Attraverso la documentazione conservata all’Archivio antico dell’Università di Padova, il contributo ricostruisce alcuni aspetti del funzionamento del Sacro Collegio dei dottori giuristi, dall’istituzione del parallelo Collegio Veneto a metà del XVII secolo, con una particolare attenzione alle riforme di fine Settecento e ai passaggi ripetuti dalla dominazione francese a quella austriaca e viceversa, fino al momento della sua definitiva abolizione nell’autunno del 1806. I verbali delle sedute, i fascicoli delle lauree e delle aggregazioni, i rapporti e le proposte di riforma redatti dagli stessi collegiati per corrispondere alle richieste dell’autorità politica sotto i diversi governi, offrono uno spaccato di come queste élites di tipo culturale e sociale si rapportarono con il potere, piegandosi e adattandosi ai cambiamenti con l’evidente obiettivo di conservare il più possibile le proprie prerogative e il proprio ruolo. Le fonti rivelano del resto il perdurare di sorprendenti elementi di continuità, anche nei momenti di vera e propria rottura politico-istituzionale e di forti spinte riformatrici, quali furono quelle «giacobine» e napoleoniche.
Sacra collegia doctorum: i giuristi al potere o i giuristi al servizio del potere? Il caso di Padova
Chiara Valsecchi
2024
Abstract
Attraverso la documentazione conservata all’Archivio antico dell’Università di Padova, il contributo ricostruisce alcuni aspetti del funzionamento del Sacro Collegio dei dottori giuristi, dall’istituzione del parallelo Collegio Veneto a metà del XVII secolo, con una particolare attenzione alle riforme di fine Settecento e ai passaggi ripetuti dalla dominazione francese a quella austriaca e viceversa, fino al momento della sua definitiva abolizione nell’autunno del 1806. I verbali delle sedute, i fascicoli delle lauree e delle aggregazioni, i rapporti e le proposte di riforma redatti dagli stessi collegiati per corrispondere alle richieste dell’autorità politica sotto i diversi governi, offrono uno spaccato di come queste élites di tipo culturale e sociale si rapportarono con il potere, piegandosi e adattandosi ai cambiamenti con l’evidente obiettivo di conservare il più possibile le proprie prerogative e il proprio ruolo. Le fonti rivelano del resto il perdurare di sorprendenti elementi di continuità, anche nei momenti di vera e propria rottura politico-istituzionale e di forti spinte riformatrici, quali furono quelle «giacobine» e napoleoniche.Pubblicazioni consigliate
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