Situata nel cuore della penisola anatolica, tra la catena del Tauro centrale a sud, il corso del fiume Kızılırmak a nord, la piana di Konya a ovest e l’anti-Tauro a est, la Cappadocia occidentale presenta una incredibile varietà di paesaggi che, oggi come in epoca antica, contribuiscono a differenziare le modalità di insediamento e di sfruttamento del territorio, nonché il suo differente grado di produttività. A fronte di queste potenzialità, tuttavia, non sono rare le fonti greche e latine che dipingono quello cappadoce come un ambiente molto difficile, a tratti inospitale, spesso battuto da venti gelidi, piogge abbondanti, grandinate e nevicate che ostruiscono le vie di comunicazione: un locus horridus, insomma, con tanto di elementi magici e sovrannaturali, legati soprattutto all’acqua, che potevano assumere fattezze e caratteri inquietanti. Con questo contributo si vuole tornare a considerare i loci inamoeni della Cappadocia, inquadrandoli nel loro contesto archeologico e topografico, cercando di cogliere se l’interesse degli antichi verso questi luoghi possa essere derivato da una qualche forma di utilitas, oltre che dal fascino legato alla sfera dei mirabilia.
Inamoena Cappadocia. Luoghi inospitali e acque magiche in Anatolia centrale
Jacopo Turchetto
2024
Abstract
Situata nel cuore della penisola anatolica, tra la catena del Tauro centrale a sud, il corso del fiume Kızılırmak a nord, la piana di Konya a ovest e l’anti-Tauro a est, la Cappadocia occidentale presenta una incredibile varietà di paesaggi che, oggi come in epoca antica, contribuiscono a differenziare le modalità di insediamento e di sfruttamento del territorio, nonché il suo differente grado di produttività. A fronte di queste potenzialità, tuttavia, non sono rare le fonti greche e latine che dipingono quello cappadoce come un ambiente molto difficile, a tratti inospitale, spesso battuto da venti gelidi, piogge abbondanti, grandinate e nevicate che ostruiscono le vie di comunicazione: un locus horridus, insomma, con tanto di elementi magici e sovrannaturali, legati soprattutto all’acqua, che potevano assumere fattezze e caratteri inquietanti. Con questo contributo si vuole tornare a considerare i loci inamoeni della Cappadocia, inquadrandoli nel loro contesto archeologico e topografico, cercando di cogliere se l’interesse degli antichi verso questi luoghi possa essere derivato da una qualche forma di utilitas, oltre che dal fascino legato alla sfera dei mirabilia.Pubblicazioni consigliate
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