere alle esigenze delle persone LGBTQ+, sono state esaminate fonti derivanti da due studi volti ad individuare buone pratiche per l’accoglienza di persone LGBTQ+ senza dimora, bisogni formativi e strumenti professionali utili: (1) Ricerca qualitativa con ospiti, ex-ospiti e personale di case rifugio LGBTQ+ italiane (2) Rassegna sistematica della letteratura internazionale. Il personale dei servizi, supportato nella comprensione delle questioni storiche, politiche e sociali legate alla comunità LGBTQ+ e formato sull’adozione un linguaggio adeguato e una prospettiva intersezionale, ha maggiori strumenti per assistere persone LGBTQ+ in precarietà abitativa. Un training continuo, obbligatorio per lo staff a tutti i livelli e fornito da figure interne alla comunità LGBTQ+ appare più efficace. Risulta centrale offrire la possibilità di decostruire i propri pregiudizi per assumere consapevolezza sui meccanismi della discriminazione. La formazione dovrebbe inoltre generare expertise in materia di salute mentale, con un approccio affermativo alla gestione del trauma e dell'intersezione tra fattori di vulnerabilità, stigma ed esclusione sociale. La formazione sulle questioni legate all’identità sessuale consente allo staff di riconoscere e intervenire tempestivamente in situazioni di discriminazione omolesbobitransfobica. Anche in servizi non specificatamente dedicati alle identità LGBTQ+, un approccio affermativo giova al benessere di utenza e staff. Queste raccomandazioni forniscono una guida affinché il personale possa acquisire gli strumenti per supportare efficacemente le persone LGBTQ+ senza dimora nelle varie fasi della loro vita.Pubblicazioni consigliate
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