L’attraversamento critico di alcuni luoghi camusiani, e in particolare de L’homme revolté, è condotto al fine di riesaminare le nozioni-soglia di ‘assurdo’, ‘esilio’ e ‘rivolta’ nel loro reciproco legame di natura etica, politica e pedagogica. L’esilio è inteso come una proprietà esistenziale che non implica una patria abbandonata ed è vissuto dentro la storia e le prove quotidiane. La rivolta è vista come la risposta, qui e ora, alla condizione di esilio frutto della coscienza dell’assurdo. La tensione formativa implicata è tratteggiata nei suoi elementi costitutivi emancipativi, e trova nel "mi rivolto dunque siamo" il rifiuto non individuale ma solidale di ogni servitù, menzogna, paura.
Bisogna immaginare l'esiliato felice
Mino Conte
2024
Abstract
L’attraversamento critico di alcuni luoghi camusiani, e in particolare de L’homme revolté, è condotto al fine di riesaminare le nozioni-soglia di ‘assurdo’, ‘esilio’ e ‘rivolta’ nel loro reciproco legame di natura etica, politica e pedagogica. L’esilio è inteso come una proprietà esistenziale che non implica una patria abbandonata ed è vissuto dentro la storia e le prove quotidiane. La rivolta è vista come la risposta, qui e ora, alla condizione di esilio frutto della coscienza dell’assurdo. La tensione formativa implicata è tratteggiata nei suoi elementi costitutivi emancipativi, e trova nel "mi rivolto dunque siamo" il rifiuto non individuale ma solidale di ogni servitù, menzogna, paura.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.