Il volume di Angela Balzano "Per farla finita con la famiglia. Dall’aborto alle parente postumane" è un’operazione chirurgica: quattro capitoli di bisturi con cui sono esplorati i nostri desideri, gli affetti (spinoziani), i modi di comprendere la ri/produzione, la cura e la formazione delle soggettività. Il risultato è spaesante, visionario e incoraggiante insieme. Il libro si inserisce all’incrocio tra epistemologie femministe, neo-materialismo femminista (con particolare riferimento a Karen Barad) e postumanesimo critico (soprattutto nell’elaborazione di Rosi Braidotti). Riunendo questi orientamenti, a loro volta intrecciati, l’analisi si impernia su alcuni assunti: 1) il carattere situato, radicato, non neutrale della conoscenza; 2) l’agentività intelligente e relazionale della materia; 3) la tesi del continuum naturalculturale, secondo cui la materia non è «dialetticamente in conflitto con la cultura né con la mediazione tecnologica» (p. 93); 4) «un approccio curioso ma critico alle tecnoscienze» (p. 93); 5) la proposta di un’etica affermativa, che superi il paradigma antropocentrico specista. È questo il contesto teorico-pratico all’interno del quale Balzano articola il tema del libro: la riproduzione al tempo delle nuove tecnologie della vita. Questo campo si presenta come terreno conteso e conflittuale, in cui si dispiegano processi di soggettivazione, orientamento dei desideri, controllo dei corpi ed espropriazione transpecie, ma anche possibili «vie di fuga da praticare insieme» (p. 12) attraverso l’attivismo, la fabula speculativa e la fantascienza femminista.

ANGELA BALZANO, Per farla finita con la famiglia. Dall’aborto alle parentele postumane, Milano, Meltemi, 2021, pp. 197 (ISBN: 9788855193283).

Giovanna Miolli
2021

Abstract

Il volume di Angela Balzano "Per farla finita con la famiglia. Dall’aborto alle parente postumane" è un’operazione chirurgica: quattro capitoli di bisturi con cui sono esplorati i nostri desideri, gli affetti (spinoziani), i modi di comprendere la ri/produzione, la cura e la formazione delle soggettività. Il risultato è spaesante, visionario e incoraggiante insieme. Il libro si inserisce all’incrocio tra epistemologie femministe, neo-materialismo femminista (con particolare riferimento a Karen Barad) e postumanesimo critico (soprattutto nell’elaborazione di Rosi Braidotti). Riunendo questi orientamenti, a loro volta intrecciati, l’analisi si impernia su alcuni assunti: 1) il carattere situato, radicato, non neutrale della conoscenza; 2) l’agentività intelligente e relazionale della materia; 3) la tesi del continuum naturalculturale, secondo cui la materia non è «dialetticamente in conflitto con la cultura né con la mediazione tecnologica» (p. 93); 4) «un approccio curioso ma critico alle tecnoscienze» (p. 93); 5) la proposta di un’etica affermativa, che superi il paradigma antropocentrico specista. È questo il contesto teorico-pratico all’interno del quale Balzano articola il tema del libro: la riproduzione al tempo delle nuove tecnologie della vita. Questo campo si presenta come terreno conteso e conflittuale, in cui si dispiegano processi di soggettivazione, orientamento dei desideri, controllo dei corpi ed espropriazione transpecie, ma anche possibili «vie di fuga da praticare insieme» (p. 12) attraverso l’attivismo, la fabula speculativa e la fantascienza femminista.
2021
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